Ultimo turno infrasettimanale, fortunatamente, per la compagine di mister Aglietti, in piena zona play-out e a caccia di punti salvezza contro la già retrocessa Juve Stabia. La Curva Nord, casa degli ultras azzurri, fatica a riempirsi (150 circa le presenze) e, come spesso accade, gli ultimi tifosi arrivano solo in concomitanza del fischio d’inizio.

Uno striscione però sovrasta, sia per posizione che per colori, gli altri: “Io sto con Edo e tu?”. Per chi non lo sapesse, Edoardo è un bambino che circa un anno fa è rimasto vittima di un incidente mentre si trovava in piscina, da allora necessità di costanti e costose cure mediche. Gli ultras novaresi hanno preso a cuore questa storia, “adottando” il piccolo Edo e organizzando anche diverse raccolte fondi, poi replicate anche dalla società azzurra. L’ennesimo gesto che dimostra quanto gli ultras siano diversi dai luoghi comuni dell’opinione pubblica, ma questo evidentemente non fa notizia, per cui, nella loro facilona ignoranza, torneranno a parlare di ultras solo quando potranno nuovamente bollarli come criminali.

Volgendo l’attenzione al settore ospite, la prima cosa che mi balza all’occhio è la desolazione che vi regna. Certo la Juve Stabia è già retrocessa e la distanza tra le due città è ragguardevole, ma le ragioni della mancanza di un alto numero di ospiti sono facilmente spiegabili: in primis la tessera del tifoso, che ha “spaccato” il mondo ultras tra chi difende l’ideale del movimento non tesserandosi, e chi mette per primo l’amore alla squadra decidendo di fidelizzarsi. Senza poi dimenticare il vero motivo di questi turni infrasettimanali, del calcio spezzatino e delle partite alle ore più improbabili, cosa che, di fatto, nega a molti la possibilità di seguire la squadra: ossia le pay tv e tutto il giro di denaro che gravita attorno ad esse, che trasformano il gioco più bello del mondo nell’affare più redditizio della Terra. Non vorrei sollevare una polemica in merito a quanto appena da me affermato, è solo il personale sfogo di chi ha visto il calcio votarsi totalmente al Dio denaro, voltando le spalle a chi fa sacrifici per seguire in tutto e per tutto la squadra, mettendoci, nonostante tutte le limitazioni, cuore e soldi per i propri colori. Si possono contare sulle dita di una mano i presenti oggi, e guardando meglio le loro pezze si scopre che sono per lo più “emigrati” provenienti dalla Toscana e da Biella; i ringraziamenti sappiamo tutti a chi farli.

I novaresi si compattano e iniziano a spronare la squadra: non vogliono retrocedere e ce la metteranno tutta per spingere i propri colori alla salvezza, anche oltre i 90′ regolamentari se necessario.

La partita entra nel vivo ed è il tifo a dominare: pur senza impressionare, gli ultras novaresi fanno il loro dovere, sostenendo la squadra con cori e battimani, anche se vengono a mancare quei bei picchi d’intensità che la Curva Nord ha saputo mostrare in altre circostanze. Certamente si fanno sentire le diffide emanate dalla questura per i fatti di Vercelli, che hanno decimato una curva già di per sé poco numerosa, ma merito a chi ce e si sbatte sempre e comunque. Il tifo degli azzurri spinge letteralmente il pallone in rete al 22’: Gonzalez sfrutta l’incertezza di portiere e difensore avversario ed insacca la rete del vantaggio azzurro con un pregevole pallonetto. Sulle ali dell’entusiasmo, gli ultras cercano di coinvolgere lo stadio intero che risponde positivamente, trasformando il “Piola” in una bolgia.

La partita prende i binari sperati dai novaresi, anche se la squadra non riesce mai ad infliggere il colpo decisivo, facendo sì che qualche brusio di chi è più impaziente si levi dagli spalti.

I ragazzi vanno apprezzati per i cori secchi sempre accompagnati da bei battimani, mentre sui cori più prolungati fanno sventolare diversi bandieroni che rendono viva la curva anche dal punto di vista cromatico. Il primo tempo si chiude con il costante tifo degli azzurri e il continuo incitamento verso la squadra ad onorare la maglietta indossata.

Il secondo tempo segue la falsariga della prima frazione: il tifo è a senso unico per le ragioni già citate sopra, anche se una bandiera sventola per tutti i 90′ nel settore ospite.

Appena riprendo posto, noto subito un nuovo striscione: “Ciro non mollare”, in segno di solidarietà per il tifoso partenopeo ferito a colpi di pistola negli scontri di Roma.

La curva novarese ha speso molto nella prima frazione e impiega qualche minuto a riprendere fiato, ma poi torna a spronare i propri giocatori a tirare fuori gli attributi, perché sul campo la Juve Stabia cerca di arrivare al pareggio in diverse occasioni.

Visto il calo del tifo, gli ultras etichettano senza troppi giri di parole (Chi non canta e un figlio di p****, chi non canta va a veder Vercelli…) quanti non sono interessati a cantare per gli azzurri, coro forse un po’ forte nei toni ma giusto, perché chi è in curva a cantare lo deve fare fino al 90’ e non mollare al primo errore della squadra.

I minuti passano, il Novara pare sempre più vicino ai tre punti e gli ultras novaresi possono iniziare a lanciare cori di sfottò verso i rivali di Varese, che affronteranno tra poco più di una settimana: “Chi non salta varesotto è…” fa saltellare la curva intera e parte del rettilineo di tribuna, seguito poi da altri cori di “cortesia” verso i biancorossi.

Con il passare dei minuti, la partita in campo si surriscalda e qualche giocatore della Juve Stabia prende anticipatamente la via degli spogliatoi: prima Mezavilla e poi Contini si beccano il cartellino rosso, lasciando la propria squadra in 9 e scatenando anche il resto dello stadio che dà manforte agli ultras.

Nonostante la doppia inferiorità numerica è la Juve Stabia a guadagnare l’ultima azione della partita: Giandonato ha sui piedi un interessante pallone da spedire in mezzo all’area, ma è Marianini a prendere il pallone di testa e lanciare così Gonzalez che, dopo 50 metri di corsa, insacca il definitivo 2-0 per la gioia degli ultras, in primis, e dello stadio, che accompagnano il triplice fischio con un boato per una vittoria importante, visti anche i risultati delle diverse concorrenti.

La squadra risponde positivamente al saluto, ricambiando con un applauso per il sostegno ricevuto dagli ultras. Una buona prestazione la loro, buon colore a fronte di qualche mancanza di vocalità. Non guasterebbe qualche presenza in più a questa piazza, ma non è compito mio giudicare o comunque non è demerito di chi c’è e ce la mette tutta. Il discorso per gli ospiti l’ho già fatto nelle prime righe dell’articolo, purtroppo è brutto vedere settori ospiti deserti ma questo è il LORO calcio.

Alessio Farinelli.