Per questa prima domenica di settembre il sottoscritto, con relativa fotocamera al seguito, decide di attraversare mezza Italia, esattamente in direzione Jesi per la prima giornata del girone F di serie D tra i marchigiani padroni di casa ed i molisani del Campobasso.

Si parte da Modena col Regionale per Ancona delle 10:01, treno che mi farà risparmiare parecchi euro sulle soluzioni che avevo visto in settimana. Il viaggio di andata scorre tranquillo, e dopo circa tre ore arrivo in quel di Falconara Marittima, in attesa che arrivi il regionale che da Ancona porta a Roma Termini via Jesi. Ovviamente su questo treno ci starò pochissimo, ma la stazione finale mi mette i brividi nel considerare le orde di turisti capitolini, di sicuro ritorno dalle vacanze tra Riviera Romagnola e Marchigiana, che poi puntualmente ritroverò a bordo.

Mentre prendo posto ecco la mia sorpresa di giornata: mi siedo nei pressi di due ragazzi di origine campobassana, fuori sede, anche loro ovviamente diretti a Jesi per assistere alla gara. Tra una domanda e l’altra mi dicono di provenire uno da Pescara e l’altro addirittura da Rovigo, così tra me e me capisco di non essere l’unico ad avere fatto una mezza pazzia.

Dopo neanche dieci minuti di viaggio il treno arriva alla stazione di Jesi, mentre l’orologio segna le 14:10 esatte. Di tutta fretta chiedo ai ragazzi come raggiungere lo stadio, la risposta è: “non lo sappiamo nemmeno noi, ma abbiamo la mappa sul cellulare, prima però facciamoci una birra insieme al bar”; mai risposta fu più gradita di questa, anche per via del caldo asfissiante che colpisce la cittadina marchigiana e non posso che ringraziarli ancora della bevuta.

Sorseggiando di fretta, li scopro essere due membri dell’ex Brigata Fastidiosa, che non hanno perso la passione per la loro squadra nonostante il loro gruppo si sia sciolto cinque anni fa.

Dopo dieci minuti passati al bar partiamo in direzione stadio. Nonostante Jesi conti circa 40mila anime, mi fa impressione come a quest’ora non ci sia nessuno giro. Per quel che ci riguarda, i circa 2 km che separano la stazione dallo stadio, sotto al sole cocente, sono una vera prova di forza.

Arriviamo nei pressi dello stadio poco prima dell’inizio della gara, con la foga di cercare il settore di tribuna seguo i ragazzi direttamente sotto quello degli ospiti, alla fine, stanco di questa estenuante camminata, deciderò di assistere la partita dal loro stesso settore.

Finalmente entro dentro l’impianto jesino, stadio intitolato a Pacifico Carotti, storico presidente della Jesina. Su per giù lo stadio marchigiano (composto da tribuna, curva riservata ai tifosi locali e gradinata dedicata ai tifosi ospiti) conterrà sulle 5mila unità. Come primo impatto, l’unica lacuna evidente è che manchi un settore ospiti vero e proprio, anche se la capienza è ampiamente sufficiente per la categoria.

Mentre prendo posto, mi perdo la coreografia organizzata dai tifosi di casa, composta da bandierine bianche e rosse (colori sociali della Jesina) fatte sventolare in ogni angolo della curva di casa. Curva di casa (oggi presenti circa 500 persone, di cui circa la metà ultras) guidata dai ragazzi degli Ultras Jesi, affiancati dal gruppo Vecchia Macchia. Dopo aver accolto le squadre con la citata coreografia, coadiuvati da 2-3 bandieroni di ottima fattura, offrono un tifo molto positivo, aiutati anche da un tamburo che accompagna il ritmo dei loro cori.

Durante il primo tempo il gruppo Vecchia Macchia espone due striscioni, uno dedicato ad una tifosa scomparsa di recente (con conseguente applauso di tutta la curva), l’altro (appeso sopra il loro striscione) che dà il benvenuto alla figlia di un esponente del gruppo.

Come detto, gli ultras di casa non sono in tanti a tifare ma, grazie anche al vantaggio della loro squadra, il loro tifo decollerà nel primo tempo, restando buono anche per la prima metà della ripresa. Successivamente, complice il gran caldo (oggi il termometro segnava 29 gradi) ed il pareggio dei molisani, verso la fine della partita sentirò solo il loro tamburo a centro curva, ma la loro prestazione resta più che sufficiente, anche considerando che siamo alla prima giornata.

Passando invece agli ospiti, circa 150 i tifosi campobassani giunti oggi in quel di Jesi, un centinaio abbondante quelli giunti direttamente dal Molise con un pullman, un mini bus da 20 e varie macchine, alle quali si sono aggiunti vari campobassani residenti nel Centro-Nord Italia (oltre ai ragazzi citati in precedenza, si registreranno anche presenze da Roma, da Torino, da Bologna e da Modena).

Nel settore ospiti del Carotti presenti i maggiori gruppi della Curva Nord Michele Scorrano (Smoked Heads, Nucleo Zasso e Ultras). Il loro tifo a inizio gara non sarà dei migliori, ampiamente giustificati dal grande caldo e dal sole che avranno in faccia per tutto il resto della gara. Pian piano riprendono fiato e iniziano a sostenere i lupi con grande foga, accompagnati anche dallo sventolio di parecchie bandierine nella zona degli Smoked Heads, oltre a due bandieroni fatti sventolare più sporadicamente.

Essendo nel loro settore, assisto direttamente sul posto ai loro cori, che vanno dai più semplici incitamenti alla squadra ai cori per i diffidati (sempre presente una piccola pezza DIFFIDATI sul drappo degli Smoked Heads), oltre a quelli in dialetto e contro la repressione. Belli i battimani che accompagnano i cori, molto riuscita la sciarpata a inizio ripresa, grazie anche al pareggio del Campobasso. I loro ultimi 15 minuti di partita saranno veramente impressionanti, col rischio (nei minuti finali) di vedere la loro squadra acciuffare il sospirato gol vittoria.

Al fischio finale Jesina e Campobasso si spartiscono la posta in palio con un 1 a 1 che accontenta entrambe le squadre, che ovviamente non mancheranno di salutare i propri tifosi sotto i rispettivi settori.

Tutto tranquillo tra le due tifoserie che hanno pensato solo al sostegno delle compagini in campo.

Il racconto non termina qui: per mia fortuna riesco a trovare un passaggio per la stazione di Falconara Marittima che mi permette di prendere in tempo il regionale delle 18:01; chiacchierando della partita con questo gentilissimo signore, una sua frase mi lascia di stucco: “Sono venuto da Torino per il Campobasso e in Molise non ho parentele, sono piemontese doc”; sì, avete letto bene, un appassionato del Lupo dai tempi della Serie B (quindi circa 30 anni fa), davvero un tifoso con la T maiuscola.
Il rientro in Emilia sarà un’odissea: fino a Rimini tutto ok, poi (causa un investimento nella stazione di Forlimpopoli) ci sarà una lunga sosta alla stazione di Rimini che mi farà rientrare a Modena con ben due ore di ritardo, alle 23:15, stanco, ma soddisfatto di aver visto all’opera due buone tifoserie di girone che si prospetta buonissimo a livello ultras e che già mi ha fatto ritornare la voglia di macinare parecchi km.

Francesco Passarelli.