Venticinquesima giornata di serie B, al “Renato Curi” di Perugia arriva il neopromosso Cosenza con al seguito alcune centinaia di ultras in arrivo da tutta Italia.

I padroni di casa occupano l’ultimo posto utile per i play off nonostante in questo 2019 non abbiano ancora vinto in casa dove hanno rimediato due sconfitte con le prime della classe, Brescia e Palermo. Il Cosenza dopo un inizio un po’ stentato, si è portato ampiamente fuori dalla bagarre playout dalla quale mantiene sei punti di vantaggio.

Su Perugia splende un bel sole ma la giornata è una delle più fredde di questo lungo inverno, in compenso mi scalda la curiosità di vedere i calabresi in trasferta, contro una tifoseria abbastanza in palla come quella umbra, dopo averli già visti in casa appena un mese fa contro il Cittadella.

Le presenze allo stadio sono leggermente al di sotto degli standard: quasi ottomila i tifosi, di cui ben ottocento cosentini sistemati nel solito settore che tappezzano di striscioni e stendardi. Inoltre la tribuna scoperta è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza con conseguente spostamento dei tifosi nella tribuna opposta. Ampi spazi vuoti anche in Curva con i gruppi che cercano di raggrupparsi nella parte bassa dietro il grande striscione che appendono da circa un anno a questa parte.

Partito l’inno del Perugia la Nord diviene un tappeto di sciarpe, anche dalla parte opposta i rossoblù salutano l’ingresso in campo delle squadre esibendosi in una bella sciarpata, più folta nella parte sottostante dove staziona la maggior parte degli ultras.

Nella prima frazione i biancorossi partono effettuando un bel battimani, per poi calare progressivamente fino al minuto diciotto, quando si mette anche la squadra ospite a complicar loro la vita siglando con Bruccini su calcio di rigore, il goal che poi si rivelerà decisivo. Tentano qualche battimani che rimane circoscritto ai gruppi trovando maggior conforto nel colore, garantito dalle bandiere che sfidano il forte vento di Tramontana.

Nel secondo tempo i perugini provano a ricompattarsi e migliorare la loro prova canora, ma a parte qualche bella manata e le bandiere sempre alte non riescono a fare di meglio: i lanciacori si impegnano al massimo per risvegliare il torpore ma oggi purtroppo la Nord non è in giornata.

I cosentini invece partono in sordina nella prima frazione, evidentemente il vento crea qualche problema anche a loro, ma dopo il vantaggio della propria squadra, alzano decisamente l’intensità corale. Discreti i battimani e belle sbandierate, migliorano sempre più con il passare dei minuti passando dai cori a rispondere a quelli per i diffidati, dai treni ai cori tutti abbracciati.

Nel secondo tempo si permettono il lusso di effettuare anche cori goliardici, prima facendo sedere tutto il settore per poi farlo alzare al ritornello. In questa seconda parte di gara riescono a dare il meglio di sé, aumentando il colore grazie alle bandiere sventolate con più frequenza nonostante il persistere del vento e chiudendo la partita cantando un coro per una ventina di minuti, tenendo alta l’intensità noncuranti del tempo trascorso.

Al triplice fischio finale esultano con la squadra sotto al settore che li omaggia di qualche maglia e pantaloncino, uscendo vittoriosi dal “Curi” e quasi increduli per l’impresa appena compiuta.

Dalla parte opposta la curva applaude, benché la squadra rimedi la terza sconfitta casalinga consecutiva, forse perché desiderosa di voltare in fretta pagina su ambedue i fronti: sarebbe poco oggettivo non riconoscere che lo spettacolo visto in campo è stato lo specchio di quello visto sugli spalti. D’altronde sono stato tante volte nel capoluogo umbro e la Nord perugina comunque è una curva che canta: una giornata “no” può capitare a chiunque, basta sapersela mettere alle spalle.

Marco Gasparri