A cinque giornate dal termine del campionato diventa assai arduo parlare delle speranze di salvezza del Pisa: troppe partite perse tra le mura amiche, troppi pareggi, pochi tiri verso la porta e conseguentemente, pochi gol.

Quella di questo pomeriggio è l’ennesima partita dove c’è un solo risultato a disposizione e, anche se il Pisa strappasse i tre punti alla Pro, dovrebbe sperare in una serie di risultati positivi per continuare a credere alla salvezza.

Che il traguardo appaia ben difficile da centrare lo dimostrano le presenze allo stadio: non so da quanto tempo il “sold out” era ormai diventato una sana abitudine, ma in questo pomeriggio qualche vuoto si nota. Ovvio, dirà qualcuno, ma come capita in questi casi, a far notizia sono comunque quelle persone che affollano i gradoni indipendentemente dalle possibilità di salvezza, indipendentemente dai risultati della squadra. Ed allora un plauso ai presenti che non sono scesi dalla barca in difficoltà ma hanno preferito stringersi attorno alla squadra che, beninteso, offre al pubblico quello che è nelle sue possibilità: grinta, abnegazione, sudore ma ben pochi risultati.

Viste le peripezie societarie e tutto quello che è venuto di conseguenza, Pisa ha dimostrato un feeling ultras – tifosi – giocatori – mister che è stato il succo della stagione.

Da Vercelli arrivano un buon numero di persone; la divisione tra ultras e semplici tifosi è netta, con i primi che si sistemano a centro curva e con i secondi che prendono posto nel medesimo settore ma si siedono vicino alla tribuna. I Vercellesi intonano qualche coro nel prepartita durante il riscaldamento della squadra e poi alzano i decibel nel momento dell’ingresso delle squadre in campo.

La Curva Nord apre le danze con uno striscione in ricordo di un ragazzo prematuramente deceduto: “Bombolino è qua e canta con gli ultras. Caamooon Gege”. Un altro paio di striscioni, del medesimo tenore, verranno alzati appena abbassato lo striscione principale.

Gli ospiti sono un bel gruppetto compatto, partono con il piede giusto ed offrono una bella serie di battimani; i cori sono abbastanza continui ed il colore è assicurato da un paio di bandieroni di ottima fattura. C’è un bel mix tra giovani e ultras più attempati; sono quest’ultimi a dettare i cori che vengono ripresi con una discreta partecipazione. Qualche coro contro il portiere avversario Samir Ujkani, diversi contro i rivali storici di Novara ed un paio pure contro Livorno. Per il resto l’incitamento alla squadra non viene meno, anche se non mancano di intonare qualche coro contro la repressione. Hanno un calo intorno alla fine dei primi quarantacinque minuti, ma del resto a cantare ininterrottamente sono una trentina di persone; solo quando, in un paio di circostanze, viene chiamato in causa tutto il settore per il secco “Forza Pro”, si ottiene una partecipazione ben superiore.

I padroni di casa possono contare, in curva, sul solito bel numero di persone, perciò quando i cori vengono intonati è un bel sentire. Anche se le speranze sono appese al lumicino, gli ultras nerazzurri si fanno sentire, tanti cori e tanti bandieroni sempre alzati.

Anche in questo pomeriggio non manca un pensiero sugli strascichi dell’ormai famoso Pisa – Brescia ed infatti uno striscione rimarca come la città si sia stretta intorno ai protagonisti vittime, loro malgrado, di una profonda ingiustizia:”7.244 firme per chiedere la verità. Pisa esige risposte immediate”.

Del solito tenore, lo striscione esposto ad inizio ripresa sempre dalla Curva Nord: “Arresti e diffide non potevan bastare. 4 giorni su 7 in questura a firmare. La vostra infamia ora si chiama misure cautelare”.

Senza fare del vittimismo o peggio ancora del qualunquismo spicciolo, per un reato da stadio siamo arrivati al punto di poter costringere una persona a firmare in questura anche nei giorni diversi da quello della partita, appunto come misura cautelare. Se questo pugno duro fosse applicato in altri ambiti ben più importanti e determinanti per la vita del normale cittadino, probabilmente non sentiremo parlare di tanti crimini, soprattutto quelli in campo amministrativo che in Italia sono praticamente depenalizzati. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano quelle persone che invocano a squarciagola il pugno pesante sugli ultras, se questa misura fosse estesa in altri ambiti. Come ricordava un vecchio striscione ormai in disuso “Oggi per gli ultras domani in tutta la città” perciò c’è da pensare che il prossimo passo sia usare tale misura cautelare in caso di scioperi o manifestazioni cittadine. Senza dubbio il nostro centro di potere politico non trema, immune da tali provvedimenti.

Tra un coro per la squadra ed uno contro la repressione, oggi i padroni di casa sono in vena di messaggi più o meno della solita natura e del solito tenore. Ennesimo striscione aperto:”8 arresti 56 diffidati. La vostra repressione non ci vedrà mai piegati”. Una volta ammainato la parte superiore dello striscione, dall’alto viene fatto cadere un copri settore con la scritta “Pisa non si piega”, tra gli applausi convinti di tutto lo stadio che non manca di offrire il proprio apporto alla curva.

Il Pisa, sotto di una rete, trova il pareggio ad un quarto d’ora dal novantesimo.

Il finale è a dir poco commovente sia in campo che sugli spalti: in curva il tifo raggiunge il picco della giornata con tutto il settore che spinge la squadra a cercare la rete, sul terreno verde i giocatori provano con tutte le loro forze a trovare quel gol che non arriva.

Alla fine sono i giocatori ospiti che fanno festa sotto il settore, il punto guadagnato accontenta squadra ed ultras che giustamente gioiscono per il mattoncino che permette loro di allontanarsi dalla zona calda.

Applausi anche per i giocatori nerazzurri, il Pisa si ritrova all’ultimo posto ma è nelle difficoltà che vengono fuori i valori di una tifoseria. La retrocessione è dietro l’angolo, la città nel suo insieme può però ripartire da una base che più solida non potrebbe essere.

Valerio Poli.