NON È UN SETTORE DI CEMENTO A FARE UN GRUPPO MA SONO LE PERSONE CHE STANNO SU QUEL CEMENTO A FARE IL GRUPPO E IL SETTORE

01Un passo indietro, per fare tre, cinque, dieci passi avanti! Come noto, l’estate scorsa la parte più numerosa della tifoseria organizzata ha deciso di continuare nella sua linea intransigente verso la Tessera del Tifoso. Ci siamo guardati in faccia. Ci siamo contati e abbiamo valutato la consistenza della nostra reale forza o della nostra reale debolezza, fate voi. Restare a casa durante una stagione dal fortissimo richiamo evocativo come quella in corso non è stato per nulla facile. D’altra parte, nella nuova situazione determinata dal “Decreto Alfano”, continuare a vivere “clandestinamente” le nostre trasferte avrebbe significato una morte certa. A noi non interessano gli scimmiottamenti di epoche passate. Chi doveva vivere ha vissuto e chi, pur avendone la possibilità, non lo ha fatto non può pretendere di farlo oggi, nel 2015. Ogni tempo ha la sua storia e questo mondo è oramai inesorabilmente qualche cosa d’altro rispetto agli anni Ottanta e anche ai Novanta. Se ne facciano una ragione i nostalgici, ne prendano consapevolezza le nuove leve impegnandosi, questo auspichiamo, nella ricerca di nuovi significati, metodologie e strade per caratterizzare la propria militanza ultras tenendo fermi del passato i valori e la genuinità. Forti della nostra storia e consapevoli di non dover dimostrare nulla a nessuno, abbiamo così individuato nella necessità di una ricostruzione del movimento Ultrà cosentino e nella riappropriazione del nostro spirito e della nostra identità le priorità fondamentali per questa stagione. Priorità per la realizzazione delle quali, oltre qualsiasi necessità di trasferta (di QUALSIASI trasferta), non sarebbe stato accettabile il sacrificio di nessuno di noi. Fosse anche quello di un solo uomo o di una sola donna. Nell’intraprendere tale percorso ci ha guidato per prima cosa la consapevolezza che non poteva finire tutto in un meraviglioso ricordo e non si poteva vivere di sola malinconia. È da qui che siamo partiti cercando di ricucire il filo con la nostra storia. La storia di un gruppo un po’ strambalato che non ha mai disdegnato l’uso della forza pur senza andarsele a cercare e anzi privilegiando, ogni qual volta è stato possibile, il confronto con l’Ultras avversario. Un gruppo distintosi per creatività e originalità, tifoso della maglia e dei colori piuttosto che dell’omino in scarpini o del presidente di turno. Un gruppo attento, molto attento, a quanto accadeva fuori dalla Curva e che allo stesso tempo, o forse proprio per questo, ha vissuto lo stadio in modo alternativo al modello classico e dominante. Questo è il nostro riferimento. Ed è inutile dire che, fosse anche possibile, siamo ancora molto lontani dal raggiungerlo. C’è ancora tantissimo lavoro da fare. Eppure, solo per citare qualche esempio, i numeri domenicali, l’ambiente che faticosamente si sta ricreando così come la rinnovata attenzione che il movimento ultras nazionale rivolge a Cosenza ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. Due sono stati i punti fermi. Due concetti semplici e dal significato semplice ma allo stesso tempo basilari nella vita di ogni gruppo ultrà: AGGREGAZIONE e TERRITORIO. Non ce ne voglia nessuno se lo abbiamo fatto anche tramite cinema e purpette. E non ce ne voglia nessuno se ogni tanto la partecipazione e il risultato di alcune iniziative è stato reso pubblico con forse troppa enfasi ed entusiasmo. Si, lo sappiamo che si dice «fà buanu e scordati». Ma sappiamo pure che non si tratta di ricerca di consenso né autocelebrazioni o autoreferenzialità. È piuttosto la caparbia speranza di riuscire ad incrinare l’immaginario dell’opinione pubblica, anche quella meno sclerotica e meno borghese, che ci identifica solo e semplicemente come “il male”. È il voler continuare a combattere contro la convinzione comune secondo cui il nostro orizzonte sia composto ESCLUSIVAMENTE dalle forze dell’ordine (!) e dallo Stato senza capire minimamente il reale motivo di tale contrapposizione. È il rivendicare la nostra presenza “attiva” sul territorio. Sabato 21 febbraio sarà ricordata come una delle tappe principali