All’indomani di Ascoli – Benevento rimango in zona per una partita di indubbio interesse: terz’ultima giornata di Eccellenza abruzzese e visto che non sono mai stato al Comunale di Nereto, aggiungo quest’altro tassello agli stadi visti in vista dell’arrivo del Chieti che, dopo il recente fallimento, potrebbe matematicamente festeggiare il rilancio nel calcio che conta.

Arrivo presto nel piccolo centro abruzzese, di appena seimila abitanti: ricordo di loro i vari anni trascorsi in serie D fin dalla metà degli anni ’90, prima di scendere nell’oblio delle serie minori. Da questa stagione, fortunatamente le cose sono cambiate, grazie al presidente della Virtus Teramo che, dato lo scarso pubblico intorno alla propria squadra, ha optato per la fusione con il Nereto cambiando stadio, colori sociali e divenendo in tutto e per tutto il “Nereto 1914”.

Piazza tanto piccola quanto calda, in questo campionato ha fatto molto bene, occupando il primo posto in classifica per diverse giornate fino ad un calo vertiginoso che ora rischiare di vederla sprofondare nei playout e delegittimarne l’ottimo inizio di torneo.

Gli ospiti invece, come da pronostico, si apprestano a vincere il campionato forti di sette punti di vantaggio sulla Torrese seconda. A Nereto sono attesi in oltre trecento, pronti a festeggiare questa ipotetica promozione.

Messo piede in campo, scopro uno stadio la cui capienza di certo non merita le serie inferiori in cui il Nereto ha sempre stazionato in questo ultimo decennio: una più che capiente tribuna coperta da un lato ed una lunga tribuna in ferro scoperta dal lato opposto, destinata alle tifoserie ospiti, mentre il campo è in erba naturale seppur con qualche piccolo “buco” di terra.

Oggi, per la particolare occasione, le due tribune vengono invertite: la tribuna coperta viene destinata agli ultras teatini, mentre i padroni di casa prendono posto nella tribuna in ferro, ma con il caldo di questa giornata sicuramente non soffriranno il freddo.

La tribuna coperta lentamente si riempie con i gruppi della Curva Volpi che prendono posto al centro, cercando di farsi sentire fin da subito con diversi cori ed anche vedere grazie allo sventolio dei vari bandieroni. Gli ultras rossoblu invece, sono una cinquantina e si sistemano al centro della tribuna in ferro dietro il grande striscione “IRRIDUCIBILI”, gruppo attivo fin dal 1992, longevità che per una piccola tifoseria è motivo di grande orgoglio.

Il pregara è caratterizzato dai cori di entrambe le tifoserie che aprono la loro personale contesa sventolando bandieroni e bandiere. I teatini ovviamente sono su di giri e con l’inizio della partita cominciano il loro show personale fatto di continui battimani, sbandierate e cori a ripetizione con un’intensità più o meno alta. Poco prima della mezzora effettuano una bella sciarpata, non fittissima forse per il caldo che non invoglia a indossarla, ma indubbiamente interessante. Nella seconda parte di gara, i neroverdi continuano a tifare sempre in maniera costante effettuando molti battimani ad accompagnare i cori e una nuova sciarpata.

I neretini sono una realtà interessante che può indubbiamente migliorare cercando di coinvolgere i giovani. Nella prima frazione li vedo un po’ in soggezione, forse per il blasone e l’importanza della tifoseria che hanno di fronte, ma con il passare dei minuti prendono coraggio e cominciano ad effettuare cori anche di una certa durata ed intensità, sventolando saltuariamente un grande bandierone ed un paio di bandiere.

Nel secondo tempo il tifo dei locali migliora, senza troppe pause e con numerosi battimani a completare il tutto. Una ventina di minuti prima della fine della contesa, effettuano una bellissima sciarpata tenuta in alto per qualche minuto e che ripetono poco dopo addirittura migliorandola grazie anche allo sventolio delle bandiere.

La partita si chiude a reti bianche e grazie alla contemporanea sconfitta della Torrese, i neroverdi festeggiano la promozione in serie D con due giornate di anticipo, prolungando i festeggiamenti con la squadra sotto al settore. Senza dimenticare chi non c’è più come lo striscione finale dedicato a Roberto Vanni, prematuramente scomparso meno di un anno fa, dimostra.

I neretini pure applaudono la propria squadra per questo importante punto in chiave salvezza, che chiedono alla squadra di raggiungerla quanto prima, dopo di che intonano anche un paio di cori di rispetto verso la tifoseria teatina che continua a festeggiare questa nuova promozione.

Marco Gasparri