È l’ultima domenica del mese di novembre e torno a viaggiare come piace a me, in autobus. In barba alla stanchezza lavorativa o a un comodo letto, preferisco sempre due notti a bordo di un pullman. D’altronde per il sottoscritto e tanti appassionati risulta impossibile rinunciare a questo genere di domeniche; estrapolando una frase di un celeberrimo film, posso dire che probabilmente “non supereremo mai questa fase”. Dopo la fermata di Bari, passo per Martina, Francavilla Fontana e Manduria, prima di arrivare a Nardò. Giungo con una ventina di minuti d’anticipo sulla tabella di marcia, ma sono già le otto passate e ci sono tante cose da vedere, così senza pensarci, inizio subito a esplorare questa località. Tuttavia, le brutte sorprese sono dietro l’angolo, e scattando una foto a un manifesto, leggo che l’orario della partita è fissato alle 18. Inizio a chiedermi se restare o andare a vedere un altro incontro, visto che il pullman che mi riporterà a casa partirà quando mancheranno dieci minuti alla fine del match.

Sono deluso, ma cerco di tenere a freno i sentimenti andando subito allo stadio “Giovanni Paolo II”, distante poco più di un chilometro dalla mia fermata. Qui scorgo la grossa tribuna riservata ai locali e la biglietteria, poi passo dietro la curva in ferro dove ancora si possono ammirare i vecchi botteghini. Dopo una svolta giungo al settore ospiti, dove spiccano l’imponente gradinata e le scritte contro i rivali dei neretini, ma anche degli stampi dei gruppi del Nardò, quali TABULA RASA 2016, NUOVE LEVE 2017 e NERETINI 2017. Come sempre riesco anche ad entrare dalla porta carraia, dato che il custode sta curando il campo in vista del match preserale, così posso osservare anche il manto verde.

Successivamente decido di visitare la piccola stazione “Nardò città” delle Ferrovie del Sud-Est, infine raggiungo il centro cittadino, che ha l’aspetto di un labirinto, con il suo dedalo di vicoli. La passeggiata è piacevole ma il mio pensiero è rivolto soprattutto alla partita. Quest’ennesima sfida tutta pugliese del girone H di Serie D, può essere definita “derby dell’amicizia” dato il lungo e importante gemellaggio che intercorre tra le due tifoserie. Passeggiando in città, noto diversi striscioni su questo rapporto: “IN ONORE DI UN LEGAME CHE NON SI PUO’ SPEZZARE TUTTI ALLO STADIO!”, oppure “ONORIAMO IL GEMELLAGGIO… TUTTI ALLO STADIO!!!”. Avendo tempo a disposizione, visito il Castello di Acquaviva e passo davanti alla sede dei FEDELISSIMI, dove sono sistemati dei festoni e dei palloncini con i colori sociali delle due squadre, che dimostrano come questo gemellaggio non sia sentito soltanto dai gruppi ultras, ma anche dai tifosi e appassionati comuni delle due cittadine. Ammiro tante chiese, tra cui la famosa Cattedrale, e tanti palazzi storici. Rimango colpito dal decoro delle strade e dalla gentilezza degli abitanti.

Il tempo, tuttavia, scorre inesorabile, così mi spingo in zona stadio. In un bar vedo le due tifoserie bere e mangiare insieme, oltre che accendere torce e intonare cori. Contemporaneamente ritiro il mio accredito ed entro in campo. Le due squadre sono appaiate al settimo posto, anche se la capolista Nocerina non è distante. La cornice di pubblico è discreta, con la tribuna occupata quasi per intero, mentre il settore ospiti è gremito da oltre duecentocinquanta unità. Già prima del fischio d’inizio, le due tifoserie intonano cori a rinsaldare l’amicizia e altri contro i rivali comuni. Poco prima delle 18, quindi, entrano in campo i ventidue atleti, con un baffo rosso sul viso per la giornata contro la violenza sulle donne.

Inizia così lo spettacolo degli spalti, con l’esposizione delle coreografie in entrambi i settori. La tifoseria neretina espone un mini-bandierone granata, raffigurante il volto di un ninja, con ai lati due bandieroni coi colori delle due squadre, mentre in alto compare il messaggio: “IERI, OGGI DOMANI… OSTINATAMENTE ULTRAS”. Ai due lati vengono esposte tre strisce di stoffa verticali coi colori delle due squadre a completare il tutto. I martinesi, invece, alzano un grosso striscione con la frase “DI QUESTA FRATELLANZA NON NE AVRÒ MAI ABBASTANZA”, accompagnato dall’accensione di diversi fumogeni granata.

I padroni di casa sono un bel mix tra giovani e “vecchi”, e in questa prima frazione sventolano costantemente i due bandieroni dei gruppi, oltre a qualche bandiera e stendardo, mentre a livello corale scelgono cori di breve durata e a rispondere. Effettuano anche dei battimani. Pur registrandosi qualche pausa tra un coro e l’altro, nel corso del primo tempo offrono un sostegno davvero positivo, che conferma le buone impressioni che avevo avuto su di loro vedendoli in trasferta.

Sulla sponda ospite, i martinesi dimostrano tutto il loro valore, forti del loro passato nelle categorie superiori, dove si sono forgiati confrontandosi con tifoserie di primissimo piano come Napoli o Pescara. Nel primo tempo si fanno sentire tanto e con una buona intensità. Sono autori di numerosi battimani, inoltre sventolano sempre i tre bandieroni in balconata, oltre allo stendardo “NON FINIRÀ MAI”, che viene quasi sempre tenuto alzato.

A ridosso dell’intervallo, gli ultras neretini espongono lo striscione “CIAO SAMUELE GIOVANE ULTRAS”, omaggio al tifoso foggiano purtroppo deceduto qualche giorno prima, dopo aver lottato in un letto d’ospedale per oltre un mese prima di raggiungere in cielo i suoi tre amici Gaetano, Michele e Samuel, tutti sfortunati protagonisti di un incidente stradale di ritorno dalla trasferta di Potenza.

Le squadre vanno al riposo sul risultato di 1-0 per il Nardò grazie alla rete siglata da Correnti, che di testa batte l’estremo difensore martinese. Nel secondo tempo le due tifoserie, oltre a scambiarsi cori di amicizia e per i diffidati, riprendono a tifare in maniera più decisa. Il Martina perviene al pareggio e il settore ospiti diviene una bolgia, esaltata anche dall’accensione di una torcia. I martinesi sono compatti e decisi, effettuano tantissimi battimani e sbandierate. Dall’altro lato, i neretini, pur accusando il colpo, tifano con discreti battimani ed espongono uno striscione per ricordare Silvio. Per me però non c’è più tempo e devo scappare via come il migliore centometrista del momento per arrivare in tempo alla fermata dell’autobus. Sulla strada del ritorno leggo che il Martina si è imposto con il risultato di 1-2. Pur non avendo visto il gol decisivo, torno comunque a casa felice per aver potuto comunque apprezzare due belle tifoserie, accomunate da un gemellaggio sempre più saldo nonostante il trascorrere del tempo. Così, proprio sul punto di addormentarmi, penso che proprio intorno al calcio si vivono valori che ormai stanno scomparendo in questa moderna società. Al prossimo lungo viaggio…

Marco Gasparri