Per capire i problemi del Padova bisogna fare un salto indietro nel tempo, di un paio d’anni almeno, quando ancora il presidente era Marcello Cestaro, azionista di maggioranza del colosso della GDO Unicomm. Il Padova, negli ultimi anni, non se la passa piuttosto bene economicamente: troppi costi, ricavi troppo bassi, giocatori e dirigenti pagati a peso d’oro, ed il presidente che entra in contrasto con la famiglia, da sempre contraria ad un suo impegno nel mondo del calcio, che comincia a fare sempre più pressione affinché ci si sbarazzi del “giocattolo Padova”.

Siamo nel 2012, ed è proprio la famiglia ad imporre a Cestaro l’arrivo in società di Luca Baraldi, uomo che in molti conoscono nel mondo del calcio, che ha la triste fama di essere un “liquidatore”.

In quel periodo si sa solo che il Padova annaspa economicamente, e che la “gallina dalle uova d’oro” Unicomm ha chiuso i rubinetti. Qualcuno comincia a prevedere scenari a tinte fosche, come ad esempio quest’analisi di bilancio di ottobre 2012:

http://mattinopadova.gelocal.it/sport/2012/10/26/news/padova-rischio-crac-entro-due-anni-1.5926284
Al termine della stagione 2012/13 Marcello Cestaro non può più tenere il Padova: dopo aver trattato a lungo con l’Interbrau (azienda che importa e vende birra) per la vendita del pacchetto di maggioranza, si rivolge a Baraldi chiedendo di trovare un compratore, uno qualsiasi. Ed è lì che salta fuori il nome di Diego Penocchio. Chi è Penocchio? Trattasi di un imprenditore bresciano che nessuno ha mai sentito nominare, titolare del Gruppo Ormis (operante nel siderurgico) e vicepresidente del Parma, nonché amico intimo del presidente gialloblu Ghirardi, che proprio in quei giorni abbandona la società ducale per acquistare il Padova. Chi segue un po’ le vicende calcistiche del calcio di casa nostra, associa facilmente il nome del Parma a quello della cosiddetta “Nuova Gea”: i ducali hanno più di 300 giocatori di proprietà, che spediscono qua e là in varie società satellite come Gubbio, Nova Gorica e, da un po’ di tempo, anche Padova. La sensazione che serpeggia nella città del Santo è di essere diventati una società satellite del Parma, ma in realtà c’è molto di più come vedremo…

 

Penocchio si presenta dicendo testualmente: “Non farò scommesse”. Dopo pochi giorni arriva in società Andrea Valentini, maceratese, professione intrallazzatore, che tanto per non farsi mancare nulla porta con sé il figlio Marco. Il curriculum dei due Valentini è qualcosa degno di un film horror: tutte, dico tutte, le società in cui hanno lavorato sono fallite in quel periodo o nell’esercizio immediatamente successivo. Maceratese, Messina, Salernitana, Ascoli… tutte, non se n’è salvata una!

 

In questa vicenda un ruolo determinante lo gioca la GSport, una società che ufficialmente cura la pubblicità ed il marketing in vari stadi e società di serie A e B, ma che in realtà si infila direttamente nei ruoli dirigenziali: pare proprio che in quei giorni Cestaro (ex presidente) Penocchio (nuovo proprietario) e GSport sottoscrivano un patto d’acciaio, la cui esistenza è stata scoperta dalla finanza in questi giorni, e che ancora non è ben chiaro in cosa consistesse. Ad ogni modo Penocchio è amico di Giacomini, il titolare di GSport e con la società firmano un contratto di collaborazione. Sembrerebbe (ma, ripeto, la vicenda non è del tutto chiara) che Penocchio in realtà sia stato messo lì da GSport direttamente a fare il presidente del Padova, consentendo così alla società bresciana di controllare tramite un uomo di fiducia il club veneto. Un altro importante contratto viene firmato fra gli stessi Penocchio e Cestaro, per una sponsorizzazione-record di 2 milioni e mezzo l’anno per tre anni per mettere il marchio “Famila” sulle maglie della prima squadra.

