Sarebbe stato facile celebrare la promozione in Serie D del Nardò partendo, sin da subito, dallo spettacolo offerto sulle gradinate dal pubblico di fede neretina, presente in quasi 7.000 unità per il “D-Day” che consegna al Toro la quarta serie nazionale, dopo la radiazione del novembre scorso. Sarebbe stato facile, ma non è giusto. In un giorno così importante per la piazza granata, rinata calcisticamente con il nome di ACD Nardò, il tifo e la squadra sono uniti da un pensiero comune. È festa anche e soprattutto per i diffidati. I frequenti cori, lunghi e rumorosi del secondo tempo, e il saluto della squadra vittoriosa, sembrano muoversi lungo la stessa linea direttrice: la festa è anche per chi non ha potuto partecipare direttamente.

Evidenziata la dovuta sfumatura, la giornata del ritorno in D del Toro non era di certo accompagnata dalla tensione di una finale. Troppo ampio lo 0-3 dell’andata contro lo Scordia e decisamente superiore la squadra neretina sul campo, nonostante il buon inizio degli avversari, non accompagnati dai propri tifosi a causa del divieto di trasferta che ha investito anche i granata in occasione del match d’andata. La partita, quasi totalmente a senso unico sugli spalti, ha ceduto il passo sul piano dello spettacolo alla coreografia realizzata dagli ultras neretini prima del match, sontuosa per preparazione e messa in scena.

L’ingresso delle squadre in campo è stato accompagnato dallo srotolamento di una serie di teloni lungo tutta la tribuna, che raffiguravano una pellicola cinematografica fatta di tanti spezzoni con raffigurate varie coreografie della tifoseria organizzata neretina. Sotto le foto campeggia la scritta “Dal 1958… A difesa dei nostri colori!”. L’esecuzione e lo spettacolo offerto hanno premiato al meglio il duro lavoro coordinato in settimana: non voglio eccedere in una descrizione troppo accurata dei dettagli, a mio modesto parere meglio cedere il passo alle immagini della coreografia stessa.

La cronaca del tifo è quella tipica di una festa: tanto entusiasmo e tifo capace di trascinare tutti i presenti al “Giovanni Paolo II”. Ottima la performance della frangia neretina, sia nei cori secchi e potenti sia nei lunghi canti ritmati. Da segnalare la presenza di rappresentanze delle tifoserie di Martina (storica gemellata del Nardò), Cerignola, Messina e Manduria.

Per chi non ci avesse dato il giusto peso, una puntualizzazione finale: 7.000 spettatori per una partita di Eccellenza. Il dato di per sé e sufficientemente esplicativo più di ogni altro commento.

Testo di Gabriele De Pandis.
Foto di Michel Caputo.