Anche noi, nel nostro piccolo, sentiamo il dovere morale di dire la nostra su quanto avvenuto a Firenze.
Un episodio che non è solo Bergamo, è tutti noi. È tutti noi perché ognuno di noi poteva essere su quel pullman e allora sbaglia anche chi reputa questo episodio esclusivamente legato al mondo ultras. Questo episodio è molto di più, è ed è per questo che anche noi ci sentiamo tirati in causa, prima come cittadini che come appartenenti al movimento. Rimaniamo attoniti di fronte all’incapacità, o forse alla non volontà, degli organi competenti di trattare l’argomento in maniera imparziale. Rimaniamo attoniti di fronte al modus operandi.
A noi non piace generalizzare, né da una parta né dall’altra. Ultras non è criminalità, ne è quanto più distante si possa credere. Polizia non è criminalità, dietro ad una divisa ci sono, vogliamo credere almeno in certe occasioni, anche persone rette e oneste. Non in questo caso. Mandanti e esecutori dell’attacco di ieri non sono persone, non sono poliziotti, non sono degni di essere chiamati Italiani. Sono criminali. Se è mai esistito un momento in cui essere uniti, come movimento, questo è il momento.
CONTRO OGNI ABUSO IN DIVISA, SEMPRE.
Nucleo Biancorosso Pesaro