Per tanti tifosi nel mondo, quando si parla di Parigi si pensa alla ricchissima squadra rilevata dalla cordata del Qatar nel maggio del 2011, capace di sborsare centinaia di milioni di euro per comprarsi qualsiasi giocatore voglia. Ma quante di queste persone hanno sentito nominare il Paris FC? E chi sa che queste due squadre hanno molto più di un destino comune? Se tanti appassionati di calcio non lo sanno è anche perché la Francia, in generale, e Parigi in particolare, ha sempre avuto un strano rapporto con questo sport.

Per spiegarlo, dobbiamo fare un passo indietro e fare un viaggio nel tempo di cinquant’anni. Nel gennaio del 1969, la capitale francese non ha più una squadra che gioca in Serie A. Il Racing Club de France, il Club Athlétique Paris e lo Stade Français sono tutti spariti dall’orizzonte professionistico. Fu così che la federazione francese decise di creare una commissione per spingere alla nascita di una nuova società. Nel febbraio del 1969, all’entrata di decine di stadi di Parigi e della sua periferia, gli appassionati di calcio ricevettero un foglio che informava sull’idea di creare questa società ad hoc e lanciando delle proposte su come nominare la nuova squadra. Più di 60.000 persone risposero con una vecchia busta affrancata e scelsero il nome di Paris FC. Nel luglio del 1969, i dirigenti del neo nato PFC si riunirono per la prima volta. Ai futuri tifosi vennero chiesti dei fondi tramite una trasmissione radiofonica a seguito della quale 17.400 persone parteciparono a questa mega colletta per il neo nato club. Il Paris FC a questo punto ha dirigenti e soldi, ma non uno stadio né una squadra. La nuova società dovrà aspettare fino alla stagione 1970/71 per muovere i primi passi sui campi di calcio.

Settore parigino

La federazione fa di tutto per fare iniziare questa squadra al massimo livello, ma c’è il veto della Lega calcio da superare. Si decide così per una fusione, unico modo per rispettare le regole ed avere la nuova squadra parigina nei professionisti. Ma non è facile e la squadra parigina deve accontentarsi di iniziare dal secondo gradino del calcio francese dopo una fusione con lo Stade Saint Germanois, squadra della periferia parigina che è stata appena promossa in serie B. Il nome muta da Paris FC a Paris Saint-Germain FC. La prima stagione sui campi verdi è un successo e la squadra finisce prima nel girone, venendo promossa al più alto livello calcistico locale. Nella sua prima stagione in Serie A francese, la squadra parigina finirà al 12° posto.

Il comune di Parigi però non vuole sostenere economicamente una squadra con un nome che associa la periferia e, alla fine di questa prima stagione di massima categoria, nel maggio del 1972 arriva il divorzio. Il Paris Saint-Germain ripartirà dalla Serie C nella stagione seguente ed il Paris FC rimarrà in serie A. Così nel agosto del 1972 il Paris FC approda nel nuovo stadio appena costruito a sud-ovest della capitale, il Parco dei Principi. Anche se questo stadio non porterà fortuna ed il Paris FC retrocederà durante la sua terza stagione al massimo livello, questo mentre il Paris Saint-Germain realizzerà due promozione consecutive, ritrovando così la serie A.

Il Paris FC perde pure il suo stadio che diventa la sede degli incontri del Paris Saint-Germain. Nel 1978 il Paris FC fa il salto di categoria e ritrova la serie A per una stagione, disputando il vero derby della capitale per ben due volte durante la stagione 1978/79. Ma è l’ultima stagione del PFC al vertice del calcio nazionale e da lì, la società parigina voluta dalla federazione, sparirà nonostante diverse fusioni e tentativi di riportarla agli antichi fasti.

Una veduta dello stadio

Durante questi anni, il Paris Saint-Germain ne approfitta per imporre il proprio monopolio diventando il primo club della capitale. Il Paris FC, approderà in diversi stadi e, tra alti e bassi, campionati di serie D e serie C, cambiamenti di nome (Racing Paris 1, Paris FC 98 e Paris FC 2000), la seconda società parigina si fissa come obbiettivo la Serie B. Dovrà aspettare fino al 2015 per tornare al secondo livello del calcio francese. Da un paio di anni, la sua sede è diventata lo Stade Charléty. Questo impianto polisportivo di 20.000 posti non è proprio adatto al calcio e il Paris FC, che prova dignitosamente ad essere la seconda squadra di Parigi, si ritrova con pochi tifosi in uno stadio fortemente esposto al vento nel sud-est della capitale.

