Tredicesima giornata di campionato per quanto riguarda i gironi a diciotto squadre della serie D, e nel girone E c’è un bel testacoda fra Ostiamare ed Arezzo, con i lidensi in piena zona play out, mentre gli amaranto toscani, dopo un ottimo avvio con sei vittorie in altrettante partite, hanno ceduto il primo posto alla Pianese per via di alcune battute a vuoto.

I padroni di casa non giocano più all’“Anco Marzio” che la commissione di pubblica sicurezza ha chiuso al pubblico per carenze strutturali. Il presidente Di Paolo, nuovo patron dopo ben diciannove anni di presidenza Lardone, dapprima è stato costretto a giocare a porte chiuse e da quest’anno a vagare sui campi della regione, trovando in questo caso ospitalità allo stadio “Le Muracciole”, casa dell’Aranova Calcio. Lo stadio è evidentemente recente, possiede una tribuna coperta per i locali ed una curva abbastanza grande per le tifoserie ospiti, struttura che per un campionato di Promozione in cui militano i padroni di casa, basta ed avanza.

Parlando di ultras, sono oltre trent’anni che Ostia ha un movimento ultras presente e costante, rimarcando inoltre che Ostia rimane pur sempre un quartiere di Roma dove, a livello calcistico, Roma e Lazio fagocitano tutto, nuove leve comprese. Come se non bastasse, la succitata questione stadio diventa un deterrente in più. Da aggiungere alla conta che gli ultras lidensi sono stati letteralmente falcidiati dalle diffide negli ultimi anni, alcune perlomeno molto discutibili, ma nel corso degli anni hanno già dimostrato di esser duri a morire. Anche in quel di Aranova infatti, una ventina di unità si raccolgono dietro una pezza che sintetizza alla perfezione il loro momento storico: “LA FEDE NON SI DIFFIDA”.

Ci sono ovviamente anche gli ultras aretini, che prendono posto in curva in circa centosettanta a fronte di duecentocinquanta biglietti inviati. Colorano il settore a loro destinato con il loro materiale come sempre ben curato, dagli stendardi alle bandiere per finire alle sciarpe ed alle pezze.

Con l’entrata delle squadre in campo, i lidensi sventolano un paio di bandierine biancoviola, così come i sostenitori amaranto con tre bandierine amaranto-bianche-nere, oltre a diversi stendardi di ottima fattura. Dopo neanche sessanta secondi, Santarpia a sorpresa porta in vantaggio l’Ostiamare andando ad esultare proprio sotto la tribuna degli ultras biancoviola. I padroni di casa che ne avrebbero di buoni motivi per limitarsi a guardare la partita, invece non solo non demordono, ma rilanciano facendosi sentire con alcuni cori, soprattutto per i diffidati. I locali confezionano la partita perfetta raddoppiando al ventottesimo con Sbardella e dopo dieci minuti chiudendo l’incontro con Roberti su calcio di rigore. I ragazzi di Ostia, nel corso di questa prima frazione, si fanno sentire ulteriormente con qualche coro accompagnandolo con discreti battimani e lo sventolio delle bandierine. Certo non può essere un tifo continuo o altisonante ma sicuramente la prestazione è positiva.

Nel secondo tempo la squadra di casa controlla le avanzate aretine, mentre i suoi tifosi sugli spalti fanno quello che possono incitando la squadra con battimani e al triplice fischio finale, si prendono gli applausi dai loro giocatori con i quali esultano per questi tre punti d’oro che, almeno per ora, li portano fuori dalla zona calda dei play out.

In tutto ciò gli aretini, nonostante i gol in serie nella prima frazione, non si sono scomposti più di tanto, incitando la squadra sempre e comunque, effettuando tantissimi battimani accompagnati dal tamburo. Bandieroni e bandierine al vento e sostegno di buona intensità. Nonostante il largo svantaggio non smettono mai d’incitare gli undici in campo, mentre nel secondo tempo dedicano un paio di striscioni, il primo per Giorgio, storico tifoso purtroppo scomparso in settimana, l’altro per Aurora, figlia di un ultras purtroppo vittima di un incidente.

Poco prima del novantesimo, ciliegina sulla torta aretina una bellissima sciarpata in cui alzano anche numerosi e belli stendardi e sventolano le immancabili bandierine. Al triplice fischio finale, dopo averli incitati per tutta la durata della partita, i giocatori sopraggiunti sotto al settore vengono invitati ad andare a lavorare. Emblematica la frase di mister Indiani, allenatore aretino ai propri giocatori: “almeno andiamo ad applaudire loro”.

Marco Gasparri