 

La nuova società viene così assemblata: Penocchio presidente, Valentini padre amministratore delegato, Alessio Secco e Valentini figlio entrambi direttori sportivi. “Non faremo scommesse”, ed infatti viene formata una squadra costituita quasi completamente di prestiti (grazie anche al canale preferenziale con il Parma e con Leonardi) e con Marcolin allenatore, reduce da due esoneri in due anni di carriera fra i professionisti. In campionato si parte malissimo, un punto in cinque partite e la piazza, già fortemente dubbiosa, comincia a contestare.

 

Dopo la partita col Latina in casa (sesta di campionato) 500 persone si presentano all’uscita della tribuna per chiedere un confronto faccia a faccia con Penocchio, che rifiuta l’invito ufficialmente per un malore occorsogli. A smentire questo malore sanno proprio le telecamere di Sky, che lo riprendono intento a sghignazzare con uno dei suoi sponsor in tribuna. Da quel momento diventa il nemico numero uno per la tifoseria.

 

Nel frattempo la squadra perde anche a Modena, viene esonerato Marcolin e la squadra affidata a Bortolo Mutti, un allenatore che si dice essere nella galassia di Leonardi. Il sindaco di Padova, Ivo Rossi, noto tifoso biancoscudato, in quei giorni riporta sul proprio profilo facebook un intervento in cui chiede chiarezza alla società sugli obiettivi. La risposta non si fa attendere, ma non arriva da Penocchio e Valentini, come si potrebbe pensare, ma da Michele Criscitiello, noto giornalista di Sport Italia, che dalle pagine del suo sito tuttomercatoweb.com attacca senza mezze misure l’allora primo cittadino di Padova. Potete leggere il suo intervento a questo link: http://www.padovagoal.it/2013/09/30/padova-attacco-di-michele-criscitiello-sportitalia-ad-ivo-rossi-si-preoccupi-dei-problemi-dei-cittadini-che-al-calcio-ci-pensa-penocchio/

 

Quella del malore non è l’unica balla raccontata da Penocchio, anzi questa sua tendenza emerge a più riprese; come dopo la partita di Cittadella quando racconta ai giornali di essere stato aggredito da un gruppo di ultras fuori dallo stadio, e la circostanza viene smentita addirittura dalla Digos di Padova (!!!). Tuttavia, nell’immediato la piazza tende a dividersi: se la Tribuna Fattori si schiera compatta contro questi personaggi, il tifoso medio tende a criticare l’eccesso di critica (scusate il gioco di parole) degli ultras, fedele al motto “Diamogli il tempo di lavorare!”.

 

I mesi successivi non fanno altro che gettare sempre più ombre sulla dirigenza biancoscudata: emerge per esempio la documentazione relativa all’acquisto del Calcio Padova, che sarebbe stato ceduto dal gruppo Unicomm per il valore di appena 200.000 euro ad una società denominata Iniziative Euganee srl, costituita dallo stesso Penocchio e da Valentini con un capitale sociale di appena 10.000 euro.

 

La squadra è sempre più impantanata nel fondo della classifica, viene anche stipulato un patto d’onore fra la Fattori e la squadra (Padova-Juve Stabia) con il quale gli ultras si impegnano a sostenere la squadra stessa fino in fondo, nel tentativo di salvare la permanenza in serie B. Ma ciò non sortisce l’effetto sperato. Non è solo la classifica a preoccupare, perché cominciano ad arrivare alle orecchie dei ragazzi voci sempre più insistenti di fornitori non pagati.

