Curva Sud Crotone: Del Crotone e della sua passionale e calda tifoseria abbiamo già parlato in una vecchia puntata di questa rubrica (One Step Beyond #7). Ho voluto dedicare un nuovo disegno a questa bella realtà del nostro Meridione, in un’annata calcistica che – al di là di quel che sarà l’esito finale – resterà per forza di cose indimenticabile e impressa a caratteri d’oro negli annali del prestigioso club pitagorico che sta disputando, con onore, il suo primo campionato in massima Serie. Proprio nello scorso week-end la squadra calabrese ha scritto una delle pagine più belle (forse la più sorprendente) della propria antica storia, battendo nel suo stadio, il romantico Scida, al termine d’un vibrante e combattuto match, la blasonata Inter.
Venendo al disegno: su uno sfondo rossoblu molto carico e sanguigno, ho posto in posizione centrale un vecchio pallone retrò (tanto caro agli adepti dell’Old Soccer) a cui fanno da “guardia” due squali simmetrici (quest’animale, da sempre, simbolo della Crotone calcistica) e guizzanti, con tanto di denti digrignanti e sangue agli occhi; simpatica e allegorica rappresentazione d’una squadra che ha alle spalle una città e una tifoseria pronte a tutto pur di difendere le proprie insegne. Sopra e sotto ho tirato una sottile riga bianca intervallata delle scritte (in un font chiaro e deciso), pure bianche, identificative del settore d’appartenenza delle frange più calde del tifo per i rossoblu. Nella parte bassa del disegno, la nomenclatura del club completa di anno di nascita. Lo immaginerei come un drappo, ma anche come un bandierone da sventolare al di sopra d’una moltitudine in fermento rapita dalle gesta dei propri atleti in campo.

Ultras Foggia: Gruppo che non esiste nella realtà, ma che nella mia fantasia vuol essere un compendio di tutte le anime del tifo per i satanelli. Una realtà calcistica, quella foggiana, che m’ha perennemente affascinato e sbalordito per il suo calore, i suoi colori e i numeri eccezionali (a dispetto talvolta d’infime categorie) che da sempre sono stati in grado di produrre i tifosi dauni che ormai da tanti anni tifano in “stereofonia” con le due Curve, Nord e Sud, capaci di mettersi in evidenza – oltre che per un tifo veramente impressionante – anche per elaborate quanto riuscite coreografie.
Il Foggia Calcio rappresenta una delle realtà provinciali più blasonate del Sud Italia, per un club che può vantare al suo attivo 11 campionati di Serie A. Principalmente i periodi di maggior fulgore del club pugliese furono negli Anni ‘60 e ’70, quando il Foggia fece la spola tra massimo campionato e cadetteria e poi negli Anni ’90, allorquando – dopo la promozione dalla Serie B nella stagione 1990-91 – il Foggia si rese protagonista di quattro campionati consecutivi di Serie A ad altissimo livello (sfiorando una clamorosa qualificazione alla cara vecchia Coppa UEFA), soprattutto per quanto riguarda il gioco espresso. Fatalmente le gesta e le immagini del sodalizio pugliese restano legate alla cosiddetta e indimenticabile Zemanlandia, così chiamata in onore del suo coach di quegli anni, che proprio allenando il Foggia si fece conoscere e apprezzare da tutto il Calcio italiano e non solo. Personaggio controverso e capace di suscitare sentimenti contrastanti di odio/amore, è comunque indubbio che Zdeněk Zeman abbia rappresentato uno dei più grandi innovatori calcistici di tutti i tempi, la cui “lezione” ha prodotto una reale rivoluzione nel pianeta football, s’è vero che ancor’oggi schiere di allenatori non nascondo la propria ammirazione per il compassato tecnico boemo, cercando di riproporre i suoi insegnamenti e moduli di gioco – magari mescolandoli ai propri – all’interno dei rispettivi club.
Venendo al disegno: ho posto in posizione centrale un’ipotetica “pezza” rossonera, recante (in un font bianco, futuribile e stiloso) la dicitura ULTRAS e il nome completo del club. A destra e sinistra, sorta di “piantoni” simmetrici, troviamo due satanelli – armati dell’immancabile forcone – in una posa quasi di movimento e che dona al disegno dinamicità e allegria, anche in virtù del fatto di essere figure caricaturali con tanto di simpatico e contagioso ghigno.

