Lo Stadio Apostolos Nikolaidis entra di diritto fra gli stadi più belli che abbia mai avuto il piacere di visitare. Con una capienza di poco più di 16.000 spettatori non è forse numericamente all’altezza della squadra che ci gioca, ma con il pubblico presente, la possibilità di vivere un’esperienza da pelle d’oca è garantita al cento per cento. Il tutto, però, inizia già fuori della tana biancoverde. Non è che la zona attorno alla fermata della Metro di Ampelokipi sia tra le migliori di Atene, ma l’atmosfera di calcio che si respira, colpisce subito. Ci sono chioschi che vendono panini con Kalamaki (piccoli spiedini di carne), cipolla e tzatziki, la famosa salsa greca. Attaccati a questi chioschi semplici ci sono quelli per comprare birre ghiacciate, rigorosamente Alfa, Mythos o Mamos. Qualche passo più in là seguono bancarelle di magliette ed altro materiale biancoverde chiaramente ben lungi da quelle che si possono trovare nello shop del club.

Tutto questo si nasconde bene dentro una zona fortemente residenziale e dietro dei muri talmente consumati da cadere quasi a pezzi. Ne danno prova anche i murales più vecchi che hanno perso gran parte del loro colore. Chios, Igoumenitsa, Kalymnos, Kefalonia, Korinthos, Megalopoli, Naxos, Patissia, Rhodos, Thessaloniki: questa è solo una parte delle tante sezioni del “Gate 13” di cui si trova traccia sui murales dello Stadio. Ed allo stesso tempo è solo una parte dei posti dove si tifa il Panathinaikos. Con 20 scudetti vinti sarà anche lontano anni luce dall’Olympiakos che ne ha vinti 46, ma è pur sempre la seconda più vincente di Grecia ed ha comunque seguito nell’intero paese. Oltre all’Olympiakos, l’altro club della capitale è l’AEK, conosciuto in Italia anche per la vicinanza della sua tifoseria con i Livornesi. Ma oltre ai labronici, questa sera nemmeno il resto della tifoseria ospite potrà essere della partita: i tifosi greci che certo non sono conosciuti per essere così freddi e distaccati, in passato sono stati protagonisti di tanti e tali vicende di cronaca che il governo ha deciso di chiudere i settori ospiti in tutte le partite più sentite. 

È questa l’unica nota stonata di una serata che, per il resto, offre quasi solo soddisfazioni. La tifoseria biancoverde risponde infatti presente alla chiamata e gremisce abbastanza numerosa gli spalti dell’Apostolos Nikolaidis. È subito evidente che la curva del “Gate 13” non è a pieno regime, forse perché per motivi legati al Covid la capienza è stata ridotta, anche se non ho un riscontro ufficiale. Nonostante tutto, il tifo è veramente ottimo: i battimani sono molto seguiti, i cori si sentono anche dall’altra parte dello stadio, a 120 metri di distanza ed accendono qualche torcia qua e là che restituiscono un bel colpo d’occhio. E alla fine i tifosi tutti potranno gioire per una tonda vittoria, con la loro squadra che s’era portata in vantaggio 3-0 già dopo 30 minuti, stesso risultato con cui poi ha concluso l’incontro.

Un incontro che personalmente mi rimarrà indelebilmente nei ricordi per la vera “stella” dello serata: lo Stadio. Tra i seggiolini, scomodi, molto, troppo stretti e coperti di polvere, a fine partita si trovano delle montagne di gusci di semi di girasole e lattine di birra che la gente ha portato da fuori dove, dopo il triplice fischio, si ripete lo scenario del prepartita: il fumo delle griglie di kalamaki, le birre, l’atmosfera calcistica che ormai si trova molto raramente, sterilizzata da questi stadi moderni tutti uguali e tutti vuoti di passione, contenitori senz’anima buoni solo per clienti instupiditi.

Remo Zollinger