Scambio di saluti e rispetto tra le due tifoserie, ma vorrei partire dagli ultimi 10 minuti di questo Bari-Ascoli. Sotto di tre reti i sostenitori ascolani, arrivati in un centinaio circa, staccano tutti i drappi, abbassano tutte le bandiere e si compattano dietro la maglia tenuta in alto di Barbuti (ultimo giocatore a segnare un goal alla Sambenedettese con indosso la maglia bianconera), intonando solo cori per maglia e città. Davvero belli e possenti in questo frangente di tempo, con dei buoni cori secchi intervallati da fitte manate. Niente male nemmeno la prima parte. Il loro sostegno non è continuo, ma spesso e volentieri i loro cori rimbombano, soprattutto nelle pause della Nord. Le bandiere risultano sempre al vento, le manate sono molto interessanti. Complessivamente e personalmente tra le tifoserie più belle viste al San Nicola in questi anni.

Pubblico di Bari, sempre bello massiccio, offre il consueto quanto positivo colpo d’occhio. Omaggio ad inizio partita al “Cobra” Sandro Tovalieri, che qui ha lasciato ricordi indelebili. La Curva nord superiore presenta inizialmente qualche vuoto di troppo che finisce per inficiare la sciarpata iniziale, leggermente fiacca e poco fitta. Passano i minuti e il settore diventa sempre più pieno, dando finalmente una visione interessante di sé.

Va tutto a favore in campo, la Nord sugli spalti offre una prova molto buona, bandieroni come sempre sventolanti incessantemente, macchiando spesso e volentieri col colore quelle manate che non appaiono quadrate come altre volte. Torce ancora una volta quasi nulle, mentre la riuscita della seconda sciarpata è ottima, particolarmente fitta come nella prima occasione non era riuscita ad esserlo.

Curioso, lo notavo in occasione delle tre marcature in questa partita, come il pubblico riesca ad osannare più un nome di un giocatore che non a seguire con pari grinta lo zoccolo duro della tifoseria. Problema diffuso in tutte le piazze, ma è giusto sottolinearlo.

Massimo D’Innocenzi.