Quel che è accaduto all’esterno del Piola di Novara ha dell’incredibile: per la seconda volta nel giro di poche settimane è stato nuovamente impedito l’accesso ad uno striscione “ad memoriam” di un ragazzo scomparso. A farne le spese questa volta gli esponenti della “Curva Nord Terni” che, una volta arrivati all’ingresso dell’impianto piemontese, si sono visti negare l’ingresso del loro drappo “Spik Vive”, da qui la loro decisione di disertare la gara delle “Fere” contro i padroni di casa del Novara.
All’interno dello stadio, invece, si gioca la gara che vedrà la Ternana espugnare con un perentorio 0-3 il Piola. Gli ultras azzurri, stanchi di vedere una squadra demotivata non ci stanno e, dopo aver ben figurato nel primo tempo a livello canoro e di colore, riversano la propria rabbia indirizzando più e più volte i propri cori contro la squadra e la società che tiene in mano le redini della compagine.
I Nuares rimuovono per protesta anche lo striscione-monito “Onoratela o toglietela” e gli ultras passano il resto della gara in religioso silenzio per poi presentarsi fuori dagli spogliatoi, per cercare un pacifico confronto con la squadra che però viene negato e, come se non bastasse, il solerte servizio d’ordine si adopera in alcune cariche contro i contestatori per disperdere con le maniere spicce l’assembramento.
Quello che non si riesce a capire, in questa seconda puntata, è l’assenza totale di sensibilità nei confronti di chi cerca solamente di onorare la memoria di un compagno di tifo che non c’è più oppure, pensando male (che solitamente, ahimè, ci si prende) è solo la smania di qualcuno che vuol fare carriera contro il “nemico” ultras, molto meno minaccioso di un politico colluso o di un delinquente vero. Discorso, quest’ultimo, che vale tanto per gli ospiti quanto per i novaresi, che quotidianamente devono trovarsi ad avere a che fare con un servizio d’ordine che, il più delle volte, anziché gestirlo tale ordine, sembra più intenzionato a provocar disordine.
Alessio Farinelli