Erano almeno dieci anni che non andavo a Nancy. L’ultima volta ero nel settore ospiti e avevo una visione della curva locale non molto definita. Ora, un decennio dopo e grazie all’invito dei ragazzi di casa, sono a Nancy per presentare il mio libro sugli ultras italiani.
Tutto o quasi è cambiato per me e, oltre ad avere un occhio più critico ed esperto, sono anche curioso di vedere il gruppo che guida la tifoseria locale da un decennio, i Saturday FC.
Ma la situazione è cambiata anche per l’Association Sportive Nancy Lorraine. Nel 2009 ho assistito ad un incontro di Serie A in cui i biancorossi locali erano arrivati a grandi risultati con l’allenatore Pablo Correa, ex-giocatore del ASNL che era riuscito a far tornare il club in Ligue 1 e a portare la squadra in Europa League, sfiorando persino la qualificazione in
Champions League.
Ma, come spesso accade con le società di medio rango, il Nancy non si è potuto stabilizzare ai massimi livelli, ed è tornato in Serie B. Purtroppo, questa è un’abitudine nella città ducale. La squadra, dalla sua fondazione nel lontano 1967 ai giorni nostri, è famosa per fare la spola tra la Ligue 1 e la Ligue 2. A stagioni buone se ne sono alternate altre da dimenticare.
Bisogna aggiungere che l’ASNL ha portato alla ribalta uno dei più grandi giocatori francesi di origine italiane, un certo Michel Platini. Nel 1972, la giovane promessa, figlio di immigrati italiani venuti a lavorare nelle miniere di Lorraine, è stata proposta al FC Metz, il rivale numero uno del Nancy, che ha rifiutato il giocatore per alcuni problemi di salute.
Ma, il suo concorrente, l’AS Nancy-Lorraine ha preso l’occasione al volo e così, nel 1972, il nativo di Joeuf ha firmato con i biancorossi. Saranno sette stagioni indimenticabili, che porteranno il Nancy a vincere il suo unico trofeo, la Coppa di Francia, nel 1978. Tra l’altro, la squadra ottiene, per la prima volta, la partecipazione ad una competizione europea.
I tempi di gloria sono finiti nell’album dei ricordi dei tifosi biancorossi. Oggi la squadra lotta, per la seconda stagione consecutiva, per non retrocedere in Serie C. Se l’anno scorso, l’ASNL è riuscito nell’impresa di salvarsi, l’inizio di questa stagione è stato una catastrofe, con sette sconfitte in sette gare. Peggio di così sarebbe difficile fare.
Per i ragazzi del Saturday FC, gruppo trainante della tifoseria locale, le feste di fine anno sono state decisamente peggiori. Jordan, un ragazzo attivo nel gruppo da tempo, ha perso la vita a soli 25 anni per un incidente stradale, accaduto pochi giorni prima di natale.
Il campionato francese, essendo fermo durante le feste, riprende la sua corsa in una fredda e umida giornata di gennaio. È la prima partita dell’ASNL dopo questo tragico evento.
Il gruppo ha voluto dedicare a Jordan un corteo in sua memoria. Ad un chilometro dallo stadio posso già sentire i ragazzi, e a mano a mano che arrivo al luogo di partenza si nota un bel gruppo dietro uno striscione nero con scritto «Ciao Artista», con un disegno che riprende il volto dell’amico.
Il corteo di circa un chilometro in direzione stadio parte con circa 250 ragazzi. Il clima non è dei migliori e sembra che il cielo stia piangendo sul corteo. I canti sono forti, perché come dice il ragazzo col megafono «È cosi che ci vorrebbe Jordan». Torce e fumogeni non mancano, come un bel minuto di raccoglimento appena arrivati nella via che porta allo stadio. I tifosi che vanno allo stadio chiedono cos’è successo, e i ragazzi informano i passanti della tragica notizia.
Non posso giudicare nessuno sulla maniera di vivere un lutto, ma chiaramente, un gruppo, con tutti i suoi limiti, fa capire che nel collettivo il singolo conta; anche se durante la sua militanza Jordan era uno dei tanti ragazzi dietro ad uno striscione, l’ultras non è mai solo, e soprattutto il gruppo non lo dimentica, come testimonia la famiglia del povero Jordan
che è in prima linea del corteo.
Arrivati allo stadio, il Saturday FC va direttamente nella sua curva per preparare la scenografia in onore dell’amico. Questo gruppo festeggerà fra pochi mesi i dieci anni di attività e tramanda la storia ormai trentennale del tifo organizzato nella città ducale.
Bisogna aspettare il 1988 per vedere i primi striscioni apparire nella tribuna Chaudron. Uno riportava la dicitura Ultras e l’altro Brigade Ultras. Ma non c’era una vera organizzazione. Comunque i primi ultras del Nancy si ritrovavano dietro questi due striscioni, a cui si affiancò presto Red Boys. Erano sempre gli stessi ragazzi, che stavano facendo i primi passi nell’universo ultras. Bisogna precisare che in Francia il primo gruppo sul modello italiano nacque solo nel 1984 a Marsiglia col Commando Ultrà. Difatti questi ragazzi del Nancy presero lo spunto per uno dei loro simboli, che sarà pure stampato sulla prima sciarpa che faranno.
Nel 1992, alcuni ragazzi decisero di avere una vera e propria organizzazione e dunque si ritrovavano dietro lo striscione Ultras Nancy. Produssero diverso tipo di materiale e una fanzine; organizzavano pullman per alcune trasferte e fu il primo gruppo strutturato della città ducale.
