Il mio trasferimento al nord per lavoro coincide con la settimana in cui si gioca il classico del calcio sloveno: Olimpija Ljubljana-Maribor. Propongo ad un amico, anche lui trasferitosi al nord e “malato di ultras” come me, di andarci, e non se lo fa ripetere due volte. Arriviamo allo stadio 30 minuti prima, stadio nuovissimo, all’avanguardia con i parcheggi sotto lo stadio stesso e un’organizzazione veramente ottima.

Prendiamo posto in tribuna e mi accorgo di aver purtroppo dimenticato la batteria della macchina fotografica, quindi ci siamo dovuti arrangiare con il cellulare per le testimonianze fotografiche di giornata. Per quanto riguarda la partita ultras, ad essere sincero mi aspettavo numeri superiori, infatti né la curva di casa né il settore ospiti presentavano un colpo d’occhio ottimo, ma bisogna dire che i presenti hanno fatto un ottimo tifo.

La conformazione dello stadio, con gli spalti attaccati al campo e con le coperture, ha fatto sì che la voce rimbombasse in tutto lo stadio, creando un effetto sonoro elevatissimo. Non sono mancati pirotecnica, coreografie, striscioni e tanta voce. Il pezzo forte sono stati i tanti battimani, eseguiti veramente bene. Anche la messa in scena delle coreografie è stata veramente ottima: molto più elaborata quella dei padroni di casa, di cui è risultata molto suggestiva anche la torciata.

Non sono mancate torce nemmeno nel settore ospiti, ma quello che ha colpito la mia attenzione è stata la mancanza dello striscione “Green dragon” che storicamente rappresenta il tifo di Lubiana: non riesco a dedurne i motivi, ma evidentemente qualcosa è successo, anche solo in termini di scelte estetiche a cui non necessariamente corrispondono scioglimenti o simili.

Per la cronaca, sul rettangolo verde, si sono imposti gli ospiti con un 2 a 4 che ovviamente ha scatenato l’euforia incontenibile del settore.

Emilio Celotto