I derby, si sa, sono partite sempre combattute e sentite sia sugli spalti che in campo. Novara-Pro Vercelli non è da meno e infatti è stata febbrile l’attesa della gara tra le due compagini.

A “rovinare” però la partita ci ha pensato il “legislatore” con la L 41/2007, in particolare con gli articoli 8 e 9 che vietano la vendita a persone che hanno ricevuto un DASPO (anche se già scontato), non possano accedere alle manifestazioni sportive.

Con questa premessa, i gruppi della Curva Ovest di Vercelli hanno deciso di lasciar vuoti i gradoni centrali del settore ospiti di Novara, rimanendo fuori dallo stadio per dimostrare il loro dissenso. Una decisione forte ma in linea con il canone ultras del non piegarsi al sistema. Infatti sono solo 110 i biglietti staccati per la partita.

Da parte novarese, invece, la risposta è diversa: un buon inizio di stagione ha fatto riempire i gradoni centrali della Curva Nord. Circa 100 gli ultras che dal riscaldamento incitano la squadra. In concomitanza dell’ingresso in campo, dalle gradinate si eleva uno striscione, “Nei momenti bui sarò la tua luce”, questo a rimarcare un attaccamento alla maglia anche nei peggiori momenti, scorsa stagione docet. A completare la coreografia, diverse torce flash e i 3 bandieroni del gruppo Nuares a sventolare nella parte superiore del settore.

La gara parte a razzo con la Pro Vercelli che passa immediatamente in vantaggio, ammutolendo il Piola. Incassato il colpo i novaresi tornano a tifare ancora più forte per spronare i propri giocatori a raggiungere almeno il pareggio ma lo sforzo vocale, encomiabile, non viene recepito dai giocatori che non riescono a scalfire la difesa delle “bianche casacche”.

Nei momenti di silenzio concessi dalla Nord, soprattutto nel secondo tempo, si riescono a sentire i vercellesi rimasti fuori dall’impianto gaudenziano, che, armati di tamburo e fumogeni, inneggiano i propri colori maledicendo i “cugini” e le varie istituzioni per il blocco sopra esposto.

I novaresi, oggi in numero ben superiore al solito, riescono a coinvolgere la totalità dello stadio quando si tratta di punzecchiare i propri avversari, rendendo l’atmosfera piuttosto calda; quando la voce non arriva ci pensano le mani a completare la “sinfonia” proposta dal palo.

La gara termina con il risultato di 0-1 e i vercellesi entrati allo stadio possono far esplodere la propria gioia chiamando la squadra sotto il settore per l’ultimo sfottò verso gli odiati rivali, mentre i più fortunati si accaparrano la maglia a ricordo della serata.

Un vero peccato aver assistito ad un “mezzo” derby nel quale la parte migliore è sempre interpretata dalle tifoserie; infatti, i novaresi si sono dimostrati in crescita, ma l’assenza della controparte ha sicuramente tolto quel pepe che non guasta mai in gare come questa.

Non vorrei cadere nel banale e proporre un discorso trito e ritrito, ma la frustrazione per l’assenza degli ospiti è parecchia. Applicare una misura restrittiva nei confronti di chi ha già scontato un provvedimento disciplinare (non entro ovviamente nel merito della giusta o sbagliata imposizione di Daspo) ha dell’incredibile.

Concludo traendo spunto dalla nostra Costituzione per l’esattezza l’art. 27 “Le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato”. Questa disposizione, secondo me, è in chiaro contrasto con quanto espresso dalla carta “suprema” del nostro paese in quanto una persona che ha già pagato con il divieto di accesso non dovrebbe nuovamente pagare. Però, si sa, il nemico del momento è l’ultras.

Discorso, quest’ultimo, che vale tanto per gli ospiti quanto per i novaresi, che quotidianamente devono trovarsi ad avere a che fare con un servizio d’ordine che, il più delle volte, anziché gestire tale ordine, sembra più intenzionato a provocar disordine.

Alessio Farinelli