Tre anni dopo, nel 1995, alcuni ragazzi decisero anche loro di fare un gruppo. Si misero di fronte alla gradinata Chaudron degli Ultras Nancy e presero il nome di Snipers.
Questi ragazzi erano più giovani, e possiamo dire che rappresentarono la seconda generazione di ultras a Nancy.
Dopo la loro crescita, gli Ultras Nancy chiusero l’avventura nel 1997, dopo alcuni incidenti in casa. Anche se, ad onor del vero, per alcuni mesi lo striscione fu ancora appeso, per poi essere sostituito con Vieille Garde (“Vecchia Guardia”). I giovani Snipers nella stagione 1997/98 cambiano gradinata e presero posto in quella degli Ultras Nancy con quest’ultimi al loro fianco. Poi, quando il gruppo si sciolse, rimasero solo lo striscione
“Vecchia Guardia” e alcuni dei primi casual più interessati allo scontro che al tifo organizzato.
Gli Snipers guardavano molto all’Italia. Bisogna dire poi che la zona della Lorena è piena di francesi di origini italiane e ciò ha creato quel mix «inglese-italiano» che caratterizzava i primi ultras a Nancy, spesso intenti a puntare sul colore e sulle scenografie.
All’inizio degli anni 2000, il gruppo cominciò ad avere problemi con la società e con le autorità. Seguì un periodo difficile che vide gli Snipers chiudere l’avventura, nel settembre del 2003. In questo lasso di tempo, lo stadio Marcel Picot, costruito nel lontano 1926, venne totalmente rifatto. I lavori iniziarono nel 1999 e finirono nel 2003. L’impianto fu ristrutturato
al 95% e tutt’oggi è molto carino.
Le forze di sicurezza vollero riprendere il controllo della gradinata, ma fu difficile, sia perché il movimento ultras – con gli Ultras Nancy prima, e poi con gli Snipers – era già radicato, sia perché nacquero diversi gruppi per ottenere il testimone: i primi furono i Red Shark nel 2000 (sempre attivi tra l’altro), poi la Furia School (costituito da giovani ex-Snipers) nel 2004; la Clique iniziò il suo percorso l’anno dopo e finalmente, nel 2007, nacque la
Section Nord-Est (SNE).
Questi gruppi furono affiancati da diverse bande di casual, che si occupavano di gestire il discorso degli scontri più o meno organizzati. Nel 2009, i diversi gruppi (ad eccezione dei Red Sharks) decisero di unirsi sotto un’unica dicitura, con alcuni vecchi esponenti dei gruppi storici: si costituisce cosi il Saturday FC, che tuttora è sempre attivo ed è il gruppo principale dell’ASNL nella Tribune Chaudron.
Ma oggi, quando metto piede in gradinata, non vedo lo striscione del gruppo guida, ma un messaggio in bianco nero e grigio con scritto «Ciao Artista».
I ragazzi finiscono gli ultimi preparativi per la scenografia. Lo stadio è vuoto. Il freddo di gennaio e la posizione in classifica fanno capire che il tifoso occasionale del Nancy ha abbandonato la sua squadra. Quelli che ci sono oggi, sono il nucleo della tifoseria, quelli che ci saranno sempre.
Nel settore ospiti ci sono due ragazzi di Parigi. Uno con uno stendardo, l’altro a debita distanza. Non bisogna precisare che guardano la partita nel silenzio più assoluto. Uno di questi porta un mazzo di fiori per Jordan.
Quando le squadre entrano sul campo verde, un telone con Jordan, il logo del SFC, il suo gruppo, quello della sua squadra di rugby ed un pompiere (che era la sua professione) ricopre il settore degli ultras di casa.
Poi, durante il minuto di raccoglimento, la squadra del Nancy va sotto la gradinata dei ragazzi. Di fronte, i Red Sharks esibiscono uno striscione: «Riposa in pace Jordan». Quando il minuto di raccoglimento è finito, va via il telone e vengono accese una quindicina di torce.
Poi, dietro la gradinata Chaudron, viene acceso anche un fuoco d’artificio.
La partita inizia in una nebbia fitta. Un blocco di almeno 300 persone, raggruppate dietro lo striscione per Jordan, tifa attivamente. Posso notare tante pezze di Saarbrucken; il gemellaggio tra le due tifoserie è molto forte e ha appena compiuto il ventennale pochi mesi fa. Le due tifoserie si vedono spessissimo, complice anche la distanza non proibitiva tra le due città (150 chilometri). Questo rapporto, iniziato con gli Snipers, si è allargato nel tempo a tutti i gruppi che sostengono le due squadre.
Il tifo è molto buono per tutta la partita, con ovviamente tanti riferimenti all’amico venuto a mancare.
Bisogna dire che in campo lo spettacolo non è degno dell’impegno degli ultras del Nancy.
Difatti, la squadra biancorossa è sconfitta 2-1 dai parigini e va al penultimo posto in classifica (il che significa che a fine stagione, se la squadra resta nella medesima posizione, vi è la retrocessione nel Campionato Nazionale, la Serie C francese).
Mancano ancora parecchie partite per provare a rimanere in Serie B. Sul campo sarà dura, ma, in gradinata Chaudron, i ragazzi del Saturday FC hanno dimostrato che loro ci saranno comunque vada.
Sébastien Louis
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