del nostro percorso. Le parole date vanno mantenute. Durante il girone d’andata, da parte del gruppo Anni Ottanta e degli altri gruppi e comitive che aderiscono e supportano il progetto “Anni Ottanta”, era stato promesso ai ragazzi della “Terra di Piero” di fare quanto possibile affinché il Derby contro la Reggina potesse essere interamente dedicato ai tifosi disabili (che poi, diciamocelo, i veri disabili siamo noi). Queste persone seguono i Lupi dall’unico spazio attrezzato e rispondente alle loro esigenze nell’intero stadio San Vito, una struttura ormai logora, fatiscente e inadatta alle esigenze dello spettatore sulla quale Comune e società Cosenza Calcio sono chiamati ad aprire un ragionamento serio. Lo spazio, tra le altre cose, è ubicato nel settore di Tribuna A che, durante le partite, rimane solitamente chiuso al resto del pubblico. Più volte è stato espresso da parte loro il desiderio di una partecipazione “attiva” al sostegno del Cosenza ciò però, proprio per quanto detto, non è mai stato possibile. Sabato 21 febbraio invece il desiderio è stato realizzato. In una giornata da noi tutti molto sentita, dedicata al ricordo di Piero Romeo fondatore e leader degli Ultrà Cosenza scomparso il 22 febbraio del 2011, grazie alla volontà, all’impegno e alla caparbietà di tanti i suddetti gruppi hanno deciso di tifare in Tribuna A. Insieme, in un settore colorato e festante. Basta guardare una qualsiasi foto del Derby per capire l’atmosfera e l’aria che si è respirata. Impossibile per noi non constatare di esser di fronte ad uno di quei momenti in cui si deve fare un altro passo in avanti. Sabato abbiamo tifato INSIEME a questi ragazzi, ora è il momento di tifare PER questi ragazzi: Vivere Ultrà è che nessuno rimanga indietro negli stadi, nelle strade, nella vita. Così, al termine di alcune riunioni, i gruppi presenti in Tribuna hanno deciso di farsi portatori di una richiesta precisa e perentoria al Sindaco e al Presidente della società Cosenza Calcio 1914: costruire/attrezzare, entro l’inizio della prossima stagione calcistica, uno spazio coperto e accessibile a chi porta disabilità anche negli altri settori dello stadio, ad iniziare dalla Curva Sud “D. Bergamini” (intitolandolo alla memoria di Piero Romeo) e dal settore ospiti. Trovare i fondi per la realizzazione di questo progetto DEVE essere un loro problema. Lo facciano, per esempio, in quel fiume di denaro che la Comunità Europea butta in Calabria, che tutti sappiamo essere più che cospicuo e di cui tutti, o quasi, ignoriamo destinazione e finalità. D’altra parte non dovrebbe essere un problema reperire fondi da destinare ad uno scopo simile per il Comune di Cosenza che, alcune estati orsono, ha speso diverse decine di migliaia di euro (ripetiamo per chiarire bene il concetto: diverse decine di migliaia di euro) per permettere alla nota piattaforma televisiva Sky la trasmissione della partita Juventus-Lione svoltasi proprio allo stadio San Vito. Nutriamo dubbi sul fatto che l’evento abbia avuto per la Collettività un ritorno tale da giustificare quei soldi di fatto sborsati dalla Collettività stessa mentre, e di questo ne siamo certi, al territorio ha portato solo problemi e magre figure. Dovesse comunque palesarsi l’ottusità e l’indisponibilità dei nostri interlocutori lo si dicesse apertamente, tranquillamente, immediatamente. Vorrà dire che uno spazio nella Sud, adeguato alle esigenze di queste persone, se lo costruiranno da soli gli ultras firmatari del presente documento insieme alle associazioni libere e solidali presenti in città, prima fra tutte “La Terra di Piero”. Dopo di che, «ara squagliata da nivi si vidanu i strunzi» diceva, appunto, il nostro Piero Romeo. Per noi questa è diventata questione di principio. Proprio come la battaglia contro l’“Art.9”. In entrambi i casi infatti, viene limitata la libera scelta di liberi individui. E così come non saremmo noi se tifassimo in un settore ospiti sapendo che ad un fratello di Curva una legge iniqua e ingiusta lo impedisce, analogamente non saremmo noi se rimanessimo sordi ai desideri e alla voglia di aggregazione espresse da questi fratelli tifosi rosso blu, mortificate da anacronistiche barriere architettoniche. È il nostro essere, è