Dopo un po’ di anni l’Italia torna a giocare a Bologna, in amichevole contro la Romania e per questa partita si inaugura la copertura della pista d’atletica, ormai non più utilizzata da tempo, che quindi s’è scelto di nascondere sotto un tappeto di erba sintetica.

Dopo gli ultimi fatti di terrorismo avvenuti in Francia, per questa partita il servizio d’ordine attorno allo stadio è raddoppiato, con Carabinieri in assetto antisommossa affiancati da diversi militari, mentre gli steward ai tornelli fanno un controllo ancora più accurato del solito.

Allo stadio ci sono circa 25.000 persone, di cui almeno 5.000 sono rumeni: una parte di questi si raggruppa in Curva San Luca, ma moltissimi altri si disseminano nei distinti, irrobustiti nelle loro fila dalla foltissima comunità rumena sparsa tra Bologna e provincia.

Prima dell’inizio, la banda musicale esegue “la Marsigliese”, l’inno francese, in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi, poi è la volta dei due inni nazionali delle squadre oggi in campo.

Il tifo è ben diverso da quello tradizionale a cui siamo abituati in campionato: nello spicchio romeno ci sono tantissime bandiere blu-giallo-rosse, sciarpe, trombette e cantano diversi cori difficilmente intuibili nel contenuto tranne un “Romania ole ole”. Pochi minuti dopo l’inizio, si presenta anche un piccolo gruppo che si defila su un lato della San Luca, al confine con la tribuna laterale, esponendo alcuni drappi e pezze. Verso la metà del secondo tempo aprono uno striscione cartaceo in lingua madre in cui, lo deduco grazie all’aiuto di qualche amico, si lamentano per la mancanza di investimenti nel calcio giovanile per sprecare tutte le risorse nell’acquisto di stranieri.

Dalla parte italiana c’è un’altissima presenza di bambini delle scuole calcio bolognesi (presumibilmente favoriti da ingressi omaggio o ridotti per far fare bella figura alla Federazione) armati di trombette, colori della bandiera italiana, sciarpe, bandiere, cappellini e volti dipinti. Molto folklore e poco o meglio nulla di ultras.

In Curva Bulgarelli invece, al tricolore “Bologna” spetta di diritto il posto in balaustra centrale, mentre altre bandiere italiane sono sparse un po’ ovunque e recano i nomi di varie città d’Italia. Il tifo si limita ad una partecipazione totale e compatta all’inno nazionale, poi è la volta del coro che accompagna gli Azzurri dalla vittoria dei mondiali del 2006, quel “Seven nation army” dei White Stripes che tutti conoscono.

La partita finisce 2-2 ed è festa per tutti, nonostante l’allarmismo isterico che s’era creato attorno a questo evento.

Fabio Bisio.