Gradinata Nord Genoa: Piccolo tributo a una delle tifoserie che più ammiro e più m’affascinano dell’intero panorama Ultras mondiale. Il Genoa è una vera e propria religione per i suoi sostenitori e ho sempre pensato che questo popolo sportivo avesse un qualcosa di diverso da tutti gli altri… un qualcosa ch’è anche difficile, lo ammetto, identificare e qualificare con esattezza, ma è indubbio che il tifo per il Vecchio Balordo (come ribattezzò simpaticamente il Genoa l’inarrivabile Gianni Brera) ha delle peculiarità del tutto uniche. Sarà anche per il fatto che questo glorioso club genovese rappresenta l’anima più antica del Calcio nel nostro Paese, portato dagli inglesi nel lontanissimo 1893. E l’inossidabile connubio tra il Genoa e la Gradinata Nord di Marassi è un qualcosa d’intramontabile e non potrebbe mai esistere una delle due entità separata dall’altra. Anche per questo dispiace molto vedere un club come quello rossoblu, sradicato dalla propria storia e dal proprio blasone e messo in mano a professionisti e affaristi del Calcio più “moderno” e speculativo, intenti unicamente a lucrare, che tengono in poco o alcun conto la vera essenza del gioco più bello del mondo, cioè i tifosi. E questo Grifone che ogni anno vede arrivare calciatori nuovi e partirne altrettanti senza soluzione di continuità, appare confuso e privo di anima, creando una frattura per certi versi insanabile nei confronti d’una tifoseria secolarmente avvezza a soffrire ma ch’è pronta a dare l’anima e il sangue qualora s’accorge che l’undici in campo suda la maglia e combatte, al di là dell’eterne e rocambolesche fortune sportive.
Personalmente rimpiango quel vecchio Genoa degli Anni ’80 che si fece un lustro consecutivo in Serie B ma che aveva un’anima sanguigna e forte, una precisa identità, con calciatori che buttavano sempre il cuore oltre l’ostacolo, pronti a dare tutto in nome d’un blasone, d’una città, d’una tradizione e d’un popolo sportivo tra i più fedeli e straordinari del panorama calcistico: erano gli anni di gente che avrebbe legato il proprio nome a quello del sodalizio ligure, ricordata con affetto per lungo tempo… Nomi capaci anche e soprattutto di evocare un’epoca irripetibile e perduta: Signorini, Torrente, Eranio, Ruotolo, Briaschi, Fontolan, solo per citare quelli che mi vengono in mente. E a quella squadra tanto combattiva quanto vincente e a quella poetica Gradinata Nord del vecchio Marassi pre-Italia 90, mi sono ispirato per questo mio disegno.
Ho per un attimo messo da parte il classico e sempreverde grifone giallo, declinandolo stavolta secondo una colorazione bianca – come la riga che correva sulle maniche delle maglie del Genoa cadetto di cui sopra – com’è pure per le scritte (importanti e decise) che sovrastano e soggiacciono ai due animali mitologici nell’atto di ghermire un vecchio pallone a spicchi, tipico di quei perduti Anni ’80. Infine stagliandosi il tutto sull’eterna bandiera rossoblu, a voler ridare centralità al Calcio giocato, nel sogno, ahimè ingenuo e vano, che si possa un giorno tornare “a quote più normali” (citando Battiato) e ci si possa nuovamente, tutti noi, innamorare di quella palla che rotola sul manto verde come succedeva nei giorni della nostra infanzia perduta e mai terminata.

Salernitana Ultras: Come per il disegno del Foggia di cui sopra, anche stavolta ho optato per un gruppo che non esiste nella realtà, volendo in esso racchiudere l’intera tifoseria granata. Della storia e delle rocambolesche (e talvolta tragiche) vicende legate al club campano e alla sua fantastica tifoseria abbiamo già avuto modo di parlare in passato (One Step Beyond #20). In questo nuovo disegno dedicato alla Salerno Ultras, ho voluto calcare l’accento sull’identità marinara della bella città del golfo, prendendo a prestito il famigerato Popeye (Braccio di Ferro per noi italiani) già simbolo di quello ch’è stato il gruppo più importante dalla storia del tifo salernitano: i Granata South Force. Soltanto che ho scelto di rappresentarlo non a mezzo del classico Popeye che tutti abbiamo imparato a conoscere e amare fin da bambini attraverso comics e cartoon, ma raffigurandolo a mezzo d’una diversa interpretazione, pur sempre assai caricaturale e cartoonesca, ma differente e (credo) più affascinante dell’originale. E questo Popeye – che al pari del suo più illustre collega “originale” ha avambracci (invece dei bracci) sproporzionati nella muscolatura, perpetuando un “errore” tanto peculiare quanto bizzarro – sta appoggiato placidamente dietro un’ipotetica balaustra da stadio ricoperta da uno striscione a nastro bianco e granata riportante la nomenclatura SALERNITANA ULTRAS in caratteri cubitali. Di questo simpatico personaggio – forte d’una mascella squadrata e prorompente da fare invidia a Dick Tracy, che difende l’onore della tifoseria campana – saltano all’occhio i dettagli ben curati, come il berretto da marinaio con visiera riflettente la luce, l’immancabile pipa potremmo dire d’ordinanza d’ogni buon lupo di mare che si rispetti e i mitici tatuaggi a forma d’àncora sulle braccia che ricordano il profondo legame che ha la città di Salerno col proprio mare. Il tutto è corredato da un sorriso bonario e sornione e da un occhietto azzurro che svagato si perde inseguendo chissà quale trasognata fantasticheria e che rimanda a infiniti e mai sopiti sogni d’infanzia.

