Questa partita dei quarti di finale dei play off di serie D comincia simbolicamente già il giorno successivo alla qualificazione delle due squadre. Tutto fa presagire ad una bella gara, sia in campo ma soprattutto sugli spalti, visto che la Viterbese ha messo a disposizione degli ospiti ben 1050 biglietti per il suddetto settore.

Ovviamente, come consuetudine, iniziano subito i problemi per via dell’alto numero di tifosi ospiti (cosa normalissima fino a qualche anno fa), così la prefettura decide di mettere in difficoltà non solo gli ultras, come fa di solito, bensì tutti i tifosi tarantini che vogliono seguire la squadra a Viterbo. Più passano i giorni e più le imposizioni aumentano, fino a quando gli ultras tarantini, esasperati dall’ennesimo torto, decidono di mettere un punto e fanno uscire un comunicato in cui spiegano che (e perché) diserteranno questa trasferta.

Si arriva dunque al giorno della gara. Come detto gli ultras tarantini non ci sono, anche se nel settore ospiti prenderanno posto oltre 200 tifosi rossoblù. Per quanto riguarda la sponda viterbese, quest’oggi lo stadio presenta un bel colpo d’occhio, con gli ultras in curva che sono abbastanza numerosi. Prima dell’inizio della gara e per i primi cinque minuti di gioco, le due parti centrali dei rispettivi settori rimangono volutamente vuote per rispetto nei confronti degli ultras della curva nord Taranto.

Passati questi primi minuti, nel settore ospiti i tarantini si compattano e cantano cori per gli ultras e contro la repressione, accompagnati da battimani, mentre nella curva di casa i viterbesi srotolano lo striscione “Mentalità ad oltranza”, che rimarrà appeso in balaustra per tutta la prima frazione. Un secondo striscione viene tenuto a mano, “Non c’è partita senza confronto” è il messaggio che dimostra tutta la loro sensibilità sulle tematiche ultras, mentre vengono accese anche alcune torce a completare il quadro.

I tarantini per una decina di minuti cantano bene e fanno diversi battimani, dopodiché si noterà con molta evidenza la mancanza dei gruppi organizzati, tanto che il tifo risulterà discontinuo per tutto il resto della prima frazione. I viterbesi invece saranno autori di un primo tempo discreto, con numerosi battimani e mani alzate e con sbandierate soprattutto ad inizio partita. Il sostegno canoro c’è, anche a livello d’intensità e se proprio devo trovare una pecca, la riscontro solo in qualche piccola pausa fra un coro e l’altro.

Nel secondo tempo, con l’arrivo della pioggia, i tarantini smetteranno di tifare del tutto, sparpagliandosi nel settore coi più che andranno a ripararsi sotto la balconata, per rifarsi vivi solo dopo il gol del pareggio.

I viterbesi, in questa seconda frazione, con striscioni e stendardi in balconata danno veramente il massimo e canteranno ininterrottamente per tutto l’arco dei secondi quarantacinque minuti. Tanti i battimani e belle le sbandierate, così come sarà alta l’intensità dei cori. Passati una decina di minuti espongono un bello striscione molto significativo, con cinque stendardi alzati che hanno fatto parte della storia della “Questione di stile”, una storia durata 10 anni e che purtroppo vedrà lo scioglimento del gruppo il giorno successivo, anche in questo caso spiegato tutto in un comunicato ufficiale.

Tornando alla gara, il poc’anzi citato striscione viene accompagnato da varie torce accese e rimane alzato per buoni cinque minuti. Incuranti della pioggia, dei lampi e dei tuoni continueranno a tifare, nonostante il pareggio tarantino a pochi minuti dalla fine della partita.

Alla lotteria dei rigori saranno i tarantini a spuntarla, facendo gioire un settore comunque monco della passione dei propri ultras mentre i viterbesi, nonostante la sconfitta e l’uscita di scena dai play off, applaudiranno lo stesso la squadra per l’impegno messo in campo.

Da segnalare con i laziali la presenza degli amici lucchesi e di Latina, con le rispettive pezze al seguito, a cui vengono dedicati dei cori per ricambiare la stima e l’appoggio ricevuto.

Marco Gasparri.