Sospinti dalle buone speranze di disputare i playoff che garantiscono l’ultimo accesso alla Serie A, gli ascolani si presentano a Parma davvero in buon numero. Il dato finale parla di 1.494 biglietti staccati, anche se il colpo d’occhio non appare immediatamente compatto e massiccio. A causa del forte traffico sulla tratta adriatica per il rientro dalle ferie pasquali, il loro ingresso nel settore ospiti avviene alla spicciolata, ma quasi verso la mezz’ora del primo tempo, quando ormai tutti erano sopraggiunti, il blocco bianconero marchigiano risulta davvero molto bello a vedersi.

Belli anche da sentire gli ascolani, autori di un tifo di gran livello, con cori potenti e continui e bei boati in occasione dei vari cori secchi. Da segnalare in modo particolare, nel loro repertorio, lo stesso identico coro con il quale dall’80esimo, prendono per mano la propria squadra in vantaggio per 1-0 e la sorreggono accompagnandola fino al triplice fischio finale. Alla fine dei conti risultano senza dubbio il miglior gruppo visto a Parma in questa stagione, dopo pisani e vicentini già autori di un’ottima prestazione di tifo, la loro performance odierna però si dimostra persino più convincente.

Buono anche il tifo in casa Parma, specie se rapportato al numero dei presente in Curva. Se è vero come è vero che il tifo non è solo quantità ma anche qualità, nulla è imputabile ai parmensi quest’oggi, che fanno tutto quanto nelle loro possibilità, e anche di più, per cercare di suonare la carica ad una squadra che, partita fra mille proclami, ha ampiamente deluso le aspettative persino dei più pessimisti. Due sciarpate, bandiere sempre al vento e tifo continuo. Lo striscione iniziale è un omaggio in riferimento a Matteo Bagnaresi, a pochi giorni dal 14esimo anniversario della sua scomparsa. Prima della partita, “il Bagna” era stato ricordato in mattinata presso la Fondazione benefica che porta il suo nome, alla presenza dei gemellati di Rapid Vienna, Empoli e Sampdoria, oltre ovviamente a tutti gli amici, i famigliari e le persone che hanno voluto bene a Matteo, che l’hanno conosciuto o che, anche solo attraverso il ricordo e i racconti degli altri, ne hanno potuto apprezzare lo spessore umano e morale.

Lo striscione del secondo tempo invece, è un esplicito riferimento al recente caso Catania sia in virtù del vincolo di amicizia che li lega con i siciliani ma anche per una particolare sensibilità personale al tema: quando fu proprio il Parma a passare attraverso la Via Crucis del fallimento a stagione in pieno svolgimento, i vertici del calcio nazionale si affrettarono accorati a dichiarare, a favore di telecamere, che non ci sarebbe stato “Mai più un altro caso Parma”. Eppure, ancora una volta, la storia si ripete ciclica, ridicola come una farsa. Lacrime di coccodrillo dei padroni del calcio mentre i tifosi piangono lacrime vere. Avrebbe fatto ugualmente male anche un’esclusione estiva, prima dell’inizio del campionato, ma venire colpiti così al cuore, a tre giornate dalla fine, ha il sapore della vigliaccata pura e semplice. Chi rompe non paga e i cocci di queste tragedie sportive restano ai tifosi, gli unici a rimetterci davvero.

Il finale sul rettangolo verde, come già accennato, vede l’Ascoli vincere di misura. Uno 0-1 con il quale gli ospiti continuano a cavalcare il loro sogno più ardito, mentre per il Parma si volatilizzano le ultimissime seppur flebili speranze di riagganciare il treno dei playoff. A proposito di cocci, anche nella città ducale c’è da dare una bella ripulita in vista della prossima stagione…

Giovanni Padovani