“Abbiamo delle cose da dire alla città ed ai bergamaschi e lo diremo prendendoci il centro cittadino. Lo faremo in una data da decidersi, ma non passerà molto tempo, questo è certo”.  Così c’era scritto su “Sostieni la curva” del 16 febbraio scorso, data in cui la Questura vietò il corteo organizzato dagli ultras atalantini, prima del match contro il Milan, in solidarietà a Claudio “il Bocia” Galimberti.

Detto e fatto, perchè a distanza di nemmeno due mesi, la macchina organizzativa si è rimessa in moto, mantenendo quell’impegno che aveva il sapore di un vero e proprio giuramento, soprattutto per ribadire la vicinanza ad un amico ma anche, diciamocela tutta, per dare una lezione di coerenza a Lorsignori… E dire che se nel mezzo non ci fossero stati i fatti di Firenze forse i colori neroazzurri avrebbero sfilato anche prima nel cuore di Bergamo.

Appuntamento per  sabato 13 aprile, con raduno dalle ore 16.30 e partenza corteo un’ora dopo. Il tam-tam era iniziato due settimane prima: sul giornalino, sui social e con tanti striscioni “vecchio stile” che sono stati esposti in lungo ed in largo, con particolare attenzione alle scuole superiori della città e della provincia.

“PER CLAUDIO CON CLAUDIO” lo slogan della manifestazione, nell’intento di creare un diffuso clima di consenso, utile a ristabilire un minimo di giustizia (formale e sostanziale) e, dopo tanti anni, riportarlo “all’Atalanta”.

Un noto aforisma cinese, datato 2400 anni fa (secolo più, secolo meno), recita che “Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce”: trasportato in questo sabato pomeriggio dal cielo incerto, significa  che  nulla può essere  lasciato  al caso, perché la penna o la tastiera di certi commentatori benpensanti (!?)  sono in agguato, pronte a dare un risalto esagerato anche al più piccolo ed isolato comportamento “sopra le righe”.  Ancora prima che il corteo parta, quindi, qualcuno si prende la briga di ripulire il piazzale della Malpensata dalle centinaia di bottiglie di birra che hanno aiutato ad ingannare l’attesa. Massima responsabilità anche lungo il successivo tragitto: niente petardi, niente bombolette spray, niente cori offensivi. Le uniche licenze che si concedono i ragazzi sono le torce, i fumogeni ed una bella quantità di adesivi “Siamo tutti con Claudio” a colorare l’arredo urbano.

Scocca l’ora convenuta e dietro lo striscione “PER CLAUDIO CON CLAUDIO” si compatta la tifoseria bergamasca, alla quale si aggiungono rappresentanze di tifoserie amiche (Cosenza e Ternana) e qualche tifoseria rivale. C’è voglia di fare sentire le proprie ragioni e nessuno si risparmia con la voce: a costo di sembrare monotoni il coro “Rivogliamo Claudio allo stadio” è quello più gettonato, urlato con rabbia ma anche speranza.

Giunti a circa metà del tragitto previsto, cioè in zona stazione ferroviaria, è il momento di tirare un po’ le somme e capire anche le dimensioni della manifestazione: poiché con i numeri non sono mai stato bravo, mi limito a dire che ci vogliono quasi cinque minuti prima  di vedere sfilare lo striscione “Lunga vita agli ultras” che chiude il corteo.

È lungo il Sentierone che si registrano i momenti più intensi: oltre ai cori per il Bocia, ad attirare l’attenzione e gli smartphone di tanti passanti arriva prima un lungo coro sul ritmo di “Don’t worry be happy” e poi il “… siam Bergamaschi e non conosciam confine…” che regalano quel tocco di leggerezza in un pomeriggio di impegno e “pensieri pesanti”.

Poco dopo la manifestazione svolta a sinistra e riempie la piazza antistante Palazzo Frizzoni, sede del Comune, dove il cassone di un camion si trasforma nel palco da cui si alternano gli interventi finali. Prima l’Avvocato Federico Riva ripercorre le vicende giudiziarie degli ultimi 10 anni, poi Xavier Jacobelli ed il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi raccontano “il Claudio” che loro hanno conosciuto: generoso, semplice, appassionato, uno che merita un’altra possibilità insomma. C’è anche spazio per il fratello prima che sia lo stesso Bocia, in diretta telefonica, a portare il ringraziamento e l’arrivederci agli amici che lo hanno sostenuto.

Si annunciano le prossime iniziative in programma e tutti vogliono tendere ad un piccolo-grande sogno: rivedere Claudio a cavallo della balconata prima che le ruspe, tra poco più di un mese, abbatteranno la Curva Nord.

Lele Viganò