Nella serata di San Lorenzo, famosa per antonomasia per la caduta di stelle cadenti, all’Ennio Tardini va in scena Parma-Sampdoria, amichevole estiva di lusso, un assaggio della massima serie che tra meno di venti giorni vedrà entrambe le compagini alla griglia di partenza.

Serata caldissima e afosa, il pubblico non è quello delle grandi occasioni; capisco benissimo che siamo entrati in quel periodo dell’anno tanto atteso sognato e sospirato dalla maggior parte degli italiani, le ferie. Così, al botteghino sono stati staccati sì e no 2.500 biglietti, con buona rappresentanza blucerchiata.

Andrà sicuramente meglio con la prima di campionato, dove questa volta a calcare il manto erboso del Tardini scenderanno in campo i campioni d’Italia della Juventus; sugli spalti ci sarà il pubblico delle grandi occasioni e la sponda gialloblucrociata sfodererà sicuramente i suoi oltre diecimila abbonati.

Dato il gemellaggio storico (dal 1990) tra le due fazioni, mi aspettavo il solito giro di campo tra le tifoserie, ma sono rimasto con l’amaro in bocca.

Mi sono rifatto gli occhi durante i test dei Mister D’Aversa e Di Francesco. Visti i cambi effettuati,

buona la presenza ligure, con quasi 300 tifosi al seguito. 

Entrambe le curve hanno comunque sostenuto le rispettive squadre per tutto l’arco dell’incontro. Con i tamburi vengono eseguiti sambe e battimani; da una parte i bandieroni blucerchiati e dall’altra bandiere con i leoncini sventolati costantemente per tutta la partita. Molti i cori all’indirizzo dei rispettivi rivali genoani e reggiani.

Oltre allo striscione “Bue ci manchi” (per un esponente dei Boys scomparso una quindicina di anni fa), la Nord dedica un saluto anche a Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili laziali, con un semplice “Ciao Diablo” contornato da una torcia.

La prossima settimana ritorna la Coppa Italia, dove entrambe le squadre giocheranno il terzo turno in casa: a Parma arriverà il Venezia, mentre a Genova il Crotone.

Giovanni Padovani