Il valore di una tifoseria è soggettivo, diversi fattori incidono su giudizio, numeri, mentalità, portamento, unità e svariate altre caratteristiche. Indubbiamente ci sono tifoserie che quasi all’unanimità sono esaltate per il loro carattere, altre che probabilmente, relegate nelle serie inferiori, sono ingiustamente snobbate. Brescia è una tifoseria che nell’immaginario collettivo è tra quelle “insidiose”, una tifoseria piuttosto scorbutica molto stile anni ’80, con la voglia di tifare e di fare pure il giusto casino.

Divisa al suo interno tra gli ultras della Curva Nord ed i Brescia 1911, riesce comunque a generare un movimento cittadino niente male nonostante i risultati sul terreno verde, da qualche anno a questa parte, latitino e non di poco, basti pensare che l’ultima stagione è stata chiusa al penultimo posto. Poi giudici, calcio scommesse e ripescaggi hanno stravolto la classifica, ma il Brescia sul campo sarebbe retrocesso con il pubblico al proprio fianco.

La stagione riparte così come si è conclusa, la squadra non sembra poter lottare per le prime posizioni e la trasferta in terra toscana è un ottimo banco di prova.

I bresciani giungono a Livorno con un discreto anticipo, posizionano lo striscione Curva Nord Brescia sulla balaustra e lasciano partire tre – quattro cori in uno stadio praticamente deserto visto che manca più di un’ora all’inizio delle ostilità.

Il pubblico di fede amaranto comincia a popolare l’Armando Picchi e dopo le due vittorie in altrettante partite, c’è da aspettarsi numeri significativi. Le aspettative non vengono deluse ed infatti la Curva Nord si presenta con il vestito di gala ma anche la gradinata non delude ed alla fine si possono contare quasi diecimila spettatori.

Niente di particolare all’ingresso in campo delle squadre, entrambe le tifoserie fanno uso di bandiere e di qualche bandiera a due aste, il tempo delle torciate in notturna a tutta curva è finito o, meglio, l’hanno fatto finire le leggi assurde attualmente in vigore. C’è da aspettarsi di peggio ma questo è un altro bel discorso.

I bresciani sono un gruppo compatto, che fanno dell’incitamento alla squadra il proprio cavallo di battaglia. I cori sono potenti, nessuno dei presenti si estranea dal gruppo e dall’incitamento, il risultato è che il sostegno risulta continuo ed incisivo. Molti i cori offensivi verso i rivali che rispondono per le rime, alcuni tipicamente anni ’80 (caricate o no, caricate si o no…). I lombardi si distinguono per un attaccamento alla maglia e alla città che va ben oltre la sufficienza.

A livello di colore va menzionato il bandierone marcato Ultras Brescia che sventola ininterrottamente ai margini del gruppo, poi qualche bandiera a due aste è alzata spesso e volentieri. Quando la voce comincia a chiedere uno stop, è la volta della sciarpata, accompagnata comunque dal coro ed eseguita in maniera perfetta. Gli ultras ospiti non mancano di ricordare Andrea Toninelli, il ragazzo di 22 anni morto in un incidente stradale nel maggio del 2013 quando di ritorno dalla trasferta dei play off di Livorno, il pullman sul quale viaggiava sbandò ed uscì di strada.

Una tragedia simile a quella che ha coinvolto un altro tifoso, questa volta ternano, il suo nome è Stefano Galletti, morto sabato 12 settembre in un incidente stradale mentre andava allo stadio a vedere la sua Ternana. A lui la Curva Nord livornese dedica uno striscione: “Ciao Stefano”.

Se i bresciani lasciano un’ottima impressione, anche la curva di casa non fa mancare il proprio apporto e fin dalle prime battute si fa forte dei numeri a proprio disposizione fornendo un tifo all’altezza della situazione: cori continui, alcuni seguiti da quasi tutta la curva, altri a beneficio di quello spicchio centrale che ce la mette tutta per farsi sentire dai giocatori in campo. Diversi i botta e risposta con i rivali, i primi cori offensivi si alzano già prima dell’inizio della partita ma anche durante lo svolgimento della stessa, la rivalità sarà tirata in ballo svariate volte.

Il sostegno alla squadra del pubblico di casa non viene mai meno anche se è nel secondo tempo che la Curva Nord sale di noto in maniera decisa. Probabilmente anche il risultato sul campo favorisce il pubblico di casa, infatti dopo l’iniziale vantaggio ospite, già intorno alla mezz’ora il Livorno giunge al pareggio chiudendo la prima frazione in parità.

Nei secondi quarantacinque  il Livorno accentua la propria superiorità passando in vantaggio verso metà ripresa. Se il tifo amaranto subisce un’impennata, i bresciani non stanno certo a piangersi addosso e per tutta risposta eseguono la seconda sciarpata di giornata continuando a tifare come se nulla fosse successo. Al terzo gol della squadra di casa, l’Armando Picchi diventa una bolgia, ormai l’intera curva è in piedi a sostenere ed incitare la squadra e con i giochi praticamente chiusi, si aspetta solo il triplice fischio del direttore di gara.

Al termine delle ostilità, applausi e cori dei padroni di casa verso i propri giocatori ed autentica ovazione per l’ex Igor Protti che questa sera vestiva i panni di commentatore Sky. Sull’altro versante i bresciani decidono di chiudere la propria prestazione con la terza sciarpata della serata.

Ultima annotazione per la cronaca: nel settore, tolto il gruppo di ultras, vi erano un’altra decina di tifosi seduti in ordine sparso a rimarcare la bontà del progetto di desertificare i nostri impianti per favorire il pubblico da poltrona: togliete gli ultras dagli stadi e le presenze negli stessi verranno meno. La trasferta ne è l’esempio lampante, basta non dirlo in giro e credere a ciò che i media ci raccontano.

Valerio Poli