La sera stessa dopo aver visto la finale di Coppa Italia di serie D giocata a Latina tra Matelica e Messina, prendo il mio pullman destinazione Merano. Un lungo viaggio non pieno di perplessità alla sua vigilia, ma che dipano grazie al prezioso aiuto degli amici Amedeo e Simone che conoscono tanto bene queste terre quanto i suoi ultras e la logistica.

Arrivato a Trento, passo di fianco allo stadio “Briamasco”, piccolo gioiellino incastonato tra la strada ed i palazzi. Arrivare fin quassù è a suo modo emozionante, un traguardo che da ragazzo poteva sembrare irraggiungibile, poi da Bolzano prendo poi il treno per Merano, che nonostante qualche sprazzo di neve ancora presente sui monti attigui, mi accoglie con un clima piacevole. Proseguo a piedi per vedere quanto più possibile di un posto così particolare che non so se potrà rivedere ma non ho molto tempo, per cui raggiungo presto lo stadio “Lahn”, dove l’Obermais gioca le sue gare interne e sul quale gravavano dubbi di carattere strutturale, in vista di questa gara. Ma fortunatamente, alla fine, è stato dato il via libera alla vendita dei biglietti per i tifosi lilla.

Lo stadio si trova nel quartiere alto della città, appunto Maia Alta, o Obermais in tedesco, da cui il nome della squadra. Incastonato fra le montagne e i meravigliosi giardini Trauttmandsdorff, colpisce per le sue tribune che ricordano più gli impianti del sud Italia che quelli multifunzionali ed in continua trasformazione del profondo Nord, unici nella loro tipicità rispetto a quelli anonimi ed omologati ai deliri di sicurezza delle varie autorità calcistiche e politiche. La tribuna più grossa, contenente 4-5 gradini che si restringono alle due estremità, per l’occasione viene divisa da alcune grate in ferro per ricavarne il settore ospiti, mentre i locali si sistemano su un pianale in ferro a mezza altezza su una montagnetta.

Gli ultras dell’Obermais, circa due ore e mezza prima del fischio d’inizio, sono già presenti sotto una tenda per ripararsi dalla pioggia. Affascinanti i murales fuori dagli spogliatori, in particolare quello che rappresenta l’esultanza dei giocatori biancoblu sotto il settore dei propri ultras, carico di simbolismo.

Con l’approssimarsi delle 15:30 il piccolo stadio va a riempirsi, gli ultras lilla cominciano a farsi sentire e la stessa cosa fanno i loro dirimpettai. Nonostante la pioggia incessante, gli ospiti accendono un potente fumogeno viola e una torcia, poi una sciarpata, bandierine e bandieroni accolgono l’ingresso in campo delle squadre. I padroni di casa invece, accendono fumogeni bianchi e blu sventolando inoltre un bandierone.

Nella prima frazione i lombardi partono molto bene coralmente ma anche a livello di colore con il ricorso ad altra pirotecnica. Numerosi i battimani ben ritmati dal tamburo, che mai come quest’ultimi tempi sembra essere tornato in auge dopo che dapprima le mode e poi la repressione lo avevano relegato nel dimenticatoio.

La partita sul rettangolo verde si riassume in appena quattro minuti: passa incredibilmente in vantaggio l’Obermais al diciannovesimo, un minuto dopo gli ospiti pareggiano e tre più tardi passano in vantaggio. Sulle ali dell’entusiasmo i tifosi legnanesi effettuano nuovamente una sciarpata, questa volta poco fitta, per poi riprendere con un gran numero di battimani il loro tifo pressoché continuo.

Gli ospiti aprono il secondo tempo con un’altra torcia mentre il tifo canoro perde un po’ in intensità e continuità, ma nel complesso la loro prestazione resta più che discreta.

La tifoseria di casa, che vedo per la prima volta all’opera, sistema il grosso striscione CURVA SUD OBERMAIS nella parte bassa, mentre in balconata trovano spazio diverse “pezze”, alcune veramente ben disegnate. Nella prima frazione spicca il bandierone, mentre i cori sono cantati esclusivamente in lingua tedesca che, al netto del bilinguismo di queste zone, è comunque l’idioma più parlato.

Il tifo degli ultras dell’Obermais è impostato totalmente sui battimani ad accompagnare i cori e nel complesso i cori sono molto continui. Nel secondo tempo iniziano il loro personale show, il tifo diventa inarrestabile e sono tantissimi i battimani effettuati a tutto settore, oltre a numerose torce che irrobustiscono il colorare del solo bandierone presente.

Al triplice fischio gli ospiti accendono una torcia ed alzano stendardi e qualche sciarpa per festeggiare con i giocatori accorsi ad applaudirli, non sono da meno gli ultras dell’Obermais che, nonostante la sconfitta, accendono un fumogeno e cantano con la squadra dapprima ferma ad ammirarli, ma che dopo qualche minuto si aggiunge ai cori degli ultras.

Appuntamento alla partita di ritorno con i tifosi del Maia Alta Obermais che sconfineranno per la prima volta oltre regione, d’altronde questo è il punto più alto mai raggiunto dalla squadra altotesina ed è bello pensare che in questa crescita abbia contribuito molto il valore di una tifoseria che ho trovato molto interessante, in una terra che ha espresso sempre poco in termini ultras oltre agli storici Ultras Trento 1978 o alle Mele Marce al seguito dell’hockey in quel di Bolzano. Torno a casa con una nuova tifoseria e un nuovo stadio nel mio bagaglio di conoscenze: i tanti chilometri percorsi, sono valsi sicuramente la pena.

Marco Gasparri