Per questo secondo giorno in terra veneta decido di alzarmi presto e farmi un giro nel piccolo centro di Campodarsego che si visita in poco tempo. Poi verso l’ora di pranzo prendo il treno e, nemmeno in un quarto d’ora sarò a Padova. Scelgo di prendermela comoda in quanto la partita si gioca alle 18 per cui ho tutto il tempo di farmi un giro e mangiare un boccone.
Lo stadio dalla stazione dista quasi 4 chilometri e mezzo, ma incurante del caldo di fine luglio decido di farmela lo stesso a piedi anche per “assaporare” appieno le sensazioni che percepirò durante il tragitto. Arrivo allo stadio Euganeo che mancano ancora una quarantina di minuti al fischio d’inizio delle ostilità, ma appena entrato sul rettangolo di gioco mi accorgo che il settore ospiti, e cioè la curva, è chiusa al pubblico per cui gli ultras del Seregno vengono sistemati ad un lato della tribuna, quello più vicino alla curva. Già nel pre-gara sventolano bandiere e cantano qualche coro, mentre il settore patavino risulta essere ancora poco gremito.
Entrano le formazioni in campo e gli ultras del Seregno accendono una torcia e sventolano un bandierone ed altre tre bandierine, mentre i locali non fanno niente di particolare. C’è da dire che nonostante sia il 31 di luglio e la partita non richiami il pubblico delle grandi occasioni, anche oggi prendono posto sugli spalti più di 1.500 spettatori.
Una discreta impressione me la fanno gli ospiti, che in una trentina si presentano all’appuntamento e cantano abbastanza continuamente con battimani ben fatti, alle volte sventolando pure il bandierone e le bandiere. Qualche pausa si nota ma è veramente poca cosa per una tifoseria di serie D che sta cercando di migliorarsi anno dopo anno.
Passando ai biancoscudati posso dire che nei primi 5 minuti il tifo è stato blando, ma quando i coristi si sono sistemati in balaustra la musica è completamente cambiata: tifo continuo ed in alcuni momenti l’intensità dei cori si faceva sentire. Tanti battimani e mani alzate ma poco colore perché in effetti non mi sembra di aver visto sventolare bandiere.
Nel secondo tempo gli ospiti, per nulla intimoriti dal blasone dell’avversario (sia in campo che sugli spalti), continuano a cantare abbastanza linearmente, anche se continuano a mostrare qualche pausa. Si fanno notare per dei bei battimani e per lo sventolio del bandierone, seppur non continuo.
La curva di casa nonostante il risultato sia sempre bloccato sullo 0-0, non si scoraggia e continua a tifare in maniera costante con tanti battimani e mani alzate, e solo quando mancherà poco al novantesimo faranno delle pause, più che altro fisiologiche dovute al gran caldo.
Si va ai supplementari, i padovani dopo qualche coro si fermano e cominciano le pause, invece gli ospiti prendono coraggio e cantano facendosi sentire di tanto in tanto anche dalla curva dei locali. Poi nel secondo tempo supplementare sale sulla balaustra un vecchio ultras del Padova che richiama tutti all’attenzione, facendo alzare in piedi la gente seduta e cercando di farla stringere il più possibile: ne segue un PA-DO-VA da brividi, accompagnato da un battimani straordinario. Da questo momento la curva, che comunque ha cantato, sembra avere una marcia in più e l’intensità corale aumenterà in modo sorprendente, tant’è che sembrano aver trasmesso questa grinta anche alla squadra che in più occasioni sfiora il gol vittoria.
I tempi supplementari finiscono in parità per cui si va ai rigori: il Seregno ha la meglio ed a trasformare il rigore decisivo sarà una vecchia conoscenza del calcio italiano, il sempreverde classe 79 Jeda. La squadra corre tutta verso il settore degli ultras biancazzurri a festeggiare questa qualificazione che non avveniva da 75 anni e con gli ultras che, mentre escono dallo stadio, canticchiano “Tutti a Trapani”.
I biancoscudati nonostante questa pesante sconfitta applaudiranno lo stesso la squadra, promettendo che saranno comunque sempre al loro fianco. Dopo aver visto in due giorni quasi 5 ore di calcio giocato, comprese le lotterie dei rigori, mi faccio altri 4 km e passa di camminata per andare a prendere il treno che mi riporterà a casa, stanco ma comunque felice di aver visto per la prima volta questa realtà di serie D all’opera e per aver rivisto a distanza di 6-7 anni i padovani in casa, i quali rimangono sempre una realtà importante del panorama ultras italiano.
Marco Gasparri.
- Padova-Seregno 31-07-16 Primo Turno Coppa Italia. Gara unica
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