 

Di ritorno dalla trasferta di Bari, un gruppo di ultras biancoscudati incrocia in autogrill il direttore sportivo Marco Valentini (nel frattempo Secco, messo sotto accusa per la campagna acquisti estiva e la pessima partenza della squadra, si è defilato) con cui ha un battibecco. Gli viene aperta la porta della macchina in cui si trova seduto e gli viene chiesto esplicitamente di spiegare cosa sono venuti a fare a Padova. Valentini rifiuta. Il giorno dopo parlerà di “aggressione”, di “violenza fisica e verbale”, ed a dargli manforte arriva ancora Criscitiello che dalle pagine di tuttomercatoweb.com scrive un altro articolo a difesa della società formata da Penocchio e Valentini (http://www.padovagoal.it/2013/11/25/bari-padova-nuovo-attacco-di-michele-criscitiello-gli-ultras-facciano-gli-ultras-e-i-delinquenti-vengano-arrestati-intervenga-abodi-mentre-ivo-rossi/). Fa riflettere la frase di chiusura dell’articolo: “Vogliono far spazientire Penocchio ma il Presidente del Padova ha 10 centimetri di pelo sullo stomaco. Se non bastassero può arrivare anche a 20. L’importante è che chi deve recepire, recepisca”…

 

Anche il mercato di gennaio si rivelerà improduttivo, arrivano altri prestiti ed oggetti misteriosi (uno su tutti il difensore Kelic, che Penocchio all’atto di presentarlo dice: “Lo voleva mezza Europa”…). La situazione di classifica non cambia, e come se non bastasse succede un altro episodio ad avvelenare un ambiente che già ha i nervi a fior di pelle: sembra infatti che una delegazione di giocatori abbia incontrato il presidente Penocchio chiedendo la testa di Bortolo Mutti, almeno stando a ciò che direbbero le cronache di quel periodo. In realtà sembra che la delegazione si fosse incontrata con Penocchio per chiedere che facesse da “tramite” fra lo spogliatoio ed il mister, ai ferri corti. La conseguenza di tutto questo è che viene esonerato anche Bortolo Mutti ed arriva al suo posto Michele Serena, a mercato di gennaio ormai chiuso…

 

Arriviamo a marzo: Padova-Cittadella 0-4. Contestazione rabbiosa fuori dello stadio, con momenti di forte tensione. Un folto gruppo di ultras penetra in tribuna contestando Penocchio, che nel frattempo abbandona lo stadio scortato. Il giorno successivo terrà una conferenza stampa, visibilmente alterato, che farà molto discutere; soprattutto nel momento in cui gli viene chiesto che provvedimenti intendesse prendere, e la sua risposta lascia basiti un po’ tutti: “Non dobbiamo mai dimenticarci e non dovete mai dimenticarvi quello che è il vostro background ed il vostro curriculum sportivo…”. Questa sarà l’ultima volta che Penocchio interviene ufficialmente da presidente del Padova nel corso del campionato, dopo di che sparirà dalla circolazione e non si farà più vedere né sentire da nessuno fino al termine della stagione.

 

Si avvicina la fine del campionato ed inesorabilmente anche le elezioni per il sindaco, e la tifoseria scende in piazza sabato 17 maggio con un corteo di 2000 persone che si conclude con l’incontro dei tifosi con i candidati sindaco. Viene chiesto a tutti un impegno concreto per restituire il Padova alla città e toglierlo dalle grinfie di Penocchio e Valentini. A questo link potete vedere foto e video di quella giornata: https://www.facebook.com/media/set/?set=vb.224934537572205&type=2

 

Arriviamo ai giorni nostri, da giugno in poi: il Padova retrocede, la situazione societaria è grave e sotto gli occhi di tutti, le elezioni le vince Bitonci che sulla carta avrebbe già una cordata pronta a rilevare il Padova. Il problema è che l’8 giugno la Finanza si presenta alla sede del Calcio Padova e sequestra un bel po’ di documentazione, diversi faldoni, documenti e due pc. Si indaga sugli ultimi due anni di vita della società, quindi sulla gestione di Cestaro, il passaggio a Penocchio e la gestione di quest’ultimo. Emergono alcune “belle” sorprese: ad esempio la possibile distrazione di fondi da parte di Unicomm prima (6 milioni di euro) e di Ormis poi (altri 4). Emerge quel famoso “patto segreto” con la GSport di cui parlavamo sopra, che avrebbe avuto un ruolo non ben specificato in tutta questa vicenda. Emergono stipendi e fornitori non pagati ed una situazione debitoria complessiva vicino ai 14 milioni di euro. È molto chiaro che il Padova non potrà iscriversi al campionato di Lega Pro.

