Parma-Roma nell’immaginario collettivo del tifoso romanista evoca sempre dolci ricordi. Allo stadio Tardini, nella stagione 2000-2001, l’allora squadra di Fabio Capello rimontò l’iniziale svantaggio siglato da Marco Di Vaio con una doppietta di Batistuta, mettendo in cassaforte tre punti fondamentali per il prosieguo di un campionato che le avrebbe assegnato il terzo scudetto della sua storia.
Uno snodo cruciale, segnato dal consueto esodo e dall’adrenalina contagiosa, che porterà oltre 15.000 cuori giallorossi anche a Bologna, la settimana successiva.
Parliamo di un’altra era, sia per il nostro calcio che per il modo di andare allo stadio, molto più libero e permissivo rispetto ad oggi. Eppure la città ducale continua a essere una delle mete più gettonate nelle trasferte dei tifosi capitolini, basti pensare che per questa sfida i tagliandi venduti agli ospiti sono 3.147. Un numero ragguardevole se si pensa al campionato anonimo disputato sinora dalla Roma e all’importanza, non certo vitale, della partita.
Anche il pubblico parmigiano gremisce le gradinate con ottimi numeri, in totale sono 17.997 i presenti, di cui 12.959 abbonati. Questo è possibile anche grazie alla politica dei prezzi applicata dalla società emiliana che in sede di campagna abbonamenti ha consentito ai propri sostenitori di sottoscrivere titoli di curva a 150 Euro per i rinnovi e 190 per i nuovi abbonati. Mentre per il settore ospiti quest’oggi i supporter romanisti hanno sborsato 30 Euro, magari non ancora una cifra propriamente economica, ma sicuramente al di sotto di un’ormai vergognosa media nazionale.
E pensare che a livello di stereotipo Parma è la città borghese e ricca per eccellenza!
Il Tardini è uno di quegli stadi dove vengo sempre volentieri. Un po’ per la sua bella conformazione all’inglese e un po’ per un pubblico che è sempre e comunque presente e affezionato. L’ultima mia apparizione fu in un piovoso Parma-Reggiana. Oggi fortunatamente c’è un bel sole dicembrino a salutare quest’ultima gara del 2018.
Le due fazioni non sembrano aver dimenticato una rivalità che magari non sarà acerrima, ma nei primi anni 2000 ha fatto registrare qualche turbolenza in terra ducale, mantenendosi sempre viva a livello corale. Peraltro le amicizie delle due tifoserie (gialloblu amici con i catanesi, romanisti con i palermitani, ad esempio) non aiutano certo a stemperare la reciproca antipatia.
I romanisti offrono un bell’impatto visivo, con alcuni bandieroni al centro del settore e una bella “distesa” di pezze sulla vetrata che favorisce il colpo d’occhio. Gli ultras giallorossi si fanno sentire a più riprese con cori effettuati da tutto il settore, mentre per tutti i 90′ si mettono in evidenza con un’ottima intensità e due belle esultanze ai gol di Cristante e Under. A tratti è sembrato di rivedere un settore ospiti di qualche anno fa, segno tangente di come all’ombra del Colosseo si stia tutto sommato lavorando bene, mettendo lentamente tassello su tassello per ridar lustro e coesione a una curva che nell’ultimo decennio ha dovuto affrontare pesanti attacchi “esterni”, nonché un importante ricambio generazionale.
Sul fronte opposto, i parmigiani offrono una buona performance nel primo tempo. Tante manate, voce sempre in alto e uno stadio che spesso segue gli ultras creando davvero un bell’ambiente. Nella ripresa i gialloblù – forse a causa del risultato – caleranno lentamente, non smettendo però mai di cantare e offrendo una bella sciarpata dopo il fischio finale. Unico appunto che mi sento di fare è sul poco utilizzo dei tanti bei bandieroni che generalmente li contraddistinguono. Visto il bel materiale a disposizione mi sarei aspettato un maggiore sventolio dei vessilli, che peraltro sono un vero e proprio marchio di fabbrica dei Boys.
Come detto, la Roma espugna Parma e riconquista un po’ di serenità a livello sportivo, mentre per gli emiliani si conclude comunque un anno più che positivo, caratterizzato dal ritorno in massima categoria e dall’ottima prima parte di campionato disputata. Non a caso ci sono applausi per ambedue le squadre.
Un freddo pungente sta calando sul Tardini mentre nel settore ospiti si continua a cantare per festeggiare il successo. È l’ultima coda di questo 2018, che nonostante tutto ha visto una leggera ripresa di tutto il movimento ultras, tornato – almeno dentro gli stadi – a mettere in mostra il suo lato folkloristico e rumoroso.
Simone Meloni