Finalmente si scende in campo. Dopo l’ennesimo nonché assurdo teatrino messo in piedi dai vertici calcistici italiani, riprende infatti il campionato di Serie C con ben 1 mese di ritardo (!!!) rispetto al calendario preventivamente ipotizzato.

Al “Bruno Nespoli” va in scena la rinnovata Plbia di mr Filippi contro la neopromossa Pro Patria. La squadra di casa è motivatissima dopo l’esordio vincente in trasferta contro l’Albissola e al tempo stesso vogliosa di ben figurare di fronte al pubblico amico, per confermare quanto di buono fatto vedere nelle recenti prestazioni di rodaggio al campionato.

Al seguito della formazione ospite un manipolo di ultras, che si guardano a distanza con i locali ma senza che nulla accada, anche perché il loro vecchio gemellaggio con la Torres non è più in essere e quindi conseguenza logica che l’acredine vada scemando anche in virtù del fatto che le  rispettive squadre non si incontrano da oltre 20 anni.

Una volta entrati nello stadio, gli ultras bustocchi espongono una pezza e assistono alla partita per lo più in silenzio, in ragione anche delle proporzioni numeriche. Il settore dei locali pure presenta qualche vuoto, ma questo non sembra costituire problema dato che, seppur a ranghi leggermente ridotti, la prestazione vocale risulta comunque valida. In balaustra fa il suo esordio una nuova pezza recante il volto stilizzato di Paul Gascoigne e una scritta in dialetto, al centro campeggia invece il solito striscione “Ultras Olbiesi” con alcune bandiere che per tutti i 90 minuti sventolano alte.

Come già accennato il sostegno vocale è buono, anche quando l’Olbia si ritrova sotto nel risultato. In questi frangenti si nota una “new entry” nel repertorio della gradinata di casa: un bel coro a ripetere sulle note di una famosissima hit dance, molto ben riuscito e che viene cantato a più riprese, amalgamandosi bene con il restante e ben collaudato repertorio fatto di attaccamento alla propria terra, alla propria squadra e sana goliardia che non guasta mai. Questi ragazzacci hanno anche dedicato un coro al sottoscritto…

È nel secondo tempo soprattutto che mi piacciono gli olbiesi: cori secchi, a ripetere, altri più articolati che finiscono per scuotere la squadra che ribalta il risultato grazie al nuovo acquisto Ceter e al solito Ragatzu che fissa il risultato grazie ad una magistrale esecuzione dal dischetto.

In definitiva una bella partita, un bel tifo ed una bella Olbia che alla fine delle ostilità fa festa sotto la Curva Mare. Hanno meno da esultare gli ospiti, meno in evidenza anche dal punto di vista puramente vocale, ma una trasferta nell’Isola è sempre un duro banco di prova per tutte le tifoserie del continente e la loro sola presenza è già un dato bastevole di lode.