Mia cara Scandone,
ho il cuore a mille, la pelle d’oca e mi tremano le mani. Questa volta però nei miei occhi non ci sono lacrime di rabbia e disperazione ma di emozione.
Dopo essere morti e risorti varie volte durante quest’ultima estate, eccoci qui, ancora insieme!
Ti hanno offesa, maltrattata, usata e gettata via ma sei ancora qui, siamo ancora qui.
Grazie a qualcuno (pochi, non tanti!) oggi sei pronta a ripartire e non sarai sola. Chi ti AMA è qui ed è pronto a curarti, coccolarti, sostenerti e DIFENDERTI.
Quei pazzi, ignoranti, attaccati ad una “stupida matricola” devono arrendersi ed accettare la WILD CARD… dicevano.
Noi, in maniera testarda e senza alcun ripensamento, volevamo “solo” difendere la tua storia, difendere i tuoi 71 anni, perché per noi esisti solo tu, esiste solo la S.S. Felice Scandone 1948.
Non ti avremmo mai tradita per una “forestiera che parlasse avellinese” o per una qualsiasi altra squadra pronta a rubare il tuo nome.
Noi non dimentichiamo le gioie e i dolori vissuti insieme; noi non dimentichiamo quello che hai fatto per la nostra città e per la nostra provincia. Ci hai fatto conoscere in Italia e nel mondo, hai fatto crescere un’intera popolazione non solo anagraficamente ma anche professionalmente.
Insomma, mia amata, per il momento chi aveva preparato il tuo funerale dovrà aspettare e rosicare ancora ma nel frattempo ci siamo e ci saremo perché, come ben sai, per noi non conta la categoria, conta che sei ancora viva e come sempre faremo il nostro dovere, perché nelle famiglie, quelle vere, quando si è in difficoltà ci si rimbocca le maniche e ci si aiuta.
Certo, erano belle quelle battaglie in serie a, era un’emozione indescrivibile seguirti in giro per l’Europa, ma il destino è stato crudele ed infame.
Chi ha provato seppellirti non la passerà liscia ma ora è tempo di vederti scorrazzare nuovamente sui parquet.
Noi saremo lì, dietro di te, a guardarti le spalle perché ora sei debole ed indifesa ma quando noi eravamo solo dei giovani sbarbatelli tu c’eri, quando abbiamo scoperto l’amore tu c’eri, quando abbiamo costruito famiglie tu c’eri, ci sei sempre stata.
Ed ora tocca a noi restituirti tutto quello che ci hai dato, tocca a noi e non ci tiriamo indietro neanche questa volta, soprattutto questa volta!
Speriamo e siamo certi che non saremo soli, siamo dei sognatori e vogliamo credere che in questa città c’è ancora gente vera, sincera e leale.
Siamo ancora qui nonostante ci avessero legato mani e piedi, hanno provato a seppellirci dimenticando che noi siamo come semi!
INSIEME, ANCORA!