Mi pare doveroso iniziare questa tifocronaca sottolineando l’ennesimo comportamento irresponsabile da parte di chi l’ordine dovrebbe garantirlo e soprattutto rispettarlo anziché metterlo a repentaglio con sciagurate iniziative.

Vengo al sodo: manca circa mezz’ora all’inizio di Olbia-Carrarese, in mattinata tutto tranquillo tra olbiesi e carrarini che prima d’oggi mai si erano incontrati; all’avvicinarsi degli ultras ospiti nei pressi dello stadio, alcuni steward spostano le transenne per facilitare il passaggio degli ultras ospiti incuranti (anche se consapevoli) del fatto che nelle immediate vicinanze si trova l’ingresso della gradinata di casa. Tutto questo naturalmente attira l’attenzione degli ultras olbiesi che stazionano di fronte ai cancelli e che immediatamente si fiondano all’ingresso della strada: l’atmosfera si fa subito tesa tra olbiesi e il personale in servizio e solo l’intervento della polizia riporta alla calma una situazione che avrebbe potuto facilmente degenerare, per colpa di chi ognuno lo giudichi da sé.

Prima dell’inizio della gara viene osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Bruno Nespoli al quale è dedicato lo stadio dove gioca l’Olbia, sfortunato portiere deceduto a causa di un incidente di gioco capitatogli proprio in occasione di un lontano Olbia-Carrarese datato 24 gennaio 1960.

Parte bene la squadra di casa che al 22′ grazie ad un penalty si porta in vantaggio, bene anche la Curva Mare con dei bei treni e battimani, autrice di un buon tifo, a tratti ottimo. Gli ospiti, tra ultras e club, sono presenti in buon numero e dal canto loro non fanno mancare il sostegno ai gialloblu, nonostante lo svantaggio.

Nella ripresa il tifo dei locali cala un po’, alcuni cori risultano ben  eseguiti e potenti, altri un po’ meno. C’è meno continuità e su questo aspetto gli ultras Olbiesi devono ritrovare la brillantezza di inizio stagione. Sul fronte opposto gli ospiti non demordono e sostengono tenacemente la Carrarese fino al pareggio, arrivato a tempo scaduto. In definitiva una buona partita sia in campo che sugli spalti, con le due squadre sotto  i rispettivi settori a ricevere il saluto finale dai propri ultras dopo il triplice fischio dell’arbitro.