Paganese-Potenza era l’occasione giusta per tornare a respirare l’aria di stadio che tanto mi mancava,
con due tifoserie e la partita in serale che aggiunge un pizzico di brio all’evento.

Partiamo dagli ospiti, per puro ordine casuale: da Potenza i rumors della vigilia parlavano di circa 250
biglietti venduti e buttando una prima occhiata verso il settore ospiti, la stima è sicuramente in linea con il numero dei presenti effettivi, il che di questi tempi è oro.

La loro prestazione è molto positiva, a prescindere dal discorso numerico che tante volte è fine a sé stesso.
Il loro approccio al tifo risulta senza dubbio continuo e si fanno notare per un campionario di cori che si distinguono nettamente da quelli classici che siamo abituati a sentire in giro. Degne di note anche un paio di sciarpate eseguite durante la gara e qualche coro contro i cugini materani.

Passando ai padroni di casa, il loro stile è ormai noto a tutti gli amanti del mondo ultras: vestiti tutti dello stesso colore, con l’unico striscione “Resistere per continuare ad esistere” (a differenza degli ospiti che avevano molto più materiale), offrono un colpo d’occhio di fortissimo impatto. Bandieroni e cori molto melodici che, a differenza dei cori a rispondere, riescono ad estendere in durata anche per diversi minuti. Da notare, in tal senso, il
loro primo coro (il loro cavallo di battaglia: “È la mia città…”) cantato per 15 minuti da tutta la curva, il tutto impreziosito poi dall’accensione di qualche torcia.

Tra le due tifoserie completa indifferenza. Per la cronaca, la partita termina 2 a 0 per i padroni di casa.

Testo di Emilio Celotto
Foto di Davide Gallo ed Emilio Celotto


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