Una caldissima domenica di passione, storia e orgoglio quasi stracittadino: Noicattaro e Rutigliano, due centri divisi da solo 4 km si affrontano in una sfida dal sapore unico, lo storico “Derby dell’Uva” valido per la finale playoff di Prima Categoria. A pensare che queste due squadre, circa 25 anni fa (ma sembra ieri…) bazzicavano regolarmente tra C2 e serie D con i propri stadi stracolmi di gente e quando c’era questo derby era un evento imperdibile per tutte e due le cittadinanze. Così come succede finalmente oggi, in una partita che richiama al “Comunale” una cornice di pubblico degna delle grandi occasioni, con tantissimi tifosi nojani accorsi a sostenere la squadra del cuore in una gara che vale una stagione.
Rivalità antica quella fra le due tifoserie, affievolita negli ultimi vent’anni in cui le squadre si sono incontrate sì, ma senza quel particolare clamore o entusiasmo che l’oblio di queste infime categorie ha inevitabilmente smorzato. Ma le tradizioni rimangono sempre, e vengono tramandate: lo sfottò, il campanilismo si trasmette per via genetica, di generazione in generazione. L’unica nota stonata riguarda la scarsa presenza del pubblico ospite: da Rutigliano, infatti, ci si aspettava un esodo più corposo, vista l’importanza dell’evento e il valore simbolico del derby. Anche se forse era più un sogno che la realtà, visto che il seguito ultras ha smesso di seguire i granata già da qualche tempo. Si rileva una sparuta rappresentanza non organizzata, che non accenna a nessun coro, nemmeno a contraccambiare i tantissimi cori di scherno del pubblico locale. Davvero un gran peccato.
Prima del fischio d’inizio, un momento di grande commozione unisce tutti i presenti: il ricordo di Gaetano Abbrescia, giovane promessa della Juniores nojana, scomparso nel 2016 in un incidente d’auto a soli vent’anni. La famiglia di Gaetano, visibilmente emozionata, è stata accolta sotto la curva tra applausi e cori toccanti che, ancora una volta, dimostrano quanto il calcio sia portatore anche di sani valori e non solo della tanto strumentalizzata violenza. A rendere ancor più speciale la giornata, la presenza di alcune vecchie glorie del Noicattaro Calcio, accolte con affetto e riconoscenza sotto la curva. Volti storici che hanno scritto pagine importanti della storia sportiva locale, tornati lì dove tutto è cominciato, a sostenere i colori che non si dimenticano mai.
A fare da trascinatrice per tutti i novanta minuti, è una curva nojana in stato di grazia, protagonista assoluta della giornata. Il tifo organizzato sostiene la squadra praticamente senza sosta, con cori molto coordinati da tamburi usati molto bene, battimani e coreografie a tinte rossonere che colorato il cielo sopra il “Comunale”: più volte vengono accesi fumogeni rossi e neri, fanno capolino anche un piccolo bandierone copricurva e una bella sciarpata per un’atmosfera degna di palcoscenici ben superiori a questa Prima categoria, alimentata anche dal fatto che – per fortuna – a queste latitudini per fortune non sono ancora arrivate le stupide restrizioni di Osservatorio e soci a uccidere la passione.
Di cotanto entusiasmo ne beneficia ovviamente anche la compagine rossonera in campo, che dopo aver dato tutto fino al triplice fischio, la spunta con un netto 4 a 1 che la proietta in testa alla graduatoria per i ripescaggi in Promozione. Festa grande dopo il triplice fischio e momenti di folle gioia che si rimpallano sotto la curva fra tifosi e calciatori. Il sale del calcio è questo. Esattamente ciò che ci stanno togliendo per offrirci uno spettacolo insipido e pure costosissimo. Se lo tenessero. Così come noi dovremmo tenerci stretto questo patrimonio che sono le categorie inferiori.














































