In passato nei giudizi ero molto più severo, le curve le giudicavo per cori, bandiere, portamento, ma in generale stile. L’età, che avanza inesorabile, mi ha cambiato (spero in meglio) e mi ha portato ad apprezzare chiunque segua la propria squadra, prescindendo da qualsiasi giudizio estetico. I neroverdi, nonostante una pessima classifica, si presentano ad Altamura in circa 20 unità e sostengono i propri colori per tutto l’arco del match. Solo per questo hanno guadagnato la mia stima, che detto tra di noi serve a poco.

Capitolo Altamura (tratto da una storia vera).

Sarà stata la crisi economica, oppure il jobs act che ha travolto l’Italia dei lavoratori, sarà stata la recessione, oppure sarà stata la presenza, sempre gradita, dei Potentini, ma oggi il popolo biancorosso ha scelto di bere. Bere per dimenticare tutti i problemi che quotidianamente siamo costretti ad affrontare, bere per dimenticare che siamo in Eccellenza e non in Serie A, bere per dimenticare gli ultimi 20 anni di calcio locale.

Sulle gradinate regna sovrana l’allegria, il gemellaggio lo vivi anche mischiando vino locale e lucano. Gente festante che esulta per falli laterali, gioisce per tiri sbagliati e ignora del tutto il gol vittoria. La rete segnata da Curci è il pretesto, l’ennesimo, per brindare. Non ho mai pensato, tantomeno esaltato, sulla capacità del popolo altamurano di bere, tantomeno ho mai creduto che l’alcolismo fosse una piaga o prerogativa del mondo ultras, ma oggi ad Altamura si è andato ben oltre le regole del quieto vivere. Gente molesta che saltellava continuamente, altri accovacciati si guadagnavano il meritato riposo, i più deboli invece stesi per terra privi di sensi.

A fine partita, nonostante i ricordi fossero offuscati, si contano i feriti:

  • 200 soldati moribondi tentano di bere pure la benzina delle proprie auto;
  • 300 in preda ad allucinazioni giurano di aver visto Robbie Fowler vestire la maglia biancorossa e sniffare il cerchio di centrocampo;
  • 30 ancora in coma etilico, fermi sui gradoni a inveire contro l’arbitro che nel frattempo (da almeno 2 ore) aveva fischiato la fine delle ostilità;
  • i ragazzi di Potenza, ignari del concetto spazio tempo, minacciano di raggiungere Torino a piedi nel tempo record di due ore per assistere al posticipo serale tra i campioni d’Italia della Juventus e il loro Potenza.

Per mille anni ancora.

Michele D’Urso.