Novara-Como è un grande classico: sono ben 56 gli incroci tra le due compagini, il primo nella stagione 1931/32. Negli anni ‘50 e ‘60 le due formazioni si sono affrontate nel massimo campionato, per tornare, in seguito, ad incrociare gli scarpini tra Serie B e Lega Pro/Serie C.

La cornice di pubblico, nonostante la giornata uggiosa, è di tutto rispetto; oltre a circa 2.500 abbonati, sono 600 i paganti, di cui 200 dalla città lacuale.

In Curva Nord, dove si sistemano i Nuares, sono circa una 70ina gli ultras che occupano i gradoni centrali, che scaldando la voce già prima del match. Due bandieroni, sventolati a lato del gruppo, colorano i gradoni.

Sul fronte opposto si sistemano gli ultras lariani; la pezza dei “Como 1907” campeggia sugli spalti e ben 4 bandiere vengono distribuite nella parte alta del settore ospiti.

In concomitanza dell’ingresso in campo dei 22, vengono esposti due striscioni da entrambe le curve. “Onore ai Vigili del Fuoco” recita il drappo novarese al quale fa eco “Un giorno senza rischio per noi è non vissuto”, un chiaro riferimento all’inno del corpo dei Vigili del Fuoco. Questi drappi vengono levati al cielo per ricordare i tre pompieri caduti in servizio ad Alessandria e l’applauso di tutto il “Piola”, contornato da diversi cori pro-Vigili del Fuoco, tributa il giusto saluto alle uniche divise rispettate dagli ultras.

Il tifo proposto dalle due curve è di degno contorno alla gara: i novaresi spingono con cori secchi alternati a manate ritmate (anche con l’ausilio di un tamburo che aumenta i decibel); i lariani, invece, optano per cori più lunghi e già nel corso della prima frazione imbastiscono una bella sciarpata, seguita dall’intera gradinata e rendendo la giornata un po’ meno grigia.

La gara in campo vede il Novara passare in vantaggio pochi minuti prima della fine del primo tempo. Il punteggio immette nuova linfa al tifo novarese, che vive un buon momento riuscendo anche a coinvolgere il resto dello stadio, solitamente restio a seguire la curva.

Dopo un avvio di secondo tempo in sordina, i comaschi gettano il cuore oltre l’ostacolo e sfoderano una prestazione di alto livello. Si passa dal sostegno alla maglia a cori per i diffidati ed altri contro gli odiati rivali di Varese. Come nel primo tempo, viene riproposta una sciarpata con gli stessi risultati della prima frazione di gara.
Intanto il Novara raddoppia e mette al sicuro il risultato. I novaresi, armati di grande voglia, spingono sull’acceleratore nella fase finale, colorando il proprio settore anche con l’ausilio di diversi “due aste” recanti lo scudetto dei gaudenziani.

Verso il finire della gara, ravvivata da un calcio di rigore in favore del Como (buono solo per togliere la casella 0 dal numero di gol segnati), i novaresi ricordano, nell’imminente anniversario della sua morte, Gabbo, l’ultras laziale assassinato l’11 novembre di 12 anni fa in una nefasta domenica pomeriggio.

La gara termina e il Novara si reca sotto il proprio settore a festeggiare con gli ultras, mentre i comaschi vengono spronati dai propri tifosi a dare di più per la maglia che indossano.

Buona la prova dei novaresi: continui e compatti, accompagnano la squadra verso una vittoria molto importante ai fini della classifica; si nota anche qualche presenza in più, che fa da degna spalla ai “sempre presenti”. Nota di colore data dai bandieroni del gruppo “Nuares” e da diversi due aste alzati nel corso della gara. Nel corso della contesa i novaresi “salutano” Ludi, ex giocatore e Ds del Novara (passato ora al Como) e Davide Bove, giocatore azzurro tornato in gruppo dopo un problema cardiaco.

La curva comasca non ha bisogno di presentazioni: prestazione di livello per tutti i 90’. Il quid in più viene dato dai bandieroni portati in curva e sventolati per tutta la durata della gara.

Alessio Farinelli