Una lite sfociata in tragedia. Correva l’anno 2015 quando Dario Ferrara, il 29 aprile 2015, perdeva la vita nel parco del quartiere Villanova a Nocera Inferiore. Aveva appena 21 anni. Dario fu raggiunto al parco da un altro ragazzo giunto a bordo di uno scooter. I due ebbero un rapido scambio di battute che degenerò in un’aggressione: Dario fu colpito alla testa con un casco per due volte accasciandosi a terra. Nonostante i pronti tentativi di rianimazione e il successivo ricovero in ospedale, Dario Ferrara morì nella notte tra il terzo e il quarto giorno di coma.
Se mai possa esistere una gerarchia dell’ingiustizia, quando una vita viene strappata via così giovane, la morte di Dario fece davvero molto male a tutti quelli che lo conoscevano e gli volevano bene. Fra questi anche gli ultras della Nocerina che, proprio nel decennale della sua scomparsa, lo hanno voluto ricordare con tutto l’affetto possibile. Dario era infatti anche un ultras dei Molossi, appartenente ai Massive e se nella nostra società la ritualità della morte è importante nell’elaborazione del lutto, nella comunità ultras questa viene spesso superata dalla celebrazione della vita oltre la morte, nella perpetuazione del ricordo e delle gesta di chi non c’è più. È un modo per rendere tanto a chi alla curva tanto ha dato, realizzare in un certo senso l’aspirazione umana alla vita eterna, creando qualcosa che ci sopravviva come l’esempio, che è poi anche un solco entro cui indicare il cammino alle più giovani generazioni che si avvicinano allo stadio.
Tanti i fumogeni, alta al cielo la bandiera con il suo volto e con i colori che questo ragazzo tanto amava. Tanti ovviamente anche gli ultras e gli amici accorsi. Se spesso stupida e infame sa essere la morte, mai vana è la vita, specie in chi ha vissuto nella passione, ha amato ed è stato amato. Ricordare per non dimenticare, tramandando il sorriso di una giovane vita spezzata da un evento tragico.
Foto di Davide Gallo




























