Per l’ennesima volta in questa stagione, torno con piacere in questa terra ultras che è Pagani dove, fin dal mattino, è possibile respirare piacevole aria calcistica: in piazza infatti, viene allestito il consueto banchetto dove è possibile acquistare il loro materiale, dalla fanzine agli adesivi al resto dei prodotti griffati “Curva Nord”.

Scende in campo la propria squadra del cuore, per cui dopo un pranzo mordi e fuggi, il gruppo è già allo stadio, alle prese con i preparativi di rito, a partire dall’affissione dello striscione che da qualche tempo li contraddistingue: “Resistere per continuare ad esistere”, motto che mai come quest’anno rispecchia in toto la situazione creatasi a Pagani, dove gli ultras sono gli unici a rimanere in piedi , gli unici che non intendono piegarsi in una stagione mediocre e fallimentare.

Anche se la curva offre notevoli spazi vuoti, la compattezza della presenza centrale va a compensare gli antiestetici buchi sugli spalti. I cori, molto originali, vengono coordinati e supportati dai soliti tamburi, mentre non mancano i cori a ripetere

In grandissimo spolvero, la Curva Nord offre una prova esemplare fatta di bandieroni sempre al vento e un repertorio di cori molto particolari: pochi in Italia esprimono questa concezione di fare tifo ma in campo, purtroppo, non si va oltre uno striminzito 0-0 senza azioni degne di nota, né da una parte e né dall’altra.

Il settore ospiti è invece popolato da una rappresentanza reggina non eclatante in termini numerici, ma che appare sempre bella vivace e propositiva, coordinata dal ritmo di un tamburo. Nonostante i playoff sempre più lontani e l’ennesima stagione all’ombra rispetto ai fasti del passato, la Reggio degli ultras risponde presente anche in questa trasferta: in attesa che tornino giorni migliori, la tifoseria dimostra nei fatti di essere la pietra su cui ricostruire il futuro, il patrimonio perpetuo a fronte di proprietari intercambiabili, volatili e volubili.

Pier Paolo Sacco