 

Comincia così un mese convulso e frenetico per salvare una società con 104 anni di storia. Gli imprenditori interessati ad un’eventuale impegno vengono scoraggiati dalla situazione debitoria, e pian piano appare che l’unico che realmente può salvare il Calcio Padova 1910 è proprio il Cavalier Cestaro, l’ex presidente. L’unico ad aver la forza economica per potersi caricare sulle spalle un “buco” simile, avendone inoltre tutto l’interesse, dal momento che dall’indagine della Finanza emerge sempre più la responsabilità della sua Unicomm sul buco di bilancio del Padova. Cestaro in questo periodo di tempo si incontra più volte con Bitonci e con altri imprenditori al fine di costituire una cordata di salvezza, e si impegna a pagare gli stipendi arretrati mediante l’anticipo della rata della sponsorizzazione sottoscritta ad inizio anno entro i termini della scadenza per l’iscrizione. Penocchio invece deve trovare 600.000 euro per il pagamento della fidejussione.

 

Quando ormai il salvataggio sembra cosa fatta, con Penocchio che ha ottenuto dalla banca la fidejussione, proprio nell’ultimo giorno utile per l’iscrizione arriva il dietro-front di Cestaro, pressato dalla famiglia. Nessuno pagherà gli stipendi arretrati, e così il Calcio Padova non potrà iscriversi in Lega Pro. È la fine di 104 anni di storia biancoscudata. Un’intera città piange lacrime di rabbia…

 

Ora si tratta di ripartire, di lasciare che l’indagine faccia il suo corso, e nel frattempo creare una nuova società. E così entra in gioco la figura di Giuseppe Bergamin, titolare della Sunglass, azienda di Villafranca Padovana, leader nella produzione mondiale di vetro ricurvo che si impegna in prima persona, col sindaco Bitonci e la tifoseria per cercare di ripartire. Nel momento in cui scriviamo stanno costituendo la nuova società che ripartirà dalla serie D col nome di SSDRL Biancoscudati Padova, e con lo scopo di riprendersi un domani il nome ed il logo storici. La tifoseria (Tribuna Fattori in testa) ha appoggiato il progetto, dicendo CHIARAMENTE che non vuole più avere nulla a che fare con Penocchio/Valentini e Cestaro. Fra l’altro sembra (il condizionale è d’obbligo) che la nuova società avrà una quota del 10% del capitale sociale ad azionariato popolare, e la tifoseria si sta già attivando in questo senso.

 

Tutto finito? Ma nemmeno per idea! Il Calcio Padova 1910 in realtà non è ancora fallito, ed i suoi “sequestratori” si stanno attivando in tutte le maniere per salvarla ed iscriverla almeno alla serie D. Tutto per evitare il reato di bancarotta fraudolenta, che non avrebbe per loro belle conseguenze, soprattutto per Cestaro. E così sono state proposte delle transazioni ai creditori, è stato attivato un “principe del foro” come Chiacchio per permettere l’iscrizione della squadra, ed è stata presentata formale richiesta per l’iscrizione alla serie D. La palla passa al sindaco Bitonci, che dovrà indicare quale delle due squadre (ammesso che venga accettata la richiesta d’iscrizione del Calcio Padova 1910, o meglio del cadavere del Calcio Padova 1910 in mano a Penocchio e Valentini) rappresenterà ufficialmente la Città di Padova e la continuazione ideale di quella che fu la società di Nereo Rocco. Bitonci dal canto suo ha già detto che appoggerà la nuova società creata da Bergamin e l’intera tifoseria sembra essere orientata in questo senso. Ma il rischio concreto di ritrovarsi con due squadre, di cui una detentrice dello storico nome, c’è tutto; come c’è anche chi fa di tutto per dividere la tifoseria. Staremo a vedere, la telenovela si annuncia ancora lunga…