Un vero e proprio anticipo di Serie A quello andato in scena al “Tardini” di Parma. Gara amichevole che se per l’Atalanta fresca vincitrice dell’Europa League e prossima sfidante del Real Madrid per la Supercoppa Europea, è solo una tappa di avvicinamento alla nuova stagione, molto più probante lo è per il Parma. C’è da testare la tenuta fisica e mentale in questa massima serie così lungamente inseguita e finalmente raggiunta l’anno scorso, con un campionato da indiscussa dominatrice della cadetteria.
Sembra già pronta all’imminente stagione anche la tifoseria Atalantina, che porta 790 persone al seguito nel settore ospiti: tanti se si considera lo spessore della sfida e il periodo vacanziero. Più di cinquemila, invece, le presenze complessive sugli spalti, 5.499 per la precisione: anche qui è evidente che il caldo rovente (veramente altissima la temperatura percepita) porti a preferire di gran lunga le spiagge o le montagne ad una sfida senza nulla in palio. In questa afosa domenica pomeriggio, alle ore 18, alla fine sono presenti i soliti, quelli che ci sono sempre, mentre gli occasionali preferiscono aspettare giorni migliori, come da abitudine.
Buona prova canora da entrambe le parti, atalantini sugli scudi ma penalizzati dalla scelta di piazzarsi nella parte bassa del settore, dove le vetrate finiscono inevitabilmente per schermare il tifo. Striscione per loro che è stato difficile intuire in quanto defilato, poi spazio anche a qualche sortita più divertente, con i presenti divisi in due metà a rimpallarsi i cori.
Per i padroni di casa, oltre ai vari cori per rodare le ugole in attesa del via ufficiale della stagione, si segnala una buona sciarpata e un lungo striscione di solidarietà ai gemellati di Bordeaux, alle prese con una dura crisi economica che li costringerà a ripartire dai gradini inferiori del calcio francese. In campo, a sorpresa, si impongono proprio i ducali con un clamoroso 4-1 che, si spera, possa essere di buon auspicio per quando si comincerà a giocare per una più importante posta in palio e non più per sperimentare tattiche e uomini.
Giovanni Padovani