Questa semifinale di ritorno dei playoff di Serie B non può che avere una coda lunghissima. A partire dall’incontro dell’andata in Sardegna, dove il Parma è riuscito a sprecare un doppio vantaggio facendosi prima raggiungere e poi superare dal Cagliari allo scadere. Non essendoci nemmeno il tempo materiale per il rammarico, la tifoseria parmigiana già alla vigilia del match ha provato a caricare tutto l’ambiente, chiamando il popolo gialloblù a raccolta da Barriera Farini. Da lì s’è radunato e poi mosso un corteo per accompagnare il pullman della squadra verso il “Tardini”. Un migliaio circa le presenze con le fila che si andavano ingrossando man mano che ci si avvicinava allo stadio. Dopo aver svoltato al Petitot, anche la squadra è scesa in strada dal pullman, incoraggiata e spinta fin dentro agli spogliatoi dall’entusiasmo, dalla grinta e dalla voglia di vincere dei suoi tifosi. Già nel recente passato si era provato altre volte ad imbastire manifestazioni del genere per caricare i giocatori ma mai la riuscita era stata pari a questa volta, vuoi per l’orario una volta tanto favorevole, vuoi soprattutto per l’esito del doppio confronto ancora in bilico, che porta obbligatoriamente i più a crederci fino in fondo.

L’interno dello stadio si è presentato altrettanto carico emotivamente e, soprattutto, dal punto di vista numerico, se non prossimo al sold out comunque pieno come mai era capitato in tutto il resto della stagione: sono 17.437 gli spettatori presenti dei quali 1.323 quelli che si sono accomodati nel settore ospiti, per sostenere i rossoblù sardi. Tanti partiti dalla Sardegna, tantissimi raccolti intorno allo striscione degli Sconvolts: mai fino ad oggi s’era vista una presenza del genere dei cagliaritani a Parma, di solito ad appannaggio di molti meno fedelissimi.

L’ambiente che ne scaturisce, per i primi buoni venti minuti di gioco è assolutamente galvanizzante, con un tifo potente e partecipe come non lo si vedeva e sentiva da anni. Persino la Curva Sud e la Tribuna si sono spesso accodati alla Nord tanto che l’eco dei cori, in più di un’occasione, hanno letteralmente fatto venire i brividi ai presenti di fede gialloblù.

Coreografia iniziale molto “vecchio stile”, realizzata con coriandoli, rotolini di carta e una corposa fumogenata la cui coltre s’è poi estesa verso il terreno di gioco, ritardando di qualche minuto l’inizio della gara. Bella figura – come detto – dei cagliaritani, che si presentano molto compatti, con tante grosse bandiere blu, bianche e rosse ed un tifo che, come per la controparte, è tanto positivo quanto inevitabilmente condizionato dagli eventi del campo. Una gara che si gioca sulle montagne russe in termini di pathos e occasioni, risucchia spesso le attenzioni del pubblico, ammutolendolo nei momenti di paura e portandolo a ruggire nelle folate offensive della propria squadra.

Le coronarie dei locali vengono messe a dura prova intorno al 35esimo quando Lapadula infila alle spalle dell’estremo difensore parmense ma l’arbitro annulla per fuorigioco. L’altro evento cruciale è il gol-non gol di Bonny al 75esimo che scatena la gioia irrefrenabile e porta ad una bella torciata in Curva Nord. Poi la doccia fredda del VAR che annulla in quanto il pallone non aveva superato del tutto la linea di porta. Il contraccolpo psicologico ha impatto simile ad un rigore sbagliato e il tifo degrada di conseguenza ma, più in generale, per rendere l’idea del valore ampiamente positivo della prova odierna, i cori meno potenti di giornata sono stati di gran lunga più potenti di quelli più potenti del resto della stagione. Veramente una prestazione d’alto livello.

Inversamente è invece un crescendo il finale cagliaritano, man mano che ci si avvicina al triplice fischio finale quando, lo 0-0, regala la qualificazione alla finale. Esultanza e sentiti festeggiamenti fra tifosi e giocatori accorsi sotto il loro settore. Anche il Parma prova ad avvicinarsi alla Nord e anche se la stagione regolare non era stata esaltante e pure ai playoff hanno dovuto incassare questa eliminazione, i tifosi scelgono di rincuorare i propri ragazzi con applausi e un “Vincere il derby” con il quale già rivolgono l’attenzione alla prossima stagione. Ritorna infatti il derby storico con la Reggiana oltre a quello con Modena per non parlare di Cremona che, anche se fuori dai confini regionali, da queste parti è sentito alla pari di un derby vero e proprio.

Non si può far altro che consolarsi con le prospettive future. In finale per ora ci va il Cagliari, dove incontrerà il Bari. Due tifoserie diversissime fra loro, eppure entrambe meritevoli di un ritorno in Serie A. Giudice inesorabile sarà il futuro più immediato: la gioia in palio è solo per una delle due.

Giovanni Padovani