Sembra passata un’eternità da quando Parma e Modena muovevano assieme i primi passi all’interno del movimento ultras. Le due curve durante i primi anni 80 erano, inoltre, legate da un rapporto di amicizia che però si interruppe quasi subito. Oggi, a distanza di decenni, modenesi e parmensi sono divisi da un’acerrima rivalità che per lunghi tratti non ha però trovato sfogo sui campi di calcio, con il Parma che a partire dagli anni ’90 è stato spesso in pianta stabile nel calcio d’élite, con qualche caduta dalla quale poi è riuscita più o meno a riprendersi, attestandosi se non più agli apici raggiunti nel suo momento d’oro, quanto meno costantemente fra massima serie e cadetteria. Un po’ più complicato il percorso del Modena che, dopo la breve parentesi della serie A, ha visto tanta mediocre B per poi passare, esattamente come il Parma, per il fallimento e la ripartenza dalla serie D; arrivato poi in C non è stato proprio così facile tornare in Serie B, almeno fino a quando il sodalizio geminiano non è stato rilevato dalla famiglia Rivetti, nota ai più per la “Stone Island”, che ha seriamente rilanciato le ambizioni dei canarini.

Al “Tardini” di Parma dunque, a distanza da quell’incrocio in Lega Pro del 2016-17 propizio solo per i ducali che tornarono in B dopo i playoff mentre gli avversari fallirono alla fine di quell’annata, i due club emiliani tornano ad affrontarsi al cospetto di quasi 13 mila spettatori (i dati ufficiali riportano 12.830, di cui 1.768 ospiti). La Lega Calcio in uno slancio di buon senso, ha programmato l’evento non al canonico orario delle 14 ma alle più ragionevoli e comode 15: i tifosi che normalmente arrivano a ridosso del fischio d’inizio e in alcuni casi anche a partita in corso, quest’oggi riempiono le tribune dello stadio emiliano in anticipo rispetto a quanto normalmente accade, senza doversi scapicollare per arrivare in tempo.

Per l’occasione i Boys Parma festeggiano i 45 anni di attività con una bella coreografia a tutta curva. Il tifo vocale invece è stato sicuramente costante nell’arco della gara, anche se per lunghi tratti ha finito inevitabilmente per farsi influenzare dall’andamento in campo. Bella la prima parte di gara, in cui il tifo si è alzato in modo convinto e con numerosi sfottò con larghissimo anticipo sul fischio d’inizio, come se fossero ancora gli anni ’90 e si stesse vivendo il miglior momento dal punto di vista ultras. La coreografia per i 45 anni, che arriva con un po’ di ritardo rispetto all’anniversario reale del 3 agosto, si compone di un bandierone, con il numero 45 appunto, che corre orizzontalmente da un punto all’altro del settore, lasciando scoperte le zone superiore e inferiore che vengono invece tappezzate di sciarpe usa e getta gialloblu. L’ottimo inizio della Nord di casa ha subito un brusco contraccolpo fra il 18′ e il 26′ in cui gli avversari hanno messo a segno un micidiale uno-due che ha finito per stendere i più. In termini di continuità, la miccia è sempre rimasta accesa ma l’enorme potenziale non è stato sfruttato del tutto se non fino al 70′ quando Vazquez accorcia le distanze su rigore e si registrano una serie di bei boati, grazie all’unione di intenti delle zone laterali che si aggiungono al sempre attivo nucleo centrale, sinergia che però va man mano esaurendosi verso il finale di partita, quando si capisce che i margini per il pareggio vengono sempre più meno.

I canarini, come già detto in ottimo numero, si presentano colorati e compatti soprattutto nella parte inferiore del settore a loro dedicato, dove trovano posto i gruppi organizzati. Bandieroni, bandiere e due aste, oltre a fumogeni e diverse sciarpate uniformi e più volte replicate. Per tutto l’arco della gara non si risparmiano in insulti con la controparte, ma gli sfottò, tuttavia, rimangono limitati al solo aspetto canoro, senza i classici striscioni cartacei dei derby. Se ne vede invece uno per Cristiano “Bonna” Bonacini, ultras reggiano recentemente scomparso a cui, a prescindere ovviamente dalle divergenze calcistiche, viene riservato un accorato saluto.

Sul campo a spuntarla è il Modena che grazie ai gol di Falcinelli e Bonfanti espugna il Tardini di Parma.

Foto di Giovanni Padovani
Testo a cura della redazione