Furiosi Cagliari: Uno dei gruppi Ultras che maggiormente hanno caratterizzato gli Anni ’90. Dal 1989 al seguito del Cagliari, i Furiosi si misero in evidenza all’interno d’una Curva, la Nord rossoblu, che proprio negli ultimi anni del millennio scorso conobbe il suo momento di massima gloria ed espansione a livello Ultras e di tifo. Una delle prime cose che immediatamente viene da associare a questi ragazzi è il loro pessimo rapporto con gli Sconvolts, l’altro gruppo (oggi portante) del tifo cagliaritano che nacquero due anni prima, nell’’87. Un rapporto sempre teso tra le due fazioni per una diversa visione della Curva ed anche – problema comune a tantissime tifoserie – per una supremazia all’interno delle gerarchie del tifo per il club sardo. Rapporti talmente difficili da sfociare, in più di un’occasione, in veri e propri scontri tra i due gruppi. Una specie di “pace armata”, in nome del Cagliari (a ben vedere il bene supremo da salvaguardare e tutelare) che portò a una netta separazione, fisica oltre che ideologica, delle due anime del tifo sia tra le mura di casa, al Sant’Elia (coi Furiosi posizionati all’anello superiore e gli Sconvolts in quello inferiore), sia in trasferta, con conseguente dispersione del potenziale e del tifo.
Altro ricordo fatalmente legato al gruppo dei Furiosi sono i fatti di Ancona della stagione cadetta 2000-01 (precisamente il 17 dicembre del 2000) quando i ragazzi sardi, in trasferta nel capoluogo marchigiano, persero lo striscione sottrattogli proprio dai nemici dorici al termine di controversi scontri su cui s’è detto e scritto tutto e il suo contrario e sul quale, umilmente, mi faccio da parte non addentrandomi oltre per non alimentare ulteriormente una vecchia e mai sopita polemica di cui non si verrebbe a capo, con versioni contrastanti a seconda dell’una e dell’altra campana (come sempre del resto in questi casi)… soltanto chi c’era sa come sono andate veramente le cose. Questo accadimento, per quanto nefasto e centrale per la storia e le sorti di questi ragazzi, nulla toglie all’assoluta grandezza d’un gruppo che ha saputo farsi rispettare ovunque ed ha avuto l’”ardire” di mettersi, per lunghi anni, contro gli Sconvolts che, alla lunga, si sarebbero dimostrati come uno dei gruppi Ultras migliori d’Italia (a detta di molti, tra cui chi scrive, il migliore in senso assoluto per mentalità, coerenza ed estremo coraggio).
Venendo al disegno che ho voluto dedicare ai Furiosi, l’ho impostato come una sorta di striscione rossoblu, pezzato verticalmente, che rimandasse a un che di spartano e senza troppi fronzoli, com’era costume di questo gruppo e com’è comunque insito nel dna dei sardi (gente semplice e schietta), ponendo altresì in posizione centrale la figura caricaturale della testa d’un ragazzo in atteggiamento strafottente e da duro, con tanto di cappellino modello baseball rigirato, a dare un ulteriore tocco ribelle all’insieme. Le due scritte bianche indicanti gruppo e città sono separate dalla medesima testa e il tutto vuol “suonare” allo stesso tempo retrò e moderno. Un gruppo che ho ammirato e che, a mio modesto parere, merita il giusto riconoscimento storico da parte di tutti gli Ultras, amici e nemici. È anche grazie ai Furiosi se oggi il tifo per l’undici sardo è conosciuto e apprezzato in ogni stadio.

Luca “Baffo” Gigli.

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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;