Torno a Pagani sempre con grande entusiasmo. Chi legge i miei racconti conosce la mia personale ammirazione per i paganesi. Li ho visti in situazione decimate, anche per via di una squadra in campo che non meritava i suoi ultras.

Sono passato dall’anno scorso, quando la Paganese lottava nei bassifondi della classifica (con tanto di playout, retrocessione e successivo ripescaggio), a questa stagione completamente differente, dove la squadra è ai vertici della classifica. A prescindere, gli ultras c’erano allora e ci sono oggi.

Al mio arrivo sul rettangolo di gioco trovo una grande atmosfera e un’ottima cornice di pubblico.

La consueta originalità dei paganesi si può osservare maggiormente quest’oggi. Numerosi in curva e davvero belli, si lasciano andare al solito sostegno “diverso”, dando un’impronta in salsa argentina, con cori continuati e lenti, particolarità nelle manate e tanti cori secchi che fanno da contorno ad una prova più che buona. Accendono anche qualche torcia nel cielo cupo di Pagani.

La Reggina è circondata anch’essa da un pubblico entusiasta. Il Granillo nelle prime partite era pieno come non mai rispetto alle ultime stagioni.
Oggi i reggini, numericamente, si presentano in 130 circa; mi aspettavo qualcosa in più, data anche la forza della loro squadra, ma sono dettagli. La presenza in sé vince su ogni giudizio si possa dare. Va dato comunque merito per la distanza e per l’orario fastidioso delle 17:30, non agevolissimo per il rientro a casa. Il loro tifo non è entusiasmante, ma si fanno sentire principalmente con delle manate e cori secchi.

Torno da Pagani con la consapevolezza di aver centrato anche questa volta la partita.

Pierpaolo Sacco