Non ancora finito di salutare tutti i rispettivi parenti e digerire tutte le varie delizie proposte sulle tavole natalizie che il campionato richiama all’ordine i tifosi sui gradoni per la 21a giornata di campionato. Al Tardini va in scena l’anticipo serale Parma – Spezia, un match a cui possiamo comodamente attribuire il nomignolo di Derby della Cisa e che manca ufficialmente dalla stagione 1979.

Arrivo prestissimo, sono le ore 17, e nel tragitto verso lo stadio noto già un forte spiegamento di forze dell’ordine: ogni via o incrocio è presidiata da una o più volanti, mentre nelle zone più critiche stazionano le camionette. Ugualmente un folto gruppo di supporter gialloblu è in giro per le zone limitrofe, tutto questo perché in settimana volantini e vignette riguardanti questa partita e firmati “Curva Ferrovia” lasciavano presagire come l’amicizia che ha regnato tra le due curve per anni, adesso si sia trasformata in odio allo stato puro. Nelle vie principali che portano allo stadio vengono posizionati i pullman della azienda trasporti parmigiana per bloccare completamente la strada, “strategia” in atto a Parma già dalla prima di campionato con la Cremonese in ottemperanza alle misure contro stragi o attentati.

Passo molto tempo a girarmi i pollici aspettando di vedere qualcosa, rimango davanti l’ingresso della tribuna mentre il gelo inizia fare effetto e quando sento le prime sirene di emergenza, ma è un falso allarme in quanto trattasi della scorta alle squadre delle due società.

Dopo quasi 3 ore di attesa sento molte grida, urla e cori, ma il tutto mi sembra molto strano in quanto provengono da una zona non abituale alle dinamiche del tifo: mi avvicino e in corteo, un sostanzioso gruppo di parmigiani è stato intercettato dalla polizia nelle vie adiacenti al Tardini e seguito da un esercito fin davanti al proprio settore.

Le condizioni meteo non sono delle migliori, non piove ma fa molto freddo: a riscaldare l’ambiente ci pensa la curva Nord che si illumina letteralmente con un continuo accendersi di torce in ogni dove, sparse nell’intero settore. Non riesco assolutamente a contarle ma sono veramente tante: tra torce e razzi, ci sarebbe stata bene la canzone “Vogliamo la riforma del codice penale, accendere un fumogeno dev’essere legale”. Forse è stata cantata, ma L’Aida di Giuseppe Verdi, come da tradizione, accompagna l’ingresso delle squadre e copre qualsiasi altro coro. Resta il fatto che gli spettatori questa sera hanno potuto assistere a uno spettacolo tipicamente est-europeo, una peculiarità di tifo che oltreconfine è consuetudine quasi ad ogni partita mentre in Italia è purtroppo vietata da anni.

La curva ospite presenta circa 1000 bianconeri al seguito, per l’inizio si limita allo sventolio di alcune bandierine e con le mani rivolte al cielo, il primo coro lo dedica ai locali con un “Passeggiamo a casa vostra…” ripetuto più volte nell’arco del primo tempo: da parte ligure, saranno poi molte le offese ai rivali emiliani.

La Nord espone a metà curva lo striscione “Spezzino Cane Bastardo”, una sorta di provocazione che prende ispirazione dalla storica foto di Massimo Barbuti che, dopo un goal alla Carrarese, viene immortalato sulla rete con al fianco lo stendardo “Carrarino Cane Bastardo” firmato US: era il 1984, erano altri tempi e le due tifoserie andavano ancora a braccetto tra loro.

Il primo tempo rimane comunque fiacco da entrambi le parti con nessuna nota di merito. Nel secondo tempo gli Spezzini si esprimo meglio, sfoggiando un bel tifo: galvanizzata dall’espulsione di capitan Lucarelli, la curva prende coraggio anche grazie alle occasioni in campo in favore della loro squadra. Si propongono con due belle sciarpate fitte a tutta curva, speravo con il loro coro “…o bella Spezia”, ma non è stato così.

Della serata rimarrà in mente sicuramente la coreografia iniziale stile anni ’80-90 che, con i tempi che corrono, chissà quanto tempo occorrerà per vederne di nuovo una simile. A posteriori le schermaglie continuano immancabili via social, anche se poi al termine dell’incontro non si registrano problemi di ordine pubblico.