La nuova proprietà del Parma, appena insediatasi, aveva promesso la permanenza nella massima serie. Fallito il primo obiettivo aveva quindi garantito l’immediato ritorno nella serie A. Gli investimenti non sono mancati, Maresca in panchina e Buffon tra i pali rappresentavano la ciliegina sulla torta, il campo però  regala spesso sorprese. Il campionato sta infatti creando non poche difficoltà ai Ducali che ad un terzo del giro di boa si trovano invischiati nei bassifondi della classifica.

Il match contro il Cosenza è quindi l’occasione giusta per dare una scossa e un segnale a tutto il campionato. Il pubblico tuttavia sembra già essersi stancato delle solite promesse e gli spettatori presenti sono poco meno di 7.000 con circa 1.200 calabresi arrivati da ogni zona d’Italia. Protagonista assoluto è il freddo pungente, reso ancora più insidioso da una nebbia che sembra farlo penetrare fin nelle ossa. Se le avverse condizioni meteo possono aver inciso sulla scarsa affluenza di pubblico, il dato resta comunque ben al di sopra della media generale della serie B.

La Curva Nord si presenta con ampi spazi vuoti, infatti solo la parte centrale, occupata solitamente dai Boys, appare compatta e piena. L’ingresso in campo è accompagnato dallo sventolio di bandiere e due aste. Il tifo degli emiliani, soprattutto nei primi 45 minuti, sarà costante e continuo con un paio di cori a ripetere che rimbombano in tutto lo stadio. Il Parma, come detto, non è nelle sue migliori condizioni e anche contro il Cosenza soffre; il gol del vantaggio iniziale aiuta in parte la tifoseria di casa ad alzare i decibel del tifo ma il pareggio calabrese getta nello sconforto i tifosi di casa, costretti di nuovo a guardarsi alle spalle.

I tifosi cosentini invece raggiungono in massa la città emiliana e, come spesso accade per le squadre del sud, molti sono anche gli emigrati del nord che danno manforte ai propri concittadini partiti dalla terra natia. Il tifo degli ospiti non è costante e soprattutto non rispecchia il reale potenziale numerico a disposizione, ma che grossi esodi e qualità del tifo vadano a confliggere fra loro è una consuetudine nota e che raramente vede eccezioni. Al contrario dei padroni di casa che offrono un buon primo tempo e si eclissano nel secondo, loro sono invece autori di un primo tempo sottotono e di un secondo in cui salgono prepotentemente di volume, di pari passo con la squadra che mette alle corde il Parma.

In campo la contesa si conclude con un pareggio che non accontenta nessuno fino in fondo, non a caso al triplice fischio finale moltissimi sono i fischi che accompagnano la squadra di casa negli spogliatoi, mentre i calabresi festeggiano solo in parte un pareggio, utile sì a smuovere la classifica ma che li relega ancora lì nei bassifondi per l’ennesima stagione.

Giovanni Padovani