la nostra storia. Siamo chi siamo! La questione dunque deve essere chiara, senza lasciare il campo ad altre interpretazioni: mai renderanno accessibile la Curva ai disabili, MAI torneremo in Curva. Per questo abbiamo deciso che nelle restanti cinque gare casalinghe rimarremo in Tribuna A. Non è l’uno o l’altro settore di cemento a fare un gruppo ma sono le persone che stanno su quel cemento a fare il gruppo e a fare il settore. Alla società chiediamo di adoperarsi affinché il costo del biglietto rimanga di costo di 10 euro. Crediamo, come d’altra parte è stato dimostrato, che di una simile situazione si potranno avvantaggiare tutti: le persone disabili innanzitutto, ma anche la stessa società, la squadra e, infine, noi ultras e tifosi. C’è un ultimo punto, sempre collegato alla giornata di sabato 21 febbraio, sul quale vogliamo dire la nostra prima di rimboccarci le maniche e ritornare al nostro silenzioso “lavoro”. Per il Derby con la Reggina l’Amministrazione comunale e il Cosenza Calcio hanno supportato concretamente un’iniziativa promossa dal sodalizio “Lupi in Diretta” e appoggiata poi da altri sodalizi di tifosi. Lo scopo è stato quello di riavvicinare la provincia alle sorti del Cosenza. L’iniziativa è perfettamente riuscita e ha riscosso innanzitutto il nostro plauso da sempre coscienti e consapevoli dell’importanza che hanno i tifosi di “fuori città” siano essi ultras, club o singole individualità. Pare però che tutto ciò non verrà ripetuto nelle prossime gare interne del Cosenza e questo ci piace molto meno. In una regione che va ormai considerata “di frontiera” più che “di confine”, un sistema ferroviario locale debellato e ormai inesistente e un ibrido trasporto “pubblico/privato” su gomma, di sana pianta inventato dalla politica nostrana, lasciano il territorio provinciale, o almeno gran parte di esso, totalmente isolato dal Capoluogo durante i fine settimana. Il problema dei disservizi ha ovviamente ben altri “orizzonti” che non quelli del tifoso, ma con i disservizi è costretto a fare i conti anche il tifoso. L’attaccamento della provincia ai colori rosso blu è da sempre fuori discussione. Allo stesso tempo siamo ben coscienti delle problematiche di molti, di tanti, economiche e non solo. Di chi è costretto a percorrere mediamente 150 km (e fosse solo questo) per una passione, per poter esser presente al San Vito. Al di là dei risultati del campo c’è fame di Cosenza, basta sbirciare sui Blog della tifoseria per rendersene conto. A noi, è cosa risaputa, non interessano contributi né agevolazioni di alcun genere, chiediamo solo un occhio di riguardo verso chi vorrebbe sostenere i Lupi con più costanza ma non ha possibilità di farlo. Chiediamo di non mortificare questa fame per l’ennesima volta. Chiediamo alle Istituzioni e al Cosenza Calcio di andare incontro ai sodalizi di tifosi per altre volte prima della fine della stagione. Avremmo voluto organizzarli noi stessi quei pulman, tutti quanti. Ma questo è, almeno per il momento, un sogno purtroppo irrealizzabile. Ci stiamo però adoperando per allestirne almeno uno. È solo un gesto simbolico che ovviamente non risolve il problema ma che speriamo sia da stimolo per chi di dovere. Di certo c’è che non ci fermeremo qui. L’obiettivo di riaggregare la provincia, e nel nostro specifico caso la sua parte ultras, è uno dei primissimi obiettivi che ci siamo posti fin da questa estate. Riteniamo che, ben oltre il Cosenza, sia uno dei massimi segnali di aggregazione sociale che possiamo mandare in questo momento. Vogliamo pertanto realizzare un’iniziativa apposita, di cui daremo notizia nelle prossime settimane, e invitare tutti, ma proprio tutti, gli Ultrà del Cosenza sparsi per il territorio. Ce ne sono molti, sono centinaia. In ogni paese ce n’è almeno uno. E li vogliamo TUTTI insieme a noi! Siamo tornati! Vivere Ultrà per Vivere. PER CONTINUARE AD ESISTERE! Anni Ottanta – Amantea – Acri Firm – Allupati I Lotto – Andreotta – Bad Wolves – Banda Free – Corso d’Italia – Cosenza Vecchia – Diamante – Domanico Rebelde – Fimmine – Intifada Roggiano – Kiri du Nord – Longobardi – Luzzi Klan – Occasionali – Panettieri – Perugia 1988 – Rebel Fans – Sez. 4miglia – Villapiana S. ’91 – Wolves Fans Roma