Quarta giornata di ritorno del campionato abruzzese di Eccellenza. In una soleggiata domenica di gennaio si sfidano al Rodi il Mosciano e il Giulianova. Non è una giornata come le altre in questo lembo collinare della provincia di Teramo: dopo 31 anni, torna a disputarsi il derby tutto giallorosso tra due centri distanti appena una decina di chilometri.

Era il 1994 quando i due club incrociarono i propri destini per l’ultima volta. Il campionato era quello Interregionale, che fu vinto dal Giulianova con un punto di vantaggio sull’Albanova e due sul Frosinone, mentre il Mosciano concluse il torneo con una preziosa salvezza. Le due squadre militavano in un girone geograficamente molto ricco, in cui le abruzzesi sfidavano squadre campane, come la Casertana, e laziali (oltre ai Ciociari, era presente anche il Latina). Per la squadra flaviana iniziava un periodo di splendore, che l’avrebbe vista ai nastri di partenza di diciotto campionati professionistici consecutivi.

La sfida odierna ha monopolizzato l’attenzione già nei giorni precedenti: i biglietti dello stadio sono andati esauriti in poco tempo, sia nel settore casalingo che in quello riservato agli ospiti, generando la prospettiva di rivedere le stesse immagini di un altro derby entrato nella storia, quello contro il Teramo di una quindicina di anni fa, quando a trainare il tifo moscianese era il Rizla Group. Queste sono le ragioni che mi inducono a tornare per l’ennesima volta in Abruzzo, desideroso di assistere a una sfida che si preannuncia ricca di adrenalina, tra un autentico mostro sacro del calcio abruzzese come il Giulianova, con il suo palmares di 25 campionati tra C1 e C2, e una squadra storica del dilettantismo abruzzese.

I motivi di interesse di questa giornata sono poi legati anche alla possibilità di scoprire questo centro dell’iniziale entroterra abruzzese, posto tra le colline immediatamente a sud del Tronto, da cui, nelle giornate terse come quella odierna, la vista spazia dalle guglie imbiancate del Gran Sasso fino all’azzurro del mare. Gli abitanti di Mosciano, l’antica Castrum Musiani, sono circa 9300, e dai suoi 227 metri di altezza gli occhi godono di una visuale eccezionale sull’Abruzzo settentrionale. Arrivo intorno a mezzogiorno, e la prima caratteristica che noto sono le molteplici torri del centro storico. Nel Medioevo erano addirittura sette, oggi se ne conservano quattro, tanto basta per la definizione di “paese delle torri”. La più alta di queste, quella degli Acquaviva, misura 24 metri e funge da campanile della chiesa di S. Michele. Avendo del tempo a disposizione, percorro tutti i vicoli di questo borgo davvero interessante, rimanendo colpito anche dalle chiese e dalle epigrafi. La passeggiata è resa ancora più piacevole dall’atmosfera elettrizzante che si respira in vista della partita. Nella piazza centrale, infatti, fin dalla mattinata sono radunati gli ultras locali, che caricano il paese intonando cori e accendendo torce; un po’ dappertutto, poi, osservo locandine che invitano i moscianesi a gremire lo stadio. Le mie previsioni della vigilia sono confermate: sì, ho scelto la partita giusta per venire a Mosciano per la prima volta! Sui muri intorno al Rodi, inoltre,leggo anche molte scritte ultras, che considero sempre un indicatore del legame di una comunità con la sua squadra.

