Il Monza manca da quattro anni dalla Coppa principale, in termini pubblicitari definita “Tim Cup”, e vi si ripresenta battendo il Matelica, squadra di Serie D afferente ad un comune marchigiano di circa 10.000 abitanti. Passato questo step, dovrà vedersela al secondo turno con il Padova, gara dal punto di vista del tifo decisamente più importante e interessante.

La società aveva chiesto di posticipare l’incontro alla domenica sera, per sfuggire alla canicola estiva ma anche per avere una cornice di pubblico migliore. Ipotesi bocciata dai vertici istituzionali che hanno tassativamente scelto di giocare solo di sabato.

L’accordo raggiunto fra le due società di almeno “posticipare” il match di un’ora rispetto all’orario ufficiale, non giova troppo alla causa: giocare alle 17 in piena estate è comunque una pratica assurda, vista l’altissima temperatura in Brianza.

A parte il clima quasi tropicale che si respira nello storico “Brianteo”, anche l’atmosfera sembra in generale rilassata e quasi vacanziera. Poca gente, come prevedibile, ma il gruppo che si raccoglie in curva è bello carico. I prezzi bassi hanno attirato la maggior parte del pubblico presente in tribuna, area che con la sua copertura offre un minimo di riparo dal sole, a differenza della curva che sarà ad appannaggio come sempre dei soliti ultras.

Sostegno proporzionato al match e alla situazione, comunque e senza dubbio accettabile. In diversi frangenti, la curva di casa si lascia andare anche a tanti cori goliardici, quali: “E tanto già lo so che a puttane andrò e sarà romantico”; o un più identitario: “dall’autodromo fino all’Arengario”. Nel complesso una buona prova, vista la situazione fin qui descritta e considerando inoltre che, da Matelica, non era presente nessun tifoso al seguito e quindi è praticamente mancata ogni sorta di stimolo.

Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto di Federico Roccio.