Poche righe su quanto successo ad Enri nel primo grado di giudizio per i fatti di Fano-Mantova dell’aprile 2017. Non entreremo nella questione processuale ed è perfino inutile dire che noi auspichiamo e vogliamo un’assoluzione piena ed un immediato ritorno allo stadio per Enri.

Ricapitoliamo quanto successo dal giorno dopo quella partita di quasi 2 anni fa giusto per fare chiarezza… 
7 anni di diffida (divieto di accesso allo stadio) con obbligo di firma 2 volte ogni volta che il Fano gioca. 3 anni 6 mesi di carcere (in primo grado) per lesioni.

È già di per sé evidente la volontà di trovare il colpevole perfetto che paghi per tutti, diventando, come è successo grazie al comportamento di certi “giornalisti”, il mostro da sbattere in prima pagina. 
Diciamo con forza che ci adopereremo per fare in modo che tutta la città si stringa intorno ad un proprio figlio, un ragazzo, un ultras , ma anche un amico, un fratello, uno che ci ha sempre messo la faccia, uno che tutti conoscono e che tutti sanno essere innocente.

In quella giornata che doveva essere di festa per i nostri onorati 40 anni di attività ultras da festeggiare – giornata in cui in tanti, come nelle grandi occasioni, si sono stretti intorno ad un gruppo ultras che è la storia della nostra città – tutti hanno visto cosa è successo e gli oltre 2000 spettatori presenti allo stadio quella domenica sanno cosa è accaduto.
E sulle responsabilità di quella giornata parla la divisione che è in atto oggi in curva, divisione netta e sacrosanta che da quel Fano-Mantova ha tracciato un solco irrecuperabile per la curva. Siamo e continueremo ad essere ben distanti da chi ha provocato tutto quello che oggi Enri e tutti noi stiamo pagando in termini repressivi…

E allora se Enri deve pagare per tutti, fra l’altro per cose mai commesse, diciamo che questa condanna è un attacco ad una storia collettiva che dura da oltre 42 anni, diciamo chiaro che sul banco degli imputati ci sono generazioni intere che si sono succedute su quei gradoni al centro della curva.

Da quando esiste il tifo organizzato a Fano sempre tutta la città si è rispecchiata nello striscione con al centro la pantera ed è normale che sia così! 
Enri è solo uno di quelli che negli anni ci ha messo di più la faccia, sempre pubblicamente e senza mai doversi nascondere. A tantissimi ragazzi di questa città è capitato almeno una volta di venire allo stadio e rispondere alzando le braccia al cielo ad un “su le mani!” lanciato da quello che almeno negli ultimi 10 anni è stato il suo paletto al centro della nostra curva…

Poco altro da aggiungere per adesso e maniche da rimboccarsi, con la promessa che non abbasseremo la testa.
In questi ultimi 2 anni di ingiusta diffida, non abbiamo mai lasciato solo quello che per noi è un fratello e dopo questa sentenza dovremo ancora di più avere le spalle larghe per stringerci ancora più forte. 
Se toccano uno toccano tutti!

ENRI LIBERO!