A questo punto, si impone una parentesi proprio sulla storia del Mosciano, collegandomi così alla menzione del Rizla Group dell’esordio. Mosciano, come ho già scritto, è una piazza storica del calcio regionale. La fondazione del club risale al 1927 e i suoi primi incontri venivano disputati al “campo della fiera”. Negli anni Quaranta, poi, fu costruito l’attuale stadio, intitolato successivamente a Mario Rodi, figura centrale del calcio locale. Mario Rodi è legato anche alla squadra femminile, che ha addirittura raggiunto la massima serie. Ma la memoria dei moscianesi si esalta soprattutto al ricordo degli anni Ottanta e Novanta, un periodo in cui il Rodi, uno dei campi più belli del dilettantismo abruzzese, ospitava ogni domenica migliaia di spettatori per le sfide contro la Casertana, il Frosinone e la Sambenedettese o per i derby al cospetto del Giulianova e del Teramo. All’ultimo campionato nazionale seguirono annate anonime nelle divisioni regionali, con una nuova fiammata nella stagione 2009-2010, quando la passione dei moscianesi riesplose in occasione dei Playoff nazionali di Eccellenza. In semifinale il Mosciano sfidò la Pistoiese in una partita di grande fascino, contro una squadra con un passato in A, ma il sogno del ritorno in D fu spento in finale dall’Anziolavinio; nonostante l’amarezza, restano indelebili le immagini dell’invasione giallorossa nella cittadina tirrenica. Insomma, Mosciano ha sempre vissuto di calcio: basta una scintilla per riaccendere l’entusiasmo di un intero paese, proprio come in questo derby da sogno contro una nobile decaduta, tra l’altro confinante.

Come ho già scritto, dunque, quella di oggi è una sfida da tutto esaurito. All’ingresso delle squadre, lo speaker richiama proprio l’ultimo incrocio datato 1994. Poi viene il momento del ricordo di Luca Ettorre, ex calciatore del Giulianova venuto a mancare a soli 36 anni, per il quale i due capitani depongono due mazzi di fiori sotto al settore ospiti, mentre i giuliesi gli dedicano uno striscione commovente nel corso della ripresa. Dopo questo momento di intenso ricordo, evidenziato dal minuto di silenzio, comincia il grande spettacolo. Nella tribuna coperta moscianese vengono innalzati tanti cartoncini giallorossi e delle lettere che compongono la frase “Tu sei l’orgoglio della mia città”, mentre gli ultras locali, collocati nella zona scoperta dietro le pezze Giovani Volti, Rione San Carlo e Solite facce, fanno scendere un telone con lo stemma del club e accendono vari fumogeni. Li vedo all’opera quest’oggi per la prima volta e ne ricevo un’ottima impressione. Prima della partita organizzano un corteo all’esterno, poi all’interno si compattano bene, tifando in maniera veemente per tutti i novanta minuti, nonostante sul campo la superiorità del Giulianova sia netta. Battimani, cori intensi, un’ottima sciarpata e molta pirotecnica sono gli ingredienti di un tifo degno di un derby così importante.

Dall’altro lato, il settore ospiti, che negli anni passati era destinato ai locali, presenta un colpo d’occhio impattante: i tifosi del Giulianova lo riempiono completamente, ma certo questo non stupisce, trattandosi di una delle tifoserie più importanti della regione. Guardando i giuliesi, percepisco la grande tradizione calcistica di questa piazza: tutti hanno la sciarpa al collo, dai più giovani agli anziani. Il blocco ultras si sistema al centro, dietro la pezza Vecchio Stile e quella per i diffidati. Durante la partita rimango ampiamente soddisfatto anche dal tifo degli ospiti, che è condito da un bandierone e da alcune bandierine, ed è continuo per tutti i novanta minuti, con una prevalenza di cori lunghi.

La squadra dà loro una spinta ulteriore, visto che in campo non c’è storia e si impone con uno 0-3 insindacabile, con i primi due gol da cineteca. Questa vittoria, per di più, si realizza in un turno molto favorevole, visto che il Castelnuovo Vomano e il Renato Curi, le dirette concorrenti per il primo posto, incappano in due passi falsi: i neroverdi cadono a Lanciano, mentre i nerazzurri sono fermati in casa dal Cupello. Come da copione, è festa grande nel finale per il Giulianova, la cui tifoseria spera, ovviamente, nel ritorno in Serie D dopo la delusione dello scorso anno, mentre i moscianesi escono a testa altissima per l’ottima prova di tifo. Insomma, il triplice fischio mette fine a una partita stupenda, che sicuramente rimarrà nella storia del calcio moscianese, come le sfide elettrizzanti degli anni Ottanta e Novanta: il derby giallorosso non ha deluso le attese!

Andrea Calabrese