Essendo a Parigi per il fine settimana, decido di tornare in questo stadio che ho scoperto l’anno scorso. L’incontro di serie B che si gioca oggi vede il Paris FC ospitare il Metz, un sabato alle ore tre. Un orario comodo per i tifosi ma è un’eccezione. In Francia, per motivi di “visibilità”, la serie B si gioca il venerdì già da una quindicina d’anni. Due partite sono spostate per motivi di televisivi, una il sabato pomeriggio e l’altra il lunedì sera.

Arrivo allo stadio Charléty cinque minuti prima del fischio d’inizio, ci sono file di spettatori ma, per miracolo, arrivo al mio accredito facilmente. L’addetto stampa è molto disponibile e mi facilita l’ottenimento della famosa pettorina, così metto piede in campo quando le squadre escono dal tunnel.

Il colpo d’occhio è buono, ci saranno 5.097 spettatori tra i quali quattrocento da Metz. Devo dire che la società parigina fa di tutto per fare venire la gente allo stadio con prezzi davvero popolari (ma è un caso analogo a tante squadre di serie A e serie B in generale) e riduzioni per studenti e giovanissimi.

Lo stadio è davvero troppo grande e dispersivo, poi la pista d’atletica non aiuta. Come sempre solo la tribuna principale è aperta al pubblico e lì prendono posto due gruppi: l’Old Clan, attivo dal 2011 e gli Ultras Nautecia, attivi dal 2014. In casa sono separati e devo dire che la scelta non è delle più felici perché per tutta la partita non li sento quasi mai, anche se si danno da fare, e si vede. I due gruppi hanno lo stesso numero di persone, una trentina di partecipanti circa. Il problema è che non arrivano a coinvolgere il resto della gente attorno a loro, ma questo aspetto è tipicamente francese, nel senso che il pubblico locale è composto da spettatori, non da tifosi e questo durante la partita si nota.

Squadre schierate

All’entrata dei giocatori sul campo non c’è niente di particolare, i gruppi parigini tirano fuori stendardi e bandieroni, mentre il resto dello stadio si fa notare con le bandierine blu scuro col logo della società che sono state distribuite all’ingresso dello stadio.

I ragazzi di Metz sono almeno trecento nel settore ospite che si trova nella gradinata di fronte alla tribuna. Gli ultras si piazzano in mezzo al settore con due gruppi della tribuna ovest (la Génération Grenat e i Gruppa al fianco dei quali, come spesso succede, ci sono i loro gemellati tedeschi degli Insane Ultras dell’Eintracht Trier). Attorno a loro diverse decine di tifosi del Metz, alcuni provenienti da Parigi come ne testimonia lo striscione del club Metz capitale.

All’entrata delle due squadre in campo, i ragazzi di Gruppa sventolano una decina di bandieroni con i colori sociali, ossia bianco e granata. Poi, dopo alcuni minuti, l’ultimo gruppo ultras del Metz, la Horda Frenetik, entra nel settore. Son un’ottantina circa e tirano fuori il loro striscione giallo con la scritta granata ed alcuni stendardi.

Per chi non lo sapesse, il tifo a Metz è bicefalo come ormai avviene in tanti stadi: in tribuna est prende posto dal 1997 la Horda, erede della Section Graoully, che ha messo piede in questa tribuna nel 1995. Perché a Metz il settore storico del tifo, fino al 1996, era la tribuna ovest, dove all’inizio degli anni ’80 nacque il primo gruppo di tifosi un po’ più caldi, il Kop of Metz. Non era un gruppo ultras ma tifava alla vecchia maniera inglese, cioè senza l’organizzazione ultras all’italiana, con alcune bandiere (ma non vere pezze) sulla recinzione e sporadicamente dei canti. Nel 1991, in questa tribuna ovest sorge il primo gruppo ultras del Metz, la Section Graoully (dal nome di un dragone mitico che, secondo la leggenda, terrorizzava la popolazione di Metz nel Medioevo). All’inizio l’idea era di muoversi come una sezione del Kop of Metz, ma presto divennero un vero e proprio gruppo ultras, che adottò il colore arancione perché alcuni ragazzi avevano una fascinazione per Arancia Meccanica e si distinguevano portando il bomber alla rovescia (e devo aggiungere che c’era pure, al tempo, una mezza amicizia della Section Graoully con la sezione Ticino dei Viking).

