“Le cose o le fai bene o non le fai per niente”. Con questa frase un ultras lidense “giustifica” l’impegno profuso per preparare al meglio la coreografia che avrebbe dovuto accogliere la squadra biancoviola. I ragazzi di Ostia, nonostante siano schiacciati dalle due squadre di Roma, sono riusciti a ritagliarsi un proprio ruolo nel panorama ultras delle categorie inferiori, e quest’oggi mostrano di saperci fare, seppur i numeri non siano quelli di tifoserie più importanti.
Allo stadio Anco Marzio di Ostia arriva la blasonata, almeno per la categoria, Latina, che galleggia a centro classifica, lontana dalle battistrada del girone, ma comunque a distanza di sicurezza dalla zona play out.
Nello stadio laziale si respira un clima “pesante”, il servizio d’ordine è asfissiante, forse esagerato per una partita di serie D e per un match non a rischio: all’ingresso tutti i tifosi vengono perquisiti e filmati. Le squadre fanno il loro ingresso in campo e il settore di casa di casa si colora di bandierine bianco-viola, mentre sulla recinzione viene srotolato lo striscione “Made in Ostia”.
L’incitamento da parte lidense sarà costante per tutto l’arco dei 90 minuti, anche se influenzato dallo scarso spettacolo offerto dagli undici in campo, che provano più a non prenderle che a sbloccare il risultato. Il pareggio finale lascia l’amaro in bocca, la vittoria avrebbe permesso all’Ostia di uscire dalla zona play out.
Per quanto riguarda gli ospiti, i latinensi arrivano allo stadio pochi minuti che l’arbitro decreti l’inizio delle ostilità, posizionandosi compatti dietro lo striscione “Latina”. Il tifo sarà continuo, nonostante, come già detto prima, il match non verrà ricordato tra quelli più spettacolari della storia di queste compagini. Nel corso del secondo tempo esporranno uno striscione per ricordare Maurizio, storico personaggio della città pontina. Da segnalare svariati cori rivolti ai terracinesi, rivali dei nerazzurri.
Sul fronte dell’ordine pubblico nulla da segnalare.
Michele D’Urso