In principio fu Resistenza Ultras, un patto tra le curve di ultras sinistra, per impedire di fatto il dilagare di gruppi e gruppetti extraparlamentari che avrebbero avuto l’obiettivo di conquistare le curve italiane per farne il laboratorio e la sperimentazione di nuovi personaggi di estrema destra. Detta così sembrerebbe una riunione all’insegno della segretezza più assoluta ed invece qualche anno fa, nella quiete delle campagne ternane, tra un bicchiere e l’altro, c’è chi ragionava di ultras, comunismo ed avanzata dell’estrema destra. Non so fino a che punto il progetto poteva essere valido, a ben vedere della resistenza ultras è rimasta qualche traccia in qualche riunione, in qualche corteo e nel classico abbigliamento da stadio. Probabilmente il movimento ultras ha intrapreso, da più parti, una deriva che l’ha portato progressivamente sempre di più ad allontanarsi dalla politica partitocratica ed ad interessarsi di problematiche da stadio. Diffide, processi, impossibilità di poter avere un minimo di agibilità, il fatto di essere criminalizzati al primo coro, alla prima azione ha fatto sì che qualsiasi politico di turno, salvo rare eccezioni, sia stato visto come il fumo negli occhi da chi porta una sciarpa al collo. Ed in materia repressiva questa analisi è confermata dai tanti decreti che si sono succeduti negli anni, dove il colore politico che rappresentava chi dava mazzate agli ultras, non è stato per nulla importante: sinistra, destra, centro sinistra, centro destra, Lega e quant’altro non hanno fatto altro che continuare su una strada intrapresa ormai qualche decina di anni fa, zero dialogo con chi vive la curva e repressione ai massimi livelli. Risultati? Sentire il telecronista di turno che descrive quasi con terrore il clima tutt’altro che amichevole di uno stadio europeo in una partita di Europa League o di Champions, mi fa quasi sorridere, come se presentarsi a Bergamo, Marassi o al San Paolo nel passato fosse una passeggiata. Avete tolto dagli stadi tifo, colore e passione? Ebbene, prendetevi anche gli effetti collaterali, senza dimenticare la progressiva desertificazione dei nostri impianti.

Tornando al punto di partenza, tra i più vivaci animatori delle torride estati ternane, c’erano senza dubbio i padroni di casa ed i livornesi, due curve che hanno portato avanti “Resistenza Ultras” in prima persona. Naturale che dopo un passato neanche troppo tranquillo, tra le due tifoserie sbocci un certo feeling ed anche se non si può parlare di amore a prima vista, c’è da segnalare un rapido e convinto avvicinamento. Niente di strano ma nell’intreccio di amicizie e rivalità, questo progressivo avvicinamento non è passato in secondo piano ed oggi, come nel recente passato, si trovano di fronte due tifoserie, quella livornese e quella perugina, che non mancano di farsi la guerra. Che i ternani siano solo parte in causa di questa rivalità è una verità assoluta ma dal mio punto di vista la “Legge del Beduino” ha colpito come si fosse tornati ai vecchi schieramenti degli anni ottanta.

I perugini arrivano a Livorno con numeri più che interessanti, favoriti dalla decisione di tesserarsi non hanno problemi per acquistare il ticket e presentarsi per la trafila biglietto – documento – perquisizione. I gruppi principali arrivano con un bel’anticipo sull’inizio della gara, il tempo di attaccare alla vetrata gli striscioni e qualche pezza e poi via a cominciare a sventolare i bandieroni. Mentre si avvicina il via delle ostilità, nel settore arrivano altri ospiti, un misto di club e tifosi indipendenti che vanno ad infoltire la nutrita schiera di ultras. Brigata, Ingrifati, Armata Rossa, le punte di diamante del tifo perugino ci sono tutte e danno immediatamente un bel colpo d’occhio anche a livello cromatico con l’Armata che forma una bella chiazza rossa mentre gli Ingrifati optano per un bel blu notte, la Brigata si distingue per le felpe nere. Abbigliamento a parte, i perugini hanno in testa solo due colori, il bianco e rosso delle loro casacche e fin da subito si mostrano parecchio agguerriti, aggredendo verbalmente il pubblico locale e caricando a dovere la squadra nel momento del riscaldamento.

Stadio Armando Picchi che presenta numerosi vuoti, la giornata non è proprio delle migliori ma mi attendevo comunque una presenza più corposa visto che la squadra, pur tra alti e bassi, è comunque nelle posizioni di vertice. In Curva Nord si forma il solito gruppo di ultras che staziona a centro settore, solite pezze amaranto a marcare il territorio ed un paio di bandiere donano un tocco di colore.

Ad inizio gara ben poco da segnalare a livello coreografico, i livornesi mostrano una sciarpata che non coinvolge tutto il settore, i perugini mostrano tutte le loro bandiere mentre in zona Ingrifati viene esposto uno striscione: “Anche noi tifiam per te forza Gianluca olè!”. Lo striscione alzato permette pure l’accensione di un fumogeno rosso mentre in zona Brigata viene accesa una torcia immediatamente fatta cadere a terra.

Le due curve iniziano con intenti bellicosi, si scambiano un paio di saluti, poi passano a tifare per i propri colori. I padroni di casa sono estremamente compatti e danno vita ad una serie di bei battimani, i cori sono continui anche se solo in rare circostanze viene coinvolto l’intero settore.

I perugini, pur essendo in tanti, si sanno coordinare parecchio bene, i cori sono quasi sempre dettati dagli Ingrifati ma in genere tutta la tifoseria canta indistintamente il coro proposto. Un plauso va pure a quelle persone che non si possono definire prettamente ultras ma che comunque non mancano, magari in determinate fasi dell’incontro, di appoggiare ed accompagnare il tifo degli ultras. Anche a livello di colore gli ospiti non si fanno mancare proprio nulla, molti bandieroni sventolati un po’ per tutto il settore, qualche due aste ricercato ed infine, di tanto in tanto, pure qualche torcia accesa soprattutto in zona Brigata. I biancorossi si confermano tifoseria sostanzialmente in buona forma, numericamente sono ottimi ed a livello corale mostrano una unità di intenti che nel passato era stata messa un po’ in discussione. Probabilmente una ritrovata unità di curva, ha permesso di fare un salto di qualità che in effetti è sotto gli occhi di tutti ed anche in questo pomeriggio si nota che tutti i presenti remano nella stessa direzione.

I padroni di casa espongono lo striscione “Fuori gli ultras dalle galere!” e fanno partire il coro “Ultras liberi!”, gli ospiti dopo l’iniziale momento di silenzio, staccano la spina al sostegno della squadra e fanno partire un paio di cori per la libertà degli ultras andando a ribadire il concetto espresso dai livornesi. Certe argomentazioni mettono un po’ tutti d’accordo!

Il primo tempo finisce con una sciarpata appena abbozzata in zona Ingrifati – Armata Rossa mentre comincia a cadere una pioggia  insistente che genera un po’ di fuggi fuggi, qualcuno cerca riparo sotto la curva, fortunatamente, dopo qualche minuto, la situazione si normalizza anche se è solo una breve interruzione.

La ripresa si apre con uno striscione dei livornesi che ha per tema e soggetto il medesimo degli Ingrifati; anche la curva locale dedica un pensiero a Gianluca, la rivalità tra tifoserie non travalica la solidarietà:”Ad un eterno rivale un messaggio da lanciare…Gianluca continua a lottare!”.

Ripresa che vede ancora i perugini uniti e compatti nel tifare, la squadra non viene lasciata sola e gli ultras ci danno veramente dentro per farsi sentire. A livello di colore le bandiere fanno tutto il loro compito, sventolate ad intervalli regolari donano un bel tocco di colore e quando si vuol far riposare l’ugole, ecco la sciarpata dagli esiti più che buoni che viene infarcita pure dall’accensione di una torcia e di un fumogeno rosso.

La curva di casa parte con sprint, poi ha un calo non troppo vistoso ma comunque tangibile, a cantare resta solo lo spicchio centrale mentre parte del restante pubblico prova a ripararsi come si può dalla pioggia che comincia seriamente a disturbare.

Sul campo le emozioni non sono moltissime, il Livorno spreca un paio di occasioni ma anche il Perugia fa gridare al gol i propri sostenitori grazie ad un palo colpito ed alla susseguente ribattuta che viene malamente svirgolata. Le due tifoserie, in questa finale di gara, mirano soprattutto a sostenere la propria squadra, i cori offensivi non “tirano” più di tanto ed il tifo vive di qualche impennata in concomitanza dell’attacco di questa o quella squadra. Alla fine la partita termina sul nulla di fatto, i perugini la chiudono con l’accensione dell’ultima torica della giornata mentre la squadra si porta sotto il settore per i reciproci applausi.

Anche i giocatori in maglia amaranto si dirigono sotto la curva ricevendo gli applausi di rito mentre qualche fischio arriva dagli altri settori.

Valerio Poli