Panoramica sui tifosi del Metz

Nella primavera del 1995 la Section Graoully decise di cambiare definitivamente territorio, perché ci sono troppo tensioni con il Kop of Metz sulla base del diverso modo di concepire lo stadio. Così la tribuna Est diviene il secondo cuore del tifo. Ma all’inizio del 1997 il gruppo decide di cessare le attività e bisognerà aspettare un po’ di mesi per vedere un nuovo gruppo riprendere il tifo, dalle ceneri della SG, sotto il nome di Horda Frenetik. Invece, nella tribuna ovest, nel 1995, nasce dalla fusione del Kop of Metz con un club di tifosi del Metz, la Génération Grenat, un gruppo sul modello ultras. Infine, nel 2012, un altro gruppo vede la luce nello stesso settore, Gruppa Metz.

Torniamo a Parigi, dove nel settore ospiti, i tre gruppi provano a dare del loro meglio per unire il tifo, dimenticando le diatribe che ci possono essere. Il primo tempo è davvero bello. Quasi tutto il settore riprende i canti e devo dire che oggi la tifoseria granata mi dà un’ottima impressione. Bisogna però aggiungere, per completezza di informazione, che il Metz è appena retrocesso nella seconda categoria nazionale: dal 2002 fa l’ascensore tra serie A e serie B (retrocedendo persino per la prima volta nella sua storia in Serie C, nel 2012, rimanendovi per un solo anno), ma la stagione 2018/19 del Metz è partita benissimo con sette vittorie in sette partite. Non a caso, quando il Paris FC segna al dodicesimo minuto, il settore ospiti continua a sostenere i granata con vigore.

Sarà un monologo granata il tifo nel primo tempo, anche se i ragazzi parigini si daranno da fare, ma con i loro numeri è quasi impossibile sentirli. Durante questo primo tempo, l’Old Clan tira fuori uno striscione per un ragazzo volato in cielo. Quando l’arbitro sta per fischiare la fine del primo tempo, il Paris FC raddoppia: è così 2-0 dopo 45 minuti di gioco.

L’invadenza del PSG

Nell’intervallo faccio un giro dello stadio e noto che ci sono tante famiglie e giovani. Come ho già detto la politica dei prezzi e l’orario possono spiegare questo, ma anche l’avversario del giorno. Una ragazza sventola una bandiera del Paris Saint-Germain e fa riflettere come, pur senza tanti sforzi, la società rossoblù non abbia la minima concorrenza a Parigi e su queste basi, creare passione attorno al Paris FC risulta un compito davvero arduo.

Il secondo tempo riprende, ma il ritmo del tifo ospite è diverso, si nota che manca della gente poi, anche quando tutti riprendono posto sugli spalti, si nota un tifo comunque un po’ sottotono. Il goal del Metz dopo neanche due minuti dalla ripresa non cambierà gli equilibri ed anche gli sforzi dei diversi lanciacori non sortiscono effetti e non riescono a fare tornare il settore del Metz come nel primo tempo.

A fine partita saranno i tifosi locali a fare festa, con i giocatori delle due squadre che non dimenticano di ringraziare i propri tifosi. Decido di restare ancora un po’ nello stadio dopo la partita: si rivelerà una scelta azzeccata perché avrò così occasione di vedere il corteo della Horda. Essendo venuti in treno, i ragazzi saranno scortati della polizia anti-sommossa (i famosi CRS) fino alla prima stazione della metropolitana. Come sempre, c’è un dispiegamento di forze dell’ordine esagerato, ma d’altro canto la rivalità con gli ultras del Paris Saint Germain esiste ed i rischi non mancavano. Comunque, se andate a Parigi, anziché fare la solita gita, sappiate che potete vedere un po’ di ultras e di calcio anche al di fuori del Parco dei Principi.

Sébastien Louis
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