Dopo due giorni dal mio approdo in terra Scozzese, volevo subito rompere il ghiaccio con una bella partita e non ho esitato un attimo quando sul calendario ho notato che giocava in casa il Celtic Glasgow.

Io e il mio amico Sean prendiamo un pullman da Dumfries, dove sto alloggiando, circa quattro ore prima della partita, per raggiungere la città degli Hoops.

Dopo due ore di viaggio, ma con largo anticipo, arriviamo allo stadio per vivere tutto quello è il clima pre match.

Non venivo al Celtic Park da qualche anno, più precisamente dal Novembre 2013, quando il Milan si impose per 0-3 in occasione della fase a gironi di Champions League

Nel pre partita molti tifosi aspettano il pullman della squadra di casa, per congratularsi con molti applausi e cori per la vittoria del sesto campionato consecutivo, ottenuta matematicamente domenica scorsa.

Un breve giro attorno allo stadio, un paio di birre veloci, visto che negli stadi del Regno Unito l’alcool è vietato, ed entriamo: The Celtic ParkA vederlo vuoto faceva quasi paura. Un impianto mostruoso se si pensa che per capienza è il terzo in tutto il Regno Unito, piazzandosi solamente dopo il New Wembley e l’Old Trafford.

Attendavamo con ansia l’inizio del match e più passano i minuti, più lo stadio si riempie. Quando arriva il fischio d’inizio, i tifosi bianco verdi non esitano un attimo ad omaggiare il loro beniamino Scott Sinclair (venti goal fin qui in stagione), con il bellissimo coro che tradotto suona più o meno: “Lui è Scott Sinclair, lui è meraviglioso, quando segna un goal è bello, è magico…..  Quando corre sulla fascia è veloce, è leggero, è spaventoso e noi Bhoys cantiamo dodododododododododododo”.

È un susseguirsi di emozioni con i tifosi di casa che non smettono mai di cantare, nemmeno per un secondo, nemmeno se il campionato è già stato vinto. Ed è davvero spettacolare quando dalla Curva del Celtic parte il coro “C’mon you bhoys in green, Glasgow is green and white” per ben tre volte ed ogni volta che la curva chiama, un settore dello stadio risponde. Come a voler dire, in questo stadio siamo tutti importanti allo stesso modo e tutti dobbiamo dare il nostro contributo.

Il primo tempo è sicuramente avaro di emozioni, ma nella ripresa è la squadra di casa a trovare subito il vantaggio, proprio con l’idolo bianco verde Scott Sinclair: pubblico in visibilio ed ovazione per lui.

Il Partick Thistle trova il pareggio, ma i tifosi di casa raddoppiano l’entusiasmo e goliardicamente iniziano a sedersi nascosti dietro i seggiolini, cantando cori a bassa voce per poi esplodere al ritornello tutti in piedi e saltando.

Il Celtic Glasgow sbaglia un rigore ma il minuto numero 67 è molto particolare, allorquando tutto lo stadio si alza in piedi e illumina il “The Paradise” per ricordare la vittoria della Champions Legaue a Lisbona nel 1967 (2-1 contro l’Inter). Un coro che rimbomba in tutto lo stadio: “Nel caldo di Lisbona, i Celtics vennero in migliaia, per vedere i Bhoys diventare campioni!”, davvero da pelle d’oca.

Per i tifosi biancoverdi, quando gioca il Celtic è qualcosa di più di una semplice partita di calcio, è proprio una fede religiosa oltre che calcistica, non a caso il mio amico Scozzese mi dice che molti tifosi, come lui, la Domenica quando vanno a messa, pregano Dio per la propria famiglia e per le vittorie del Celtic Glasgow.

La partita termina in parità, 1-1, Celtic che giocava più per onor di firma che per la gloria,  già ottenuta con la già menzionata matematica vittoria del sesto campionato consecutivo. Ora può pensare tranquillamente alla semifinale di Coppa, proprio contro gli acerrimi rivali dei Rangers Glasgow, nel rinnovato derby dell’Old FirmUn derby al quale forse non potremo più assistere fra due anni, visto che secondo più di qualche indiscrezione, il Celtic andrà a giocare in Premier League, nel massimo campionato Inglese.

Unica nota negativa della serata, non ho potuto assistere come quattro anni fa all’inno storico “You’ll never walk alone” perché, come mi spiegava Sean, viene cantato solo durante la Champions League o nel derby contro i Rangers, per dare quella spinta, quella carica in più alla squadra.

Uscendo dallo stadio ci prendiamo una birra, i tifosi si riversano nelle strade come da tradizione. Incontro un ragazzo letteralmente ubriaco ma amichevole, riuscendo a scambiare un paio dei suoi adesivi con quelli del mio gruppo “Scappati di Casa”. Ci avviamo verso la stazione, qualche piccola schermaglia quando un gruppo di ragazzi canta qualche coro contro i poliziotti al loro fianco. Prenderemo il treno verso Dumfries, ci aspettano due ore di viaggio, ma anche questa bella avventura di Scottish Premiership si può dire messa in cassaforte.

Federico Roccio.