Tutti ricorderanno la triste epopea dei laziali a Varsavia. Se la gestione dell’ordine lazio@legiavarsavia13-14pubblico in Italia spesso ci mette i brividi d’orrore, non da meno sanno essere oltre i nostri confini: per evitare qualsiasi tipo di problema ulteriore, dato che già all’arrivo dei primi laziali si era verificato qualche incidente con i tifosi locali del Legia, nelle circostanze degli alberghi che li ospitavano, la polizia polacca ha praticamente deciso di operare un vero e proprio sequestro massivo di persona nei confronti degli italiani. Come se per evitare brufoli sulla faccia degli adolescenti, gli si sparasse un colpo di pistola al volto: sicuramente efficace come metodo, ma anche discutibile e senz’altro esagerato.

La gara di “Europa League”, per molti dei laziali lì convenuti (e non parliamo solo di ultras, ma anche di semplici tifosi), finì su un marciapiede delle strade di Varsavia.

Sottoposti alle lungaggini burocratiche del caso, dopo essere stati tratti in stato di fermo ed identificati, man mano che la partita finiva e quindi il rischio di scontri calava, hanno cominciato ad essere rilasciati alla spicciolata. Per alcuni di loro, invece, accusati pretestuosamente dei reati più gravi (il capo di imputazione è “adunata sediziosa”, roba da ridere se non ci fosse invece da piangere…) si sono addirittura spalancate le porte del carcere Bialoleka. Chi ha ceduto al ricatto della cauzione, ha potuto presto fare ritorno a casa, per tre di loro, non disposti a cedere in nessun modo di fronte alle proprie convinzioni di innocenza, le porte del carcere si sono riaperte solo alla fine dei termini di custodia cautelare, il 28 gennaio scorso, dopo ben 2 mesi dall’arresto (in realtà, uno di questi fu rilasciato leggermente prima…). In concomitanza con quella stessa data, veniva avanzata l’istanza di revisione della sentenza di primo grado con cui i tre, oltre ad altri dieci tifosi, furono condannati per il già citato reato di “adunata sediziosa”.

A seguito dell’istanza avanzata dall’avvocato delle parti in causa, il 18 settembre 2014 ai ragazzi toccherà rispondere alla convocazione obbligatoria del Tribunale per questo secondo grado di giudizio. Inutile dire che si spera in un esito positivo, anche considerata la velleità delle accuse e l’uso spropositato dei poteri che la legge conferisce alle forze di polizia, un abuso che è diventato ormai consuetudine in ogni angolo del globo.

Sul supporto della Farnesina a chi ha vissuto (e ancora vive) la triste vicenda polacca, meglio stendere un velo pietoso: i tifosi pare debbano rassegnarsi all’evidenza di essere dei cittadini di Serie B